Che cosa
avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai
miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il
racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già
tutto.
Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no
grazie. Lo
so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento.
Ditemi
qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da
subito, ma
mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico.
Dall’orecchio della passione ci sento benissimo. Dimostratemi che vale
la pena
stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto
questo
c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio
il mondo
e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi,
soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe
riempire
la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e
sogni per
insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che
voi
siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi
possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per
insegnare
quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i
vostri
occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro.
Non potete
mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi
parlate dei
vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe
familiari e
sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No.
Parlatemi di
quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e
trasforma il
suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo
che
durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà
sempre la
stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di
Leopardi.
Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una
proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte
involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.
Ci
sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi
potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo
stupore
conosce.
E
ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a
costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli
dei, e come
hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E
ditemi il
segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al
solo
respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha
fatto
Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo
sapete
ditemelo.
Ditemi
come faccio a decidere che farci della mia vita, se non
conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia,
se non ho
un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi
per cosa
posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo
io, voi
fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei
talenti,
le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se
li
avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come
farò a
credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta
per la
grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri
reali e
virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi
annoiano…
Sfidatemi,
mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele
su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi.
Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma
allo
stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per
realizzarli
quei sogni, facendoli diventare progetti. Insegnatemi a ragionare,
perché non
prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal
pensiero non
pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e
non mi
raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio
di
classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo
quanto è
bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto
quello
che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami.
Insegnatemi i
luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben
chiuso
il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma
rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie
speranze, prima
ancora che io le abbia concepite.
Per
questo, un giorno, vi ricorderò.
Alessandro
D’Avenia - Avvenire, 11 settembre
2011