Una notte bianca al Miur, e non può essere altrimenti. Nelle ore della
notte (a meno che non si voglia essere scortesi nei confronti degli
oltre 42.000 concorrenti che sono obbligati a presentarsi, altrimenti
verrebbero esclusi dalla partecipazione alla prova preselettiva del
concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici – 2.386 nel
decreto Chiappetta, ma purtroppo saranno inesistenti dopo il
dimensionamento – entro le ore 8 del
12 ottobre 2011 nelle scuole alle quali sono stati assegnati)
dovranno svolgersi tutte le operazioni previste, verbali compresi, e
soprattutto quella che concerne il disporre su un apposito modulo i
“numeri che identificano i 100 quesiti estratti” e l’invio, per via
telematica, del modulo contenente quei “numeri” alle singole scuole
sedi della prova preselettiva, che dovranno riprodurlo e distribuirlo
ai candidati, prima di dare il via alla prova e contemporaneamente
consentire ai candidati di rimuovere il cellophane che sigilla il
cosiddetto “volume dei quesiti” a risposta multipla (cioè, nel nostro
caso, con quattro alternative di risposta: A, B, C, D), di cui una sola
corretta. Da quel momento, il tempo
concesso ai candidati corrisponde a 100 minuti. Ma è necessario che
rispondano esattamente ad almeno 80 dei 100 quesiti per essere ammessi
alle prove scritte.
A tutti i candidati, da parte di Polibio, un caloroso e sincero “in bocca al lupo”. Si è
trattato e si tratta, comunque, di un’esperienza che certamente è
stata e continuerà a essere utile e significativa sia per una
maggiore conoscenza del sistema scolastico, sia per la propria
professionalità, sia per una migliore conoscenza di un sistema, quello
che stanno affrontando e verificando, colmo di difetti, di
superficialità, di insufficienze da parte di chi ha l’assurda pretesa e
la presunzione di “saperne” di più e invece si è dimostrato incapace,
inadeguato, incompetente, inidoneo a svolgere le funzioni che ha svolto
e che continua a svolgere.
Il tutto in un quadro ministeriale di
pressappochismi e addirittura di falsità. Rispondendo, il 5
settembre 2011, alla presidente dell’Associazione docenti italiani
(ADi), professoressa Alessandra Cenerini, il dottor Giovanni Biondi
(capo dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse
umane, finanziarie e strumentali) affermava che su 5.000 quesiti “è
inevitabile che ci sia qualche percentuale di errore, anche solo l’1%”.
Poi gli errori risultarono moltiplicati ed elevati a potenza, e allora
fu la volta del direttore generale per il personale scolastico, dottor
Luciano Chiappetta, a comunicare, il 26 settembre 2011, che sarebbe
stato pubblicato sul sito del Miur “l’elenco dei quesiti da espungere
dalla ‘batteria’ pubblicata il primo settembre u.s.”, complessivamente
circa 162.
Il 5 ottobre 2011, i quesiti “da
espungere” risultarono 976 su 5.663 (17,24%). Il Miur ha voluto
“precisare” che le 5.663 “domande” erano state “predisposte da una
commissione esterna di esperti”, senza aggiungere nulla sui criteri di
individuazione degli esperti incaricati di predisporre le domande,
senza dire quali erano stati i costi, mentre circolava la voce che per
la batteria dei quesiti erano stati spesi 40.000 euro.
Finalmente, il 7 ottobre 2011 il Miur ha comunicato che la commissione
per predisporre la batteria dei quesiti era stata “nominata
dall’agenzia Ansas”. Complessivamente, come è stato rilevato in un
apposito sito, 88 “esperti”, tra i quali molti dirigenti scolastici e
dirigenti scolastici comandati, seguiti da un consigliere del ministro,
da un buon numero di ricercatori e ricercatrici Ansas, da una cultrice
universitaria, da cinque avvocati (per i quesiti dell’Area 3), da
docenti universitari (quattro dei quali dell’Università pontificia
salesiana), da docenti comandati presso il Miur o l’Usp, assegnisti di
ricerca, docenti madrelingua.
