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Didattica: La tematizzazione dei conflitti nella letteratura Italiana Otto-Novecentesca
Istituzioni Scolastiche
Giorno 28 febbraio 2024 alle ore 15 presso l'Aula Magna del Liceo "Lombardo Radice" di Catania (Via Imperia, 21) avrà inizio il corso dal titolo "La tematizzazione dei conflitti nella letteratura italiana otto-novecentesca", ideato e organizzato dai docenti Alberto Bertino, Marcella Labruna e Novella Primo in continuità con un progetto di potenziamento dello studio della letteratura italiana contemporanea in dialogo tra scuola e università, già avviato negli anni precedenti. Le lezioni-conferenza, come da locandina allegata, saranno tenute dai professori Agnese Amaduri, Milena Giuffrida e Andrea Schembari, afferenti al Dipartimento di Scienze Umanistiche (DiSUM) dell'Università di Catania e avranno la durata di circa due ore. Il tema della guerra nella letteratura italiana sarà approfondito in riferimento ad alcune opere di Federico De Roberto, Carlo Emilio Gadda e Leonardo Sciascia. Il corso è rivolto agli studenti delle classi quarte e quinte dell'Istituto; chiunque fosse interessato a partecipare potrà prenotarsi, inviando una e-mail a marcella.labruna@lombardoradicect.edu.it.
Postato da Michelangelo Nicotra Venerdì, 01 marzo 2024 20:35:38 (1149 letture)

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Didattica: Reali e Continuo: SIC ET SIMPLICITER? Numeri iperreali e Analisi Non Standard
Redazione

Lettera ai gentili colleghi di Matematica e Fisica

REALI E CONTINUO: SIC ET SIMPLICITER? Numeri iperreali e Analisi Non Standard

Estensione degli insiemi numerici

L’estensione degli insiemi numerici è stata una costante della storia della matematica. Infatti, si è passati da N ai razionali assoluti, poi a Z e a Q, quindi a R e infine a C. E spesso i nuovi “oggetti numerici” sono stati osteggiati o hanno comportato difficoltà di accettazione. Ciò è attestato da alcuni fatti storici. In Cina e India i numeri negativi - legati a debiti e crediti – sono presenti già poco dopo il 200 a. C., mentre Diofanto (III secolo d.C. e al-Khwārizmī (IX secolo d.C.) - il “padre dell’algebra” - che si attenevano ai modelli geometrici di Euclide, li consideravano “numeri assurdi”. Per quanto concerne i numeri irrazionali, a parte il trauma causato dalla loro scoperta nel IV a.C. sulla cultura filosofico-scientifica greca, Stifel, intorno al 1500, scriveva: “Proprio come un numero infinito non è un numero, così un numero irrazionale non è un vero numero”. Ma essi vennero comunque utilizzati malgrado non ce ne fosse una definizione rigorosa. E, anche Eulero (1707-1783) li considerava tali. Veniamo ai numeri complessi. Si sono presentati da soli, a Cardano prima e a Bombelli dopo, nella seconda metà del Cinquecento, nell’applicare le formule risolutive per mezzo di radicali delle equazioni algebriche generali di secondo e terzo grado. Furono chiamati da Bombelli numeri “silvestri” e da Cartesio numeri “immaginari”. Hanno trovato, inaspettatamente, straordinarie applicazioni, oltre che in matematica anche in fisica e ingegneria (a esempio, in fluidodinamica, elettromagnetismo e relatività).

download intero elaborato "Estensione degli insiemi numerici"

Alfio Grasso grassoalfino@yahoo.it
Postato da Michelangelo Nicotra Giovedì, 12 ottobre 2023 08:56:05 (1478 letture)

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Didattica: Critiche sulla definizione di angolo come 'parte di piano' l’angolo giro non esiste!
Redazione
Ai colleghi docenti di matematica.
Circa quattro anni fa mi è stato pubblicato su Aetnanet un articolo dal titolo “All’angolo”, in cui presentavo alcune gravi contraddizioni originate dalla definizione di angolo come “parte di piano”, e, conseguentemente dal cosiddetto angolo giro, di cui dimostravo l’inesistenza.
Più di milletrecento ne hanno letto almeno il Riassunto, che esprime il nocciolo del problema. Nessuno dei colleghi mia aveva contattato, neppure per dire che le mie argomentazioni erano errate. Successivamente, l’articolo era stato pubblicato sul Periodico I-II della Mathesis Nazionale del 2019 e sui Quaderni di Matematica dell’Università di Palermo, dopo che al GiMat del 2018 avevo svolto una Comunicazione dal titolo “L’angolo giro non esiste”.
Avevo inviato l’articolo al Direttore del Dipartimento di matematica di un prestigioso Istituto di Catania, e questi, con squisita cortesia, non mi aveva neanche risposto di avere ricevuto il file. Un mese fa ho inviato l’articolo, ancora più preciso e puntuale nelle argomentazioni, alla Mathesis Nazionale, che è stato visionato dalla Commissione Scientifica, e sono stato invitato a tenere una Comunicazione al Congresso Nazionale che si terrà Verona e Firenze, che terrò il 13 Novenmbre. A questo punto ho ritenuto opportuno riproporre questa nuova versione.
Se qualcuno, nonostante le varie verifiche cui è stato sottoposto l’articolo, vi trovasse errori concettuali, gradirei che me lo segnalasse, argomentando razionalmente.
Alfio Grasso
grassoalfino@yahoo.it
Postato da Michelangelo Nicotra Domenica, 07 novembre 2021 20:48:15 (4215 letture)

