E’ iniziata una
nuova era di schedatura dei dipendenti pubblici per opinioni
politico-sindacali, a fare da cavia di questa surreale novità che
arriva dal Ministero dell’Economia sono coloro che lavorano a Parma.
Una nota datata 15 gennaio della Ragioneria dello Stato "dispone" che
non sono ritenute valide le iscrizioni ai sindacati se non sono
controfirmate dai capi degli uffici di appartenenza di ogni dipendente.
Nel caso specifico degli insegnanti, prima di iscriversi, cambiare
sigla sindacale, o anche cancellarsi da un sindacato, lo devono dire al
preside. Non basta più che un delegato del sindacato si occupi
personalmente delle procedure del caso, come avviene dal dopoguerra.
Una forma di controllo incredibile da dittatura sudamericana, che mette
in soggezione le persone sul luogo di lavoro, identificandole e
schedandole per opinione.
Esiste la legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori), all’art 8 vieta al
datore di lavoro “di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle
opinioni politiche, religiose o sindacali del
lavoratore”, esiste anche il più recente DPR 16 aprile 2013 n.62
(codice di comportamento dei dipendenti pubblici), che all’art.5
prevede esplicitamente che non si debba comunicare all’ufficio di
appartenenza l’adesione a partiti e sindacati.
Un atto di imperio che chiediamo di perseguire immediatamente, i
diretti destinatari di quest’attacco non ci stanno, Salvatore Pizzo,
della Gilda degli Insegnanti dice: “E’
gravissimo chiediamo ai Ministri Saccomanni, D’Alia e Carrozza di
interrompere questa indecenza, ci chiediamo perché sono partiti proprio
da Parma”.
Il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio, ha informato, per
adesso senza risposte, il Ministro Saccomanni, Il Ragioniere Generale
dello Stato Franco, ed il Garante della Privacy Soro. Critico anche
Simone Saccani della Cgil che ritiene gravissime queste pretese e
annuncia battaglia.
La Cisl esprime sorpresa e sconcerto tramite Maria Gentilini, ritiene
il caso di Parma “un palese attacco
che di fatto limita la libertà di scelta di appartenenza sindacale in
aperto contrasto con le norme che tutelano i dati personali”.
Dello stesso avviso anche Ernesto Devodier dello Snals – Confsal.
Salvatore Pizzo
gildaparma@gmail.com