Letture, riflessioni,
testimonianze: tutto nel nome di Giovanni Paolo II, il "Papa operaio"
beatificato l’1 maggio. E' la linea sulla quale si svilupperà domani,
martedì
10 maggio, la veglia di preghiera “Giovani e lavoro” che si terrà dalle
19.30
alla basilica della Collegiata (via Etnea).
La
manifestazione è organizzata
dalle segreterie nazionali di Cisl, Acli ed Mcl (Movimento cristiano
lavoratori), a pochi giorni dalla
beatificazione di
Papa Wojtyła e nel trentennale dalla promulgazione della sua
prima
Enciclica sul lavoro "Laborem Exercens".
Oggi
il programma della
manifestazione è stato presentato alla stampa da Alfio Giulio,
segretario
generale della Cisl etnea, Franco Luca, presidente provinciale Acli,
Raffaele
Di Stefano, presidente provinciale Mcl e don Piero Sapienza, responsabile dell’Ufficio di Pastorale sociale e
lavoro
dell’Arcidiocesi di Catania. All’iniziativa hanno dato
l’adesione quasi
40 associazioni laiche e cristiane del territorio etneo.
La
veglia mette
insieme una rete di associazioni laiche, il sindacato e le imprese nel
territorio ognuno con il proprio impegno e le proprie peculiarità, in
sinergia
con la Chiesa catanese con tutte le realtà ecclesiali, sempre molto
attenta ai
problemi sociali e sempre al fronte, vicino ai problemi e alle
difficoltà delle
persone. Sarà un'occasione per riflettere sulle difficoltà del
territorio, per
ridare senso a valori forti di solidarietà, sussidiarietà, legalità e
per
rafforzare la cultura della speranza, valorizzare i talenti, con le
parole per
i giovani di Papa Giovanni Paolo II: “Prendete in mano la vostra vita e
fatene
un capolavoro”.
«In
Sicilia – ha detto Giulio –
la condizione giovanile soffre un elevato tasso di disoccupazione e
inattività,
quest'ultimo vicino al 77 per cento. A Catania, il 50
per cento non ha un lavoro, il 36 per cento non lo cerca, non studia e
non è
impegnato nella formazione. Sono i giovani "neet". Qui, il lavoro si
continua a perdere per gli effetti della crisi e per l'assenza di serie
politiche di sviluppo, cresce il fenomeno della delocalizzazione verso
altri
Paesi e territori che offrono maggiori opportunità e costi del lavoro
più
bassi. Qui cresce il livello di povertà delle famiglie e degli anziani,
cresce
la presenza dei migranti con sempre maggiori molteplici difficoltà. Gli
giovani
scoraggiati hanno bisogno di rimettersi assieme per ritrovare la
speranza e
diventare protagonisti nella costruzione del loro futuro».
«La
rete così
rappresentata – conclude Giulio – intende mantenere insieme percorsi e
attività
che rimettono al centro il ruolo e la dignità della persona, e
favoriscono la
partecipazione di numerosi giovani, uomini e donne alla vita sociale
del nostro
territorio, per essere pragmatici e propositivi e prevenire attraverso
la
conoscenza e il coinvolgimento inutili fenomeni di contestazioni
sterili che
non mettono al centro il dialogo e proposte reali e praticabili».
ALLEGATO:
MESSAGGIO
DI S. E. MONS. SALVATORE GRISTINA,
ARCIVESCOVO DI CATANIA
PER
LA VEGLIA DI PREGHIERA: GIOVANI E LAVORO
Con
la recente beatificazione di Giovanni Paolo II
sono stati messi in evidenza i molteplici aspetti del ministero
apostolico di
questo grande Papa. Tra questi, vorrei sottolineare le problematiche
connesse
con il mondo del lavoro e quelle legate all’universo giovanile, dato
che nel
nostro territorio si presentano con una particolare urgenza e gravità.