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Didattica: I desideri del Ministero Bianchi: scuola in presenza, “come prima e più di prima”
Redazione
Nel corso di un’intervista il Ministro Patrizio Bianchi ha quasi disegnato la nuova scuola, manifestando desideri e aspettative.
Mi piacerebbe che nella nuova normalità i ragazzi di una scuola di Napoli possano condividere le loro attività con una scuola del Piemonte, oppure che le scuole di Napoli, di Milano o di Palermo, potessero condividere attività con una scuola di Dusseldorf, di Praga o di Bratislava“.
 Mi piacerebbe che i nuovi strumenti possano essere usati con la coscienza di avere nuovi strumenti, per cui io so scrivere – e saper scrivere è importante perché significa avere il controllo della parola – ma so usare anche un video, l’immagine, il suono, la musica“.
Vorrei una nuova normalità fatta di un Paese più conscio di quello che siamo, dei limiti ma anche delle capacità.
Vorrei una scuola che fosse più capace di sentirsi il centro della nostra comunità nazionale. 
Vorrei una scuola in cui non soltanto la sicurezza dei corpi, ma delle persone fosse diffusa e condivisa.
Vorrei una nuova normalità, che sia per tutti, in cui tutti i ragazzi del nostro Paese, in qualsiasi posto abbiano avuto le proprie origini, sentano di avere gli stessi diritti e sentando di diventare anche portatori degli stessi doveri.

Giuseppe Adernò
Postato da Andrea Oliva Mercoledì, 09 giugno 2021 08:00:00 (4186 letture)

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Didattica: A 'Tutta un’altra storia' (MCTV), 'Dante. L’etica e la politica nella Divina Commedia', con il prof. Nuccio Palumbo. Venerdì 7 maggio 2021, ore 20.30
Redazione
Si parlerà dell’etica, della spiritualità e del pensiero politico di Dante Alighieri, nella trasmissione web di “Tutta un’altra storia” che, come ogni settimana, andrà in onda, in diretta, venerdì 7 maggio 2021, alle ore 20.30, su MCTV, la prima Tv Web siciliana (nella pagina Fb, nel canale Youtube, e nel sito mc.tv.it). La puntata speciale, in occasione delle celebrazioni per il Settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, avvenuta il 14 settembre 1321, vuole ricordare il sommo poeta, evidenziando, soprattutto, l’aspetto etico, spirituale e l’attualità del suo pensiero politico. Dante, uomo del Medioevo e precursore del libero pensiero moderno, Dante, intellettuale e politico, protagonista della Firenze del suo tempo, dove visse e operò, prima “dell’amaro esilio”. La trasmissione, dal titolo, “Dante. L’etica e la politica nella Divina Commedia”, avrà come ospite il prof. Nuccio Palumbo, e sarà condotta da Angelo Battiato.

Angelo Battiato
Postato da Angelo Battiato Martedì, 04 maggio 2021 18:00:00 (5065 letture)

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Didattica: Scuola, ecco le modalità di rientro per tutti gli istituti in Sicilia
Istituzioni
26 aprile 2021
Dal 26 aprile asili nido, scuole materne, scuole elementari e scuole medie in presenza al 100 per cento fino alla fine dell'anno scolastico. Scuole superiori con attività in presenza dal 50 al 100 per cento in base al "colore" del territorio. Lo specifica una circolare firmata dall'assessore regionale all'Istruzione e formazione professionale, Roberto Lagalla, in materia di apertura degli istituti scolastici di ogni ordine e grado nella Regione Siciliana. Le disposizioni saranno in vigore fino alla conclusione dell'anno scolastico, salvo ulteriori provvedimenti.
Questi i dettagli della circolare appena firmata:
-Servizi educativi e della scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado: Indipendentemente dalla classificazione di rischio attribuita alla regione e al singolo territorio comunale, per tutti è previsto lo svolgimento in presenza al 100 per cento delle attività didattiche fino alla fine dell'anno scolastico.

 

Postato da Andrea Oliva Lunedì, 26 aprile 2021 14:26:31 (3240 letture)

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Didattica: Trasformazioni del piano e coniche: una proposta didattica
Redazione
In un mio precedente intervento, già pubblicato sul sito, mi sono occupato diffusamente della parabola, che dovrebbe essere trattata per prima per i suoi legami con equazioni e disequazioni di secondo grado.
Presento ora le altre coniche, mettendo in rilievo che l’intento di questo lavoro non è svolgere una trattazione completa delle stesse, quanto presentarne un’esposizione che si basa sulle trasformazioni del piano, mettendone così in rilievo l’importanza (Nei libri di testo esse sono svolte, en passant, dopo la geometria tradizionale e diventano così un inutile orpello. Mentre la trattazione della geometria mediante le trasformazioni, suggerita dal Programma di Erlangen di Klein del 1872, è presente già dal 1977 negli interessanti testi Il metodo matematico di Lombardo Radice e Mancini Proia, e Matematica come scoperta di Prodi. L’uso delle trasformazioni, delle quali quella chiave è la simmetria bilaterale, è suggerita dalla natura, che, circa seicento milioni di anni fa, “scoprì” che essa era la più adatta nella costruzione degli esseri viventi, ed era economica: “due al prezzo di uno”. E l’arte di tutti i popoli in ogni luogo testimonia come l’uomo ne sia stato influenzato.
Nel campo specifico della geometria, l’utilizzo delle trasformazioni consente:...

