Cinque scuole
italiane, quattro pubbliche e una paritaria, hanno superato le
selezioni internazionali, entrando a far parte per la prima volta della
rete globale delle "scuole changemaker" di Ashoka, l'organizzazione non
profit che riunisce gli imprenditori sociali di tutto il mondo.
I cinque istituti si sono distinti per metodi didattici
innovativi, presentandosi come "modello" per le altre scuole
nell'ottica del cambiamento. Come ha scritto Lorenzo Newman, nel libro
"Paura e Rischio" «sono le scuole il motore del cambiamento"e la prassi
applicata rivela che tanto si può realizzare "Basta volerlo!"
Tra i 200 istituti all'avanguardia censiti da Ashoka in oltre 30 Paesi
del mondo, sono stati premiati l'Istituto Ettore Majorana di Brindisi,
l'Istituto comprensivo San Giorgio di Mantova, il Collegio del Mondo
unito dell'Adriatico di Duino, la scuola Città Pestalozzi di Firenze e
il Liceo Attilio Bertolucci di Parma.
«Sono scuole innovative che vengono così messe in contatto per fare
rete e guidare le altre scuole italiane verso il cambiamento», spiega
Lorenzo Newman, consulente nel mondo dell'istruzione, che ha coordinato
il lungo lavoro di selezione e mappatura durato due anni. «L'obiettivo
è creare dal basso un movimento di scuole in grado di innovare la
didattica e interagire con i policy maker».
Elementari, medie e superiori all'avanguardia nella digitalizzazione e
in grado di rompere gli schemi della didattica tradizionale. Le
classiche lezioni frontali vengono abbandonate a favore di dibattiti e
lezioni tra pari. Si vedono bambini di quattro anni che fanno lezioni
sui dinosauri ai loro coetanei. Libri e quaderni lasciano spazio a
tablet e supporti tecnologici di ogni tipo. E dietro ciascuna
innovazione, ci sono presidi e insegnanti ambiziosi, che faticano ogni
giorno tra le mille difficoltà della scuola italiana per cambiare le
aule in cui vivono e lavorano.
Al liceo Majorana d Brindisi sono state addirittura abolite le cattedre
e nell'istituto comprensivo di Mantova, si trova addirittura un'aula
feng shui. L'intero ambiente della classe, senza la cattedra, è
strutturato per favorire una didattica di tipo collaborativo. Al centro
dell'aula c'è un'agorà dove gli studenti presentano i propri lavori;
uno spazio è riservato poi al montaggio dei video e un altro al relax,
perchè a scuola ci si rilassa per poter stare bene.
L'istituto di Brindisi ha lanciato un progetto (Book in Pogress) che
permette ai docenti di collaborare tra loro per produrre i libri di
testo, anche in digitale. E, risparmiando sui libri, le famiglie
possono investire nei supporti educativi tecnologici come i tale.
Nel liceo di Parma, invece, vengono proposte attività extrascolastiche
come fab lab, stampa 3d, coding, ma anche l'orto scolastico. E
nell'istituto comprensivo di Mantova, si trova addirittura un'aula feng
shui ed è anche una delle poche d'Italia ad avvalersi della
collaborazione di volontari in servizio civile per assistere gli alunni
con bisogni educativi speciali.
I cinque istituti sono accomunati anche da una vocazione internazionale
e a Mantova l'Erasmus comincia già alle scuole medie e a Duino
(l'unica paritaria delle cinque) vivono e studiano insieme più di 180
studenti provenienti da 80 Paesi diversi.
Le cinque scuole changemaker verranno messe in contatto con le altre
scuole selezionate all'estero, mettendosi al servizio del sistema
scolastico, condividendo buone pratiche e formazione.
L'obiettivo è una contaminazione positiva delle nostre aule scolastiche
e dei nostri insegnanti, troppo spesso bistrattati e non sempre
stimolati ad eccellere e a fare meglio e di più.
La mancata affermazione della "meritocrazia" spesso mortifica
l'entusiasmo e ci si adagia nel fiume che scorre, come ciotoli lisci
nel torrente, ove si addensa anche una patina di muschio limaccioso.
I giornali riportano anche la notizia che è stata inaugurata la prima
scuola media 'Senza zaino' abruzzese l'Istituto Comprensivo 'Pascoli'
di Silvi, in provincia di Teramo che, già dall'anno scorso, applica il
metodo alla scuola dell'infanzia e in due plessi della primaria.
"Abbiamo creduto in una scuola che fa le regole insieme agli alunni -
ha spiegato la dirigente Maristella Fortunato - il cui motto è 'aiutami
a fare da solo' e in cui gli alunni possono diventare custodi del
proprio ambiente, ma con la fortuna di trovare tutto a scuola. Si
tratta di una metodologia basata sui principi della responsabilità,
dell'autonomia e della comunità che sviluppa dinamiche in cui gli
alunni vengono educati al senso civico e alla condivisione, poiché le
cose sono di tutti. È il passaggio dal mio al nostro - ha continuato la
dirigente - in cui, ognuno apprende con il suo ritmo, ma insieme. I
bambini e i ragazzi crescono nella loro interezza, quindi non solo come
alunni, ma come cittadini e come persone".
Lo spazio e il tempo scuola che dovrebbero avere la caratteristica di
"tempo di apprendimento" qualifica il servizio e rende la scuola bella
e attraente, dove si possa star bene e crescere bene!
Giuseppe Adernò