Sono
note, infatti, le statistiche di questi ultimi mesi che registrano un
livello
di disoccupazione tale da poter essere definita da vero allarme
sociale. E
d’altronde, basta scorrere le cronache dei quotidiani locali che ci
danno
notizie, purtroppo sempre più frequenti, di aziende che chiudono e
licenziano i
loro lavoratori, lasciando sul lastrico tante famiglie. A nessuno
sfugge che la
crisi occupazionale ha pesanti ricadute su tutta la comunità,
specialmente sui
giovani, tra i quali uno su due è disoccupato. E infatti, il problema
del
lavoro, soprattutto giovanile, è attraversato da una “zona grigia” che
si
dibatte tra il non lavoro, il “lavoro nero” e quello precario. Tutto
ciò causa
delusione e frustrazione, mortifica le
speranze per il futuro e le legittime attese dei giovani, i
quali, senza
un lavoro, non possono formarsi una famiglia. Il beato Giovanni
Paolo II, a tal proposito, affermava che
“giustizia e solidarietà esigono che venga affrontato il grave problema
di chi
è in cerca del primo lavoro o di chi è disoccupato”. Ma il beato
Giovanni Paolo
II, nei giorni scorsi, è stato spesso ricordato come uomo di profonda
preghiera. Sollecitati, pertanto, da questi tre elementi: giovani,
lavoro e
preghiera, la CISL, le ACLI e il MCL, hanno lanciato per tutto il Paese
l’iniziativa di una veglia di preghiera, alla quale hanno aderito
numerose
altre associazioni cattoliche e movimenti ecclesiali, che, nella nostra
Chiesa
di Catania, sono stati coordinati dall’Ufficio diocesano per i problemi
sociali
e il lavoro.
È
importante convocare i giovani
a pregare per il lavoro, perché i loro sforzi per cercare le soluzioni
per i
loro progetti di vita si devono radicare in Cristo. Sappiamo che la
crisi del
mondo del lavoro, nel nostro territorio, è acuita anche a causa della
mafia,
che inquina tutto il tessuto economico. Per questo, desidero che
facciamo
nostre, ancora oggi, le parole che Giovanni Paolo II pronunciò nella
sua visita
a Catania, nel novembre del 1994: «Se la linfa di
Cristo scorre in noi, subito
cominciano a maturare certi frutti buoni ben riconoscibili (…..),
allora la
corruzione è vinta, la violenza è vinta, la mafia è vinta” e ovunque
“si
realizza la civiltà dell’amore.
I
vescovi italiani abbiamo riconosciuto che le
nuove generazioni possono percorrere cammini di speranza perchè “perché
meno disilluse, più coraggiose nel contrastare
la criminalità e l’ingiustizia diffusa, più aperte a un futuro
diverso». I
giovani, infatti, “non vogliono più sentirsi vittime della
rassegnazione, della
violenza e dello sfruttamento. Per questo sono scesi in piazza per
gridare che
il Mezzogiorno non è tutto mafia o un luogo senza speranza. I loro sono
volti
nuovi di uomini e donne che si espongono in prima persona, lavorano con
rinnovata forza morale al riscatto della propria terra, lottano per
vincere
l’amarezza dell’emigrazione, per debellare il degrado di tanti
quartieri delle
periferie cittadine e sconfiggere la sfiducia che induce a rinviare nel
tempo
la formazione di una nuova famiglia. Sono volti non rassegnati, ma
coraggiosi e
forti, determinati a resistere e ad andare avanti” (CEI, Per un Paese solidale. Chiesa italiana e
Mezzogiorno, 11).
In
tale contesto, mi piace
ricordare che
Giovanni Paolo II, nella nostra città, esortò tutti, e in modo
particolare, i giovani, all’impegno e alla responsabilità: «Nel
presente momento storico, non ci può
essere posto per la pusillanimità o l’inerzia (….). Alcuni forse hanno
pensato
di lasciare questo territorio (….) e si sono diretti altrove, in cerca
di
lavoro e di serenità. Può una comunità come quella di Catania
sopportare ancora
una tale immagine gravosa ed avvilente? (….) A tutti dico: state in
piedi, concittadini della martire Agata,
sappiate vincere il male con il bene! Colui che ha sconfitto il peccato
e la
morte è con voi!».
Rivolgo
un pressante appello alle
istituzioni politiche, alle amministrazioni comunale, provinciale e
regionale,
alle forze imprenditoriali, al mondo della cooperazione e alle
organizzazioni
sindacali, perché in vista del bene comune uniscano gli sforzi per
superare la
crisi occupazionale.
La
nostra comunità diocesana,
nella veglia di preghiera del 10 maggio, invocherà l’intercessione del
beato
Giovanni Paolo II, che da giovane lavorò, prima in una cava di pietra e
poi in
un fabbrica chimica, condividendo fatica, ansie e gioie con i compagni
di
lavoro, affinché il Padre, datore di ogni bene, al quale chiediamo di
“darci
ogni giorno il nostro pane quotidiano”, ci apra la strada per uscire
dalla
grave emergenza occupazionale, specie giovanile.
+SALVATORE
GRISTINA
ARCIVESCOVO