Alfio Grasso
grassoalfino@yahoo.it
Postato da Michelangelo Nicotra Domenica, 01 novembre 2020 09:00:00 (3646 letture)

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Didattica: La scuola, luogo della memoria e della speranza
Redazione
La scuola è il luogo più sicuro al mondo. Ma non per i banchi monoposto, per le mascherine monouso, per il distanziamento d’un metro, per la didattica a distanza. No di certo! Ma perché la scuola è sedimento di memoria, di cultura, di saperi. Perché è luogo deputato alla conservazione del bello e del buono, del giusto e del vero, del pulito e del possibile, dell’utile e del geniale. Di più. Perché la scuola è palestra di vita e d’affetti, d’amicizia e d’allegria, d’esperienza e di ricordi, di crescita umana e di maturazione. Di più. Katòs kài agathòs. Pathos ed ethos. La scuola ci conduce per mano in mondi lontani e meravigliosi, ci apre varchi impensati e inattesi, ci trasporta in fantastiche avventure. In poche parole, ci apre alla vita.
Fateci caso, alla fine nessuno si ricorderà della “regola di Ruffini” o della “terza legge di Keplero”, ma della “compagna del primo banco”,....

Angelo Battiato
Postato da Angelo Battiato Martedì, 27 ottobre 2020 08:05:08 (3642 letture)

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Didattica: Avviso prot. n.1722 del 28 settembre 2020
Ministero Istruzione e Università
#DidatticaDigitale: AVVISO per la presentazione di Manifestazione di interesse rivolto ai fornitori di piattaforme di e-learning e risorse educative digitali a supporto all’attività didattica con speciale attenzione agli studenti in situazioni di particolare difficoltà.

Documenti Allegati
Avviso prot. n.1722 del 28 settembre 2020
Allegato A - dell'Avviso prot. n.1722 del 28 settembre 2020

miur.gov.it
Postato da Andrea Oliva Martedì, 29 settembre 2020 07:00:00 (1998 letture)

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Didattica: In arrivo 3 milioni di euro per kit e corredi scolastici. Già stanziate risorse per libri gratis: ne usufruiranno oltre 425 mila studenti. Azzolina: 'Il Ministero al fianco delle famiglie'
Ministero Istruzione e Università

Giovedì, 27 agosto 2020

Kit e corredi didattici standard e innovativi, strumenti per la didattica digitale integrata, quaderni, astucci, diari. Sono tutti materiali che potranno essere acquistati dalle scuole con i fondi stanziati dal Ministero dell’Istruzione, quasi 3 milioni di euro, da utilizzare per venire incontro alle necessità delle studentesse e degli studenti meno abbienti delle scuole del primo e del secondo ciclo e dei CPIA, i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti.

Il finanziamento arriverà direttamente alle scuole, in un’unica soluzione, prima dell’inizio dell’anno scolastico. Il Ministero ha già individuato gli Istituti destinatari, dando priorità a quelli con indici più alti relativi a dispersione scolastica e disagio negli apprendimenti e in base allo status socio-economico della popolazione di riferimento. Oggi è partita la nota informativa alle scuole interessate.

miur.gov.it
Postato da Andrea Oliva Venerdì, 28 agosto 2020 07:15:00 (2017 letture)

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Didattica: Quanto ci manca Pasolini!
Redazione
Quanto ci manca Pierpaolo Pasolini in questa nostra Italia, in balia del vento della banalità e dell’indifferenza, battuta dalle onde dell’ignoranza e dell’odio e affogata in un mare di superficialità. A tutti i livelli. Dai salotti buoni della finanza, agli uffici dei politici e delle direzioni dei giornali. Soprattutto di un “nord” pasciuto e cresciuto nel mito di essere apripista e classe dirigente dell’intero Paese. Quanto ci manca Pasolini! Quanto ci manca il suo “sapere”, la sua capacità di leggere e di decifrare l’anima degli uomini, il suo capire il senso profondo dell’umanità, di intuire i mali oscuri della nazione. “Credo che i meridionali, in molti casi, siano inferiori”, una frase senza senso, senso costrutto, sgrammaticata eticamente e moralmente, proferita in diretta televisiva, da chi, veramente, ha un deficit di maturità, di lungimiranza, di coraggio, di profondità culturale. Si, di cultura. Perché la cultura non è una parola imbellettata, incipriata e passata a setaccio nei corsi di laurea; non è l’uomo incravattato e vestito a festa, che sa parlare. No!

Angelo Battiato
Postato da Angelo Battiato Mercoledì, 17 giugno 2020 07:00:00 (2720 letture)

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Didattica: ‘Fatti non foste a viver come bruti. Ma per seguir vertute e canoscenza”’ - Il viaggio di Dante pellegrino, speculare a quello di Ulisse esploratore
Redazione
Come Ulisse è Dante, si somigliano per certi versi; ambedue sono sempre in movimento , sempre in viaggio. Ma il mondo di Ulisse non è l’Universo ordinato dell’uomo medievale ; il viaggio dell’eroe pagano non è - né potrebbe esserlo - in consonanza con quello del cristiano Dante. Il Fiorentino è un pellegrino in cammino verso la visione di Dio, la sua fiamma di conoscenza è volta alla ricerca della Verità; e in essa si appaga e si redime. Il pagano Ulisse, è un esploratore, il suo viaggio è , in tal senso, “speculare” a quello di Dante; l’eroe greco svolge il suo percorso senza staccarsi dalla realtà terrena; spinto da uno sfrenato desiderio di conoscenza e da una forte sete di gloria , non riconosce limiti alla intelligenza umana.