Cosi, numericamente, gli “esperti” per predisporre i quesiti delle
singole aree: 14 per l’area 1 (741 quesiti); 11 per l’area 2 (687
quesiti); 5 per l’area 3 (750 quesiti); 13 per l’area 4 (728 quesiti);
15 per l’area 5 (709 quesiti); 6 per l’area 6 (796 quesiti); 5 per
l’area 7 (250 quesiti); 19 per l’area 8, l’area delle quattro lingue
straniere (complessivamente, 1002 quesiti).
Riflettete sui rapporti tra domande ed
“esperti”. La sproporzione è evidente. Se è vero che la spesa
complessiva per la batteria dei 5.663 quesiti a risposta multipla è
costata al Miur 40.000 euro, si tratta di compensi da elemosina toccati
addirittura anche a chi è stato “caricato” di produrre un maggior
numero di quesiti rispetto ad altri. Se, infatti, dividiamo in termini
paritari i 40.000 euro agli 88 “esperti”, a ciascuno spetterebbero 454
euro + 45 centesimi di euro!
La batteria di dati che appare la più eclatante è quella che riguarda
il numero di quesiti “comunque” eliminati dalla batteria a suo tempo
pubblicata (1 settembre 2011) dal Miur, che peraltro è utile per
conoscere il valore percentuale di riferimento. Tenendo presente che il valore percentuale
dei quesiti eliminati rispetto ai complessivi 5.663 quesiti è 17,24.
Ebbene, sempre considerando il numero
dei quesiti di ciascuna delle aree, questi che seguono sono,
rispettivamente, i numeri relativi ai quesiti eliminati in ciascuna
delle aree e le percentuali a ciascuno di essi corrispondenti: Area 1
(eliminati 97 quesiti, 12,41%); Area 2 (eliminati 137 quesiti, 11%);
Area 3 (eliminati 85 quesiti, 11,33%); Area 4 (eliminati 60 quesiti,
8,24%); Area 5 (eliminati 179 quesiti, 25,25%); Area 6 (eliminati 185
quesiti, 23,21%); Area 7 (eliminati 44 quesiti, 17,6%); Area 8:
francese, eliminati 52 quesiti, 28%; inglese, eliminati 69 quesiti,
27,6%; spagnolo, eliminati 24 quesiti, 9,6%; tedesco, eliminati 42
quesiti, 16,8%).
A fare aumentare il numero dei quesiti
da eliminare, per singola area, e i corrispondenti valori percentuali
sono i circa 100 quesiti-strafalcioni ulteriormente emersi dal 6
settembre oggi.
Polibio desidera concludere questo suo
intervento riferendosi al quesito n. 55 dell’Area delle lingue
straniere, in particolare alla lingua inglese.
Questo è il quesito: “To ‘get the
sack’ means:” (prendere il sacco significa): “to lose your job”
(perdere il proprio lavoro), “to do the shopping” (fare compere), “to
put things in order” (mettere in ordine), “to win a prize” (vincere un
premio).
La risposta corretta è “to lose your
job” (perdere il proprio lavoro, espressione idiomatica che trova
concretezza nel raccogliere in un sacco, come si è soliti fare in
Inghilterra, gli oggetti personali che si trovano nel proprio ufficio,
e comunque là dove si lavora, e andare via, perché licenziati,
portandosi il sacco con quanto in esso è contenuto).
Ebbene, chi si è reso responsabile dello sfascio che ha turbato
l’intera scuola italiana, con quanto di assolutamente negativo è stato
purtroppo compiuto, e danneggiando almeno 42.000 docenti candidati al
concorso per dirigente scolastico, faccia
proprio l’idioma, l’espressione idiomatica, inglese. Raccolga in un sacco, ministro compreso, i
propri effetti personali e se ne vada a casa: to lose your job!
Polibio