COMUNICATO STAMPA
15-01-2010
Nonostante la class action contro la Pubblica Amministrazione sia stata quasi del tutto cancellata dal Governo e rimandata alle calende greche, il Codacons ha notificato oggi - data di entrata in vigore della normativa relativa alla P.a. - tre azioni collettive contro altrettante amministrazioni statali. Oggi infatti l'Ufficiale giudiziario ha notificato le tre diffide, previste dalla legge, cui seguirà dopo 90 giorni il ricorso al TAR del Lazio per la condanna delle amministrazioni ove non ottemperino alla diffida.
Con la prima class action - spiega l'associazione - si chiede al Ministero della salute, al Ministero dell'Economia e al Direttore Generale della sanità Fabrizio Oleari di risolvere subito il contratto con le industrie farmaceutiche relativo alla fornitura di vaccini contro l'Influenza A per il nostro paese. L'azione mira a far ottenere agli utenti del SSN (oltre 60 milioni di cittadini) i soldi già pagati dall'Italia per l'acquisto di 24 milioni di dosi del vaccino, soldi che rappresentano una spreco immane vista la scarsa adesione alla vaccinazione e l'allarme legato al virus H1N1 che fin dall'origine, non sussistendo i presupposti di una "pandemia" come definita dall'OMS, era del tutto infondato ed esagerato.
Il risarcimento - che viene chiesto, come sancito all'art. 1 comma 6 D.lgs.vo 198/2009, sulla base dell'art. 7 della legge n. 205 del 2000 - è pari ai 186 milioni di euro spesi per l'acquisto dei vaccini inutilizzati e corrispondente alla somma della frazione di spettanza per ciascuno degli iscritti al SSN (fonte Istat: 60.067.070 persone) dell'importo di 3 euro circa, oltre a 50 euro di risarcimento "simbolico' per ogni iscritto, per un totale di oltre 9,3 miliardi di euro.
Con la seconda class action si chiede al responsabile del Dipartimento della Protezione Civile, ai Sindaci, alle Province e alle Regioni interessate di mettere in sicurezza, entro 90 giorni, alcune zone a rischio frana già individuate dalle pubbliche autorità (Roccaraso, Noli, Civitanova del Sannio, Erice, AciCastello, Santa Marinella, Mandatorriccio, San Lorenzo Maggiore, Gavazzana), e di disporre un risarcimento in favore degli abitanti di questi comuni a rischio, per i pericoli corsi ancora oggi a causa del dissesto del proprio territorio. La misura del risarcimento stimata dal Codacons è pari a 100.000 euro a famiglia, e i cittadini interessati sono oltre 75.000, per un totale di circa 7,5 miliardi di euro, oltre ai costi sostenuti per "mettere in sicurezza' da soli la propria casa!
Con la terza azione collettiva si chiederà - decorsi i 90 giorni dalla diffida notificata oggi - al Tar del Lazio di ordinare al Ministero della Pubblica istruzione e ai 20 Direttori scolastici regionali di rispettare il limite previsto dalle leggi vigenti di 25 alunni per aula. I genitori degli studenti costretti a fare lezioni in classi sovraffollate e dove il numero di alunni supera le 25 unità, così come i docenti, possono aderire alla class action e chiedere un risarcimento che il Codacons stima in 250 euro a studente. Nel ricorso si chiede la restituzione alle famiglie di una parte della tassa scolastica pagata in proporzione al minore spazio a disposizione di ciascun alunno (la legge prevede 1.80 mq per alunno nelle scuole materne, elementari e medie e 1,96 mq/alunno nelle scuole superiori), oltre il danno connesso al rischio per la sicurezza e la diminuzione del servizio istruzione reso ridicolo da classi pollaio di 35-40 alunni a causa dei tagli agli organici del personale docente.
Sulla base delle sole segnalazioni pervenuteci (oltre 150 istituti per 4.100 alunni) la somma richiesta è pari a oltre un milione di euro.
"I tre ricorsi - spiega il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - interessano milioni di cittadini e, come prevede la legge, sono stati notificati oggi ai soggetti tenuti ad adottare entro 90 giorni i provvedimenti previsti dalla legge 241/90. Dopo lo scippo di Brunetta che ha rinviato sine die, con la scusa di fissare gli standard qualitativi dei servizi, la class action più importante, quella cioè contro i gestori di servizi pubblici (telefoni, poste, gas, luce, acqua, ecc.) , abbiamo potuto agire contro i ministeri solo per le pesanti inadempienze in base all'art. 1 co. 1 della nuova legge, e abbiamo voluto centrare tre problemi fondamentali per i cittadini: la salute, con i soldi sprecati attraverso l'inutile acquisto dei vaccini che ha prodotto il danno di diminuire le prestazioni sanitarie del SSN, la sicurezza veramente poca nei comuni abbandonati in zone franose come tali individuate già dalle stesse autorità pubbliche, e l'istruzione pubblica che ha costretto studenti e docenti in classi pollaio!'