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Domenica, 03 maggio 2020 09:00:00 (3535 letture)

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Didattica: Tre discorsi sull’ebraismo - Gershom Scholem
Redazione
Questo esile testo è il mio primo approccio con Scholem;  ne sono rimasto stupito per la profondità e l’originalità delle riflessioni.Credo che debba essere una lettura necessaria per chi vuole comprendere che cosa sia oggi l’ebraismo ,come religione,come cultura e quali siano le questioni vive che l’attraversano. Popolo ebraico e religione ebraica sono sempre la stessa cosa? Che significato puo’ avere l’ebraismo senza la religione ebraica? L’ebraismo ora che ha trovato la sua terra originaria è sempre lo stesso? Quali sono i tratti distintivi di questa religione? Dei ragionamenti  di Scholem porterò in sintesi molto succinta quelli che di più sono riuscito a connettere con le mie esperienze e conoscenze;quello che dirò non è quindi una presentazione fedele di tutto quello che vi è scritto. Al centro delle riflessioni del pensatore ebraico si impongono le questioni che riguardano  la sua religione, che ha come fondamenta la rivelazione sinaitica e la tradizione ininterrotta di interpretazioni  che hanno cercato di attualizzarla, di renderla disponibile nel tempo e nelle situazioni.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Mercoledì, 12 febbraio 2020 08:00:00 (3577 letture)

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Didattica: De Sanctis, un maestro
Redazione
"Acquistai autorità sui discepoli, e l’impressione fu durevole, perché, con quel fine fiuto dei giovani, sentivano che in quelle lezioni io ci mettevo tutto me, ed ero sincero, e non c’era ciarlataneria, e serbava modestia e naturalezza….Io non mettevo nessuna cura a velare i miei lati deboli; mi mostravo tutto al naturale, e mi piaceva di stare in loro (dei discepoli, n.d.r.) compagnia e spassarmi insieme con loro. Così nacque quella parentela spirituale che non si ruppe mai più, e che ancora oggi m’intenerisce, quando qualcuno di quei giovani mi viene innanzi alla mente” ( Francesco De Sanctis, La giovinezza ,. ed. Perinetti Casoni, 1945)- ! Così De Sanctis scriveva nel 1889, nel frammento autobiografico della sua giovinezza. Marciscono, in vero, le nozioni, quando sono impartite meccanicamente dagli insegnanti, e non trovano ricadute didattiche significative sulle esperienze della vita quotidiana dei giovani; e sono inutili, anche, se non colpiscono il materiale e l’immaginario del loro cuore e della mente;

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Giovedì, 16 gennaio 2020 09:30:04 (2600 letture)

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Didattica: Modo INDICATIVO o CONGIUNTIVO?
Redazione
L'uso del congiuntivo si è fatto sempre più raro nella pratica della quotidiana comunicazione verbale, addirittura scomparso nel linguaggio nudo e crudo facebookkiano! Ai giovani non piace codesto modo, forse perché Il congiuntivo vive fuori della grazia delle loro certezze, è meno franco e spiccio, e virile, del modo dell'indicativo. E' più sottile, più cerimonioso, raffinato, delicato, il congiuntivo, talora fin troppo da parere un modo della ipocrisia velata smancerosa e perbenista. Una cosa è certa: non ama l'urlo, i toni forti, il congiuntivo; è vero! E' problematico, possibilista, diplomatico; certo più adatto alle complicità, ai compromessi, che alle decisioni ineluttabili e irreversibili. Il congiuntivo è il modo del desiderio cortese, del timido supporre, del sussiego di chi non sa, e non vuole, imporre o comandare niente a nessuno! E', per così dire, il congiuntivo, più il modo della Dissimulazione onesta che del Principe. Ma ai giovani piace un pensiero assertivo, prammatico; piace pensare all'indicativo, per dire che tutto "dipende" da loro piuttosto che accettare che nulla "dipenda" da noi! Per quanto mi riguarda, sinceramente non saprei dire se abbiano ragione o no. Dipende!

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Venerdì, 13 dicembre 2019 07:00:00 (2813 letture)

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Didattica: Je regrette ...
Redazione
Il Natale si aspettava dagli inizi di dicembre quando ero bambina: albe fredde e notti ad indovinare le stelle, contarle anche dietro l'ombra delle nuvole, facendo la corte alla luna. Con mia madre si andava per anfratti a raccogliere il muschio a Tresolino, una nostra terra davanti alla casa del nonno paterno e bisognava fare attenzione a staccarlo intatto e a posarlo con delicatezza come abito di seta. Il paniere luccicava di quel verde rugiadoso e mia madre reggeva con le mani vassoi improvvisati come trofei, doni preziosi.
Già il presepe era nei nostri occhi ed i pastori più antichi ogni anno venivano riparati. Io amavo di più l'albero che arrivava superbo a casa portato da Salvatore, il contadino fedele, col viso scavato e bruno, come certe statue di santi nelle chiese, gli occhi vivaci e le mani virtuose. Lui portava doni, le arance bellissime, le verdure dai fogliami folti come capelli di donna, il cappone da lui curato, un formaggio piccante che trasudava olio. Aiutava mia madre a sistemare l'albero e rimaneva con noi a volte anche a pranzo.

Sara Gentile
Postato da Nuccio Palumbo Giovedì, 12 dicembre 2019 08:00:00 (2566 letture)

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Didattica: 12 dicembre 1969. La strage di Piazza Fontana. Quando l’Italia perse l’innocenza
Redazione
Tutto ebbe inizio cinquant'anni fa. Esattamente venerdì 12 dicembre 1969, ore 16.37. Milano, piazza Fontana, presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura. Un ordigno piazzato nel salone principale dell'istituto di credito scoppiava mentre ancora all'interno dell'edificio si trovavano molte persone. Fu una strage, morirono 17 persone, delle quali 13 sul colpo, e 87 feriti. Fu la "madre di tutte le stragi" e di tutti i misteri d'Italia, l'inizio degli anni di piombò. Quel giorno la Repubblica italiana perse l'innocenza, per sempre. In quegli stessi momenti un altro ordigno, inesploso, venne rinvenuto in piazza della Scala, a Milano, mentre a Roma, altri tre attentati provocarono 16 feriti, uno nella sede della Banca Nazionale del Lavoro, uno a piazza Venezia e un terzo presso l'Altare della Patria. Impossibile parlare di pura coincidenza. Qualche "mente raffinatissima" muoveva le fila. Iniziavano gli "anni di piombo", la "notte della Repubblica", la "strategia della tensione".

Angelo Battiato
Postato da Angelo Battiato Giovedì, 12 dicembre 2019 07:00:00 (2821 letture)

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Didattica: Uno scrittore non finisce mai di dire quello che ha da dire. Calvino, 28 anni dopo
Redazione
Il mito del labirinto si fonda sull'opposizione dialettica tra ordine e caos. In realtà, esso, solo in età moderna acquista una categorizzazione psicologica inquietante. Il labirinto, infatti, come emblema di mistero, è un'idea che nasce nel secolo XVII, col barocco; appartiene a quest'epoca storica la fioritura iconografica del labirinto come luogo di disorientamento e di disordine, espressione della condizione tragica dell'esistenza umana smarrita di fronte all'inestricabile, e insieme attratta dalla sfida di venire a capo dell'intrigo, dell'ingarbugliamento. Nell'immaginario della letteratura del Novecento, codesta attrazione, mediata anche dalla eredità ottocentesca del romanzo gotico, e dalle filosofie in vario modo irrazionalistiche, ha assunto le caratteristiche della ricerca spasmodica delle ragioni dell'essere; ragioni che sfuggono, irrelate come sono con la complessità labirintica, nascoste nelle strutture stesse del disordine, ma alle quali, tuttavia, non possiamo rinunciare, pena un andare disorientante e disordinato, che sarebbe come un riconoscimento di sconfitta, un perdersi e uno smarrirsi nel "non senso" angosciante dell'esistenza.

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Mercoledì, 11 dicembre 2019 09:00:00 (2785 letture)

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Didattica: Quasimodo, un nostro classico!
Redazione
Lessi Quasimodo per la prima volta quand'ero al IV Ginnasio; non a scuola lo lessi, s'intende, ché, allora, non si concepivano simili letture divaganti dai nostri un po' stagionati e pigri programmi scolastici ministeriali; ma nella vetusta e polverosa biblioteca comunale del mio paese, per mio conto e mio divagamento, là in un cantuccio dell'unica sala di lettura, vicino alla stufa, d'inverno, alla finestra aperta sul cortile fiorito, d'estate. Sedimentati negli anni del Liceo, pochi versi rimasero, in verità, chiari e accessibili alla mia mente; il resto lo dimenticai come cosa oscura e sibillina. Oscurità, credo, accentuata in me, fra l'altro, da una gran confusione di lettura sincronica di "Tutte le poesie", che, mentre non mi offriva nessun punto certo di partenza e di orientamento, confondendomi il centro con la periferia (se mai poi vi fossero di codeste differenze nelle poesie di Quasimodo, e non fossero, invece, centro e periferia, che poli dialettici di un unico continuum poetico), tanto meno poteva darmi - simile metodo di lettura - la possibilità di cogliere lo spessore delle stratificazioni storiche di quella poesia, il suo processo di svolgimento per linee interne, oltre che esterne, di intuire l'intelligenza profonda della parola quasimodiana che cresceva sopra se stessa, divenendo sempre più amaramente saggia e divinamente presaga attraverso un continuo tormentato processo di autoriconoscimento, di autoanalisi, di autocritica, tanto da sembrare, alla fine, il suo lo svolgimento di un processo contraddittorio.

Nuccio Palumbo
Postato da Michelangelo Nicotra Domenica, 08 dicembre 2019 08:00:00 (2354 letture)

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Didattica: Ci vuole della buona pedagogia
Redazione
La scuola che abbiamo alle spalle è stata nelle sue varie manifestazioni una scuola nazionale;incardinata nelle finalità proprie di una nazione. Non credo, però che si possa ancora restare in questo ambito di finalità. Dopo due guerre mondiali, dopo la shoah, dopo la fine del colonialismo, dopo la costruzione della Comunità Europea, la scuola in una nazione democratica deve avere un respiro e un orientamento più vasti; deve porsi come luogo in cui si formano i cittadini del mondo e in cui si educa alla solidarietà umana, al rispetto di ogni persona,al confronto delle culture e delle civiltà. La missione della scuola è stata sempre quella di educare a vivere con gli altri; ma oggi gli altri sono quelli che vengono da molto lontano, vivono molto lontano e sono diversi da noi e diversi tra di loro. La scuola oggi ha responsabilità di fare vivere armoniosamente e quotidianamente le diversità, di porsi consapevolmente come antidoto contro l'imperversare di sentimenti di odio, contro la manipolazione dell'informazione che di fatto ne è strumento; la scuola oggi o diventa scuola del dialogo o non è scuola; dialogo tra gli alunni; dialogo tra docenti e docenti; tra alunni e docenti; dialogo tra alunni e il sapere; dialogo tra scuola e società. Per respirare un po' di aria buona bisogna liberarsi dalle mitologie che vogliono una scuola nuova ad ogni cambio di stagione.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Sabato, 07 dicembre 2019 07:00:00 (2519 letture)

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Didattica: 'A cugnizioni familiare: fondamento della civiltà romana
Redazione
Che cos'è 'a "cugnizioni"? Cosa rappresenta, cosa significa, come spiegarla!? E soprattutto, cosa c'entra con l'impero romano!? Io credo che la storia della civiltà romana, dalla repubblica all'impero, non può essere compresa fino in fondo se non si capisce cos'è 'a cugnizioni", se non si comprende il concetto e il significato di questo termine e il suo senso profondo. Perché dietro questa semplice "paruledda" - ne sono convinto e proverò a spiegarlo - si nasconde la grandezza e la potenza millenaria di Roma. In questa espressione ci sta l'essenza, l'identità e la ragione stessa dell'esistenza di Roma, il motivo della sua forza e della sua continuità storica. Anzi, dirò di più, l'intera civiltà romana, durata oltre mille anni, trae fondamento da questa parola, si poggia su questo concetto, ne trae sostanza e vitalità. 'A cugnizioni. Nella cultura romana la famiglia era il fondamento e il cardine della società, era un'istituzione sacra su cui si fondava la Stato, la nazione, l'identità, la tradizione, l'economia.

Angelo Battiato
Postato da Angelo Battiato Domenica, 24 novembre 2019 06:00:00 (2952 letture)

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Didattica: Attualità della Commedia di Dante
Redazione
La Commedia è anzitutto un'opera di grande poesia e di forte impegno esistenziale; e per questo si pone come invito alla riflessione per l'uomo di tutti i tempi; si pone come un'opera, che, a noi lettori "extralocali" del secolo XXI, al nostro mondo globalizzato, alla nostra società post-moderna, e "fluida", caratterizzata dalla frammentarietà, dalla precarietà, dal "pensiero debole", disorientata dalla eteronomia dei riferimenti etici, appiattita tutta sul presente, e non sempre facilmente pronta a distinguere il bene dal male, la libertà dall'asservimento occulto ai media, il libero arbitrio dall'anarchia sterile e distruttiva, il contingente dal necessario, il finito dall'Infinito; inaridita e schiavizzata dalla civiltà dei consumi, può fornire ancora risposte valide e seri spunti di riflessione.
Il perché può esserci ancora utile, e interessante, la Commedia, è presto detto:...

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Sabato, 23 novembre 2019 06:30:00 (2572 letture)

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Didattica: La letteratura è artificio e menzogna. I Novissimi dell’avanguardia degli anni ‘60
Redazione
"Ogni universo è in primo luogo un universo linguistico in quanto è proprio una morfologia ed è sottoposto a tutta l'arbitrarietà delle morfologie. [...] Io credo che ci sia un piccolo equivoco: l'idea che quando si usa la parola "linguaggio" si alluda a qualcosa che significa. Il linguaggio, a mio avviso, è semplicemente organizzazione. Di niente. Organizzazione di se stesso". Lo scrittore non è altro che un raffinato giullare, un " fool". In quanto tale "egli non può tenere discorsi, non può commentare, non ha pareri, non consente né dissente; ma gli si concede, anzi si vuole che egli straparli, scioccheggi, strologhi, berlinghi, fàbuli e affabuli, concioni agli inesistenti, spieghi carabattole, ed a se stesso dia torto e ragione, si insulti ed approvi, si accetti e ripudi, In quel che dice molte materie e qualità si invischiano: ma non mai la verità, e non mai il suo contrario" (G. Manganelli). Quant'è travagliata e miscidata la storia delle nostre patrie lettere, e quanto grande, d'altra parte, la giullaresca adattabilità dei nostri maitres à penser, di fronte a certe pressure avanguardistiche!

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Venerdì, 15 novembre 2019 07:00:00 (2520 letture)

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Didattica: Classicismo romantico del Carducci
Redazione
Sulla poesia del Carducci la critica si è variamente espressa, ora per evidenziare il carattere retorico ed accademico del suo classicismo, ora per precisarne il significato polemico positivo e salutare esercitato nei confronti della più sfumata ed edulcorata poesia tardo-romantica. Nell'un caso e nell'altro non si è andati spesso fuori di un giudizio interessato e di parte, troppo schematico per essere esaustivo, o troppo rigido e convenzionale per poter accogliere e far propri i temi e le forme della più intima e complessa ispirazione poetica carducciana.(1) L'interpretazione del Croce, per esempio, se è valsa a contrapporre polemicamente l'ideale della "sanità" del classicismo del Carducci come l'antidoto più sicuro contro il "veleno delle vacue fantasticherie romantiche, ha finito, poi, per mitizzare la figura del poeta-vate "scudiero dei classici", precludendosi ogni ulteriore approfondimento dello svolgimento della esperienza lirica carducciana.(2) Per non dire di quei critici che, più carducciani dello stesso Carducci, hanno voluto negare persino la presenza di venature romantiche nella sua poesia, ritenendo il classicismo ...

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Martedì, 12 novembre 2019 10:00:00 (2813 letture)

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Didattica: 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino. 9 novembre 1989 - 9 novembre 2019
Ministero Istruzione e Università
Come noto, con legge 15 aprile 2005, n. 61, la Repubblica italiana ha dichiarato il 9 novembre «Giorno della libertà», quale "ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo".
A trent'anni dalla caduta del Muro, si invitano le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, in particolare le scuole secondarie, a promuovere iniziative volte alla conoscenza dei fatti che portarono il 9 novembre 1989 ad un processo di integrazione e incontro di persone e culture, in una prospettiva di consolidamento in Europa dei valori di democrazia e libertà.
Nel rispetto dell'autonomia scolastica, le scuole potranno avviare percorsi e progetti didattici che sviluppino la tematica sotto il profilo storico e storiografico, letterario, artistico e filosofico, per favorire negli alunni e negli studenti la piena consapevolezza del ruolo fondamentale della memoria, anche per la comprensione delle dinamiche e dei fenomeni che stanno caratterizzando il mondo attuale.

Si confida nella consueta, fattiva collaborazione.

Il Direttore Generale
Maria Assunta Palermo
Postato da Michelangelo Nicotra Sabato, 09 novembre 2019 11:00:00 (2285 letture)

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Didattica: La letteratura e diritto
Redazione
"E non pensavo che i tuoi editti avessero tanta forza, che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte e incrollabili degli dei. Infatti queste non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono, e nessuno sa da quando apparvero". (Sofocle: Antigone, Secondo episodio vv. 453-455).
Il diritto, privato della giustizia, diventa arbitraria forma di esercizio del puro potere, strumento di prevaricazione dell'uomo sull'uomo. Ora, se dovere di un giudice saggio - ( per non dire "sapiente" ) -, è quello di obbedire alla Legge, e di far valere il Diritto, è anche suo imperativo categorico cercare la verità, senza la quale non c'è giustizia, né rispetto e tutela della dignità della persona. Che senso potrebbe - del resto - avere la fredda applicazione di una norma giuridica, di un diritto, "privato della giustizia", ossia depauperato della verità vera, cui aspira l'uomo?

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Giovedì, 07 novembre 2019 07:00:00 (2490 letture)

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Didattica: Croce - Breviario di estetica
Redazione
Il Breviario di estetica di Benedetto Croce, pubblicato nel 1913, ha centosei anni. Ma non si notano. I classici sono sempre attuali! Si tratta di un volumetto contenente quattro lezioni attraverso cui il filosofo napoletano riassume i tratti più importanti della sua concezione della poesia. Quattro lezioni - come si legge nell'Avvertenza dello stesso autore - che "potrebbero essere utili ai giovani che si volgono allo studio della poesia e, in genere, dell'arte; e fors'anche entrare in loro servigio nelle scuole secondarie, come lettura di aiuto agli insegnamenti letterari e filosofici".Oggi, mi limito a riassumere, come posso, le prime due lezioni, nella speranza di essere da stimolo a qualche volenteroso studente di scuola secondaria che, appassionato di Estetica, volesse andare diritto a leggersi l'originale!
"Poca favilla gran fiamma seconda"! Chissà!
Un ripassino. Pro bono, malum!

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Mercoledì, 06 novembre 2019 08:00:00 (2479 letture)

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Didattica: Non vogliamo una scuola di sole 'competenze'
Sindacati
Lo ribadiamo, non vogliamo una scuola di sole "competenze" e una didattica per argomenti a discapito delle materie letterarie e scientifiche. Questa metodologia è insufficiente a garantire le corrette e approfondite conoscenze offerte ai nostri studenti. Una scuola con poche ore di lezione minimizza pericolosamente la cultura trasformandola in pillole informative, allontanando gli alunni dal sapere positivo e critico. Questa idea di scuola è lo specchio di una società già ignorante e malata di egoismo, protagonismo e razzismo. Non ritorniamo all'idea di gelminiana memoria che con un colpo di spugna fece sparire 8 miliardi di euro dall'istruzione e 200 mila docenti.

Paolo Latella
Unicobas Scuola & Università Lombardia
Postato da Michelangelo Nicotra Giovedì, 12 settembre 2019 10:00:00 (2590 letture)

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Didattica: Un'annosa 'quaestio', la presunta didattica delle competenze
Opinioni
La presunta "didattica delle competenze", che oggi è il nuovo verbo e l'imperativo categorico della "scuola-azienda", non tiene affatto conto di una considerazione logica elementare e di carattere generale, che è addirittura di "buon senso", traducibile in un'organica ed efficace sintesi dialettica tra la teoria e la prassi. È la soluzione più corretta rispetto ad un'annosa diatriba che colloca i due termini in perfetta antinomia. In realtà, i due termini concettuali non si escludono, né si precludono tra loro, se non in una ingannevole mistificazione di tipo ideologico, di sponde di pensiero speculari ed antitetiche, che si delineano in maniera altrettanto astratta ed estremista: idealismo ed empirismo. In altri termini, teoria e prassi, idea ed esperienza, o come dir si voglia, cioè conoscenze teoriche e competenze pratiche, forniscono entrambi una serie di valori che si compenetrano tra di loro in una relazione di interdipendenza e di reciprocità dialettica. Per cui anteporre ed esaltare un elemento a discapito dell'altro, o viceversa, è un errore anzitutto dal punto di vista logico. Sotto il profilo squisitamente didattico-cognitivo, la recente disputa tra chi si ostina a privilegiare ed osannare il valore assoluto dei "compiti di realtà", la priorità di competenze tecniche verificabili/certificabili formalmente, ad onta delle conoscenze e del sapere teorico, inteso in una visione astratta, si risolve in un vincolo di interdipendenza e di interconnessione sia a livello logico-dialettico, che sul versante più strettamente didattico e pedagogico, tra i due coefficienti, ...

Lucio Garofalo
Postato da Michelangelo Nicotra Martedì, 10 settembre 2019 12:00:00 (2846 letture)

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Didattica: Educazione Civica dibattito al senato il 13 giugno
Attività parlamentare
La legge istitutiva dell'Educazione civica /DPR n.585) porta la data del 13 giugno 1958 e la firma di Aldo Moro. Giovedì 13 giugno 2019 inizia in Senato la discussione del disegno di legge in tema di Educazione Civica. Relazionerà il Sen. Gianfranco Rufa e presenterà la proposte di emendamenti al testo approvato alla Camera dei Deputati. L'Apidge, (Associazione dei Docenti di Discipline Giuridiche ed economiche) ha fornito un contributo importante e seguirà da vicino l'attività del Legislatore e dei Vertici Ministeriali. L'insegnamento dell'Educazione Civica che sarà reintrodotto con la votazione finale dal prossimo anno scolastico non prevede un aumento di ore didattiche, ma entra trasversalmente nel percorso formativo dello studente, aiutandolo a sviluppare competenze di cittadinanza attiva e responsabile.

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Martedì, 11 giugno 2019 09:00:00 (2913 letture)

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Didattica: Scendere tra i banchi
Redazione
Non c'è deduzione tra finalità educative e procedure didattiche, ma ci sono tentativi e percorsi di avvicinamento. Le finalità si possono incarnare in pratiche differenti,adattabili a contesti diversi, a diversi alunni e a diversi contenuti dell'apprendimento. Questo non significa che si è liberi da qualsiasi vincolo di coerenza, ma che bisogna con discernimento orientarsi verso quei modelli didattici ritenuti più adeguati alle situazioni date, sapendo in partenza che a-priori non ci sono metodi universalmente buoni e sempre efficaci. Il problema, allora, non è quale pratica adottare, ma quali apprendimenti si devono conseguire e misurare su questi la pertinenza dei mezzi e delle procedure usati, tenendo presente che una pratica non può essere separata dalle intenzioni che la sorreggono e dal modo in cui viene messa in atto.

Raimondo Giunta
Postato da Michelangelo Nicotra Mercoledì, 22 maggio 2019 19:00:00 (2095 letture)

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Didattica: Bisogna volere imparare; non basta desiderare di sapere
Redazione
Il tempo scolastico non puo’ essere ampliato a piacimento nel tentativo di consentire alla scuola di adeguarsi alla crescita esponenziale delle conoscenze: è insormontabile lo scarto tra il loro sviluppo e ciò che è possibile insegnare. Ragione per cui dalla fase storica del riformismo scolastico segnato dal costante ampliamento delle discipline e dei contenuti si deve passare a quella della loro selezione, altrimenti la scuola rischia di soffocare per ingordigia. Se nessuno è in grado di prevedere che ne sarà di questa prodigiosa accumulazione di saperi e quali saranno i futuri scenari della società, chiaramente si impone sulla base di questi dati la necessità di ripensare il mondo dell’istruzione e della formazione. In questo processo di riorganizzazione culturale della scuola più che a nuovi ed estesi contenuti bisognerebbe dare maggiore spazio alla capacità di apprendere e di comprendere, a quella di sapere oltrepassare ciò che è abituale e familiare; bisognerebbe educare ad appropriarsi delle tecniche di investigazione, a problematizzare e ad analizzare i dati della realtà.

Raimondo Rosario Giunta
Postato da Michelangelo Nicotra Venerdì, 19 aprile 2019 10:00:00 (2283 letture)

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Didattica: L'alunno non è un recipiente da riempire
Redazione
"Apprendere è mettersi in discussione; è confrontarsi con la realtà; è argomentare; è mettersi in rete. Apprendere non è aggiungere informazioni le une alle altre,ma cambiare livello di organizzazione delle informazioni" (A. Giordan). L'apprendimento si dà, se l’alunno impiega le sue risorse intellettuali per cercare di rispondere agli stimoli offerti dalla realtà e ai problemi che gli vengono posti ed è valido se riorganizza l’insieme delle sue conoscenze e le stesse modalità d’approccio nell’apprendimento. Non è con tutta evidenza un processo non lineare ed in esso intervengono simultaneamente la storia di chi apprende, le sue precedenti nozioni, il suo ambiente sociale e culturale e il desiderio di guadagnare nuove conoscenze. "Vi è un apprendimento autentico quando l'allievo è in grado di costruire il processo di apprendimento tramite scoperta, conquista e attribuzione di senso e di utilità al sapere acquisito" (M. Pellerey). L'insegnante nel processo di apprendimento dell’alunno non puo’ farsi da parte e deve svolgere il proprio ruolo di guida perché l'apprendimento dell'alunno sia stabile, significativo e fruibile. La sua funzione si colloca prima, accanto e dopo l'apprendimento e non è sensato ridimensionare il suo ruolo. Certamente l'alunno apprende da sè e nessuno può farlo al suo posto, ma appoggiandosi sul sostegno e l'esperienza altrui e soprattutto su quella dell'insegnante. Per apprendere l'alunno ha bisogno di essere collocato in situazioni di comunicazione, di scambio e di confronto con chi ha esperienza e conoscenza.

Raimondo Rosario Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Lunedì, 01 aprile 2019 07:00:00 (37000 letture)

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Didattica: Anarchia
Redazione
C'è molta ignoranza, oggi, sul tema "anarchia". Si continua a impersonarla nei regicidi dell'Ottocento, o peggio nei black-block e nella guerriglia urbana. Si continua a intenderla come caos e distruzione mentre, viceversa, è sogno di armonia e di giustizia. E si ignora la profonda trasformazione che (e non da ora) ha modificato le idealità e perfino l'antropologia dell'anarchismo e dell'anarchico. Abbandonata ogni anacronistica idea insurrezionalista, di rivolta immediata e violenta, abbandonata l'idea ottocentesca e oggi inservibile d'un Potere incarnato in una figura dispotica o in un governo, e sempre avversando la concezione comunista della rivoluzione, oligarchico-burocratica e dagli esiti inevitabilmente tirannici, l'anarchia (che da Proudhon e Bakunin a Cafiero e Malatesta, da Tolstoj a Gandhi, da Emma Goldman a Landauer, da Kropotkin a Berneri, da Simone Weil a Chomsky e a Colin Ward, si è evoluta a ridosso delle profonde trasformazioni succedutesi in due secoli di storia) si va sempre più trasformando in un'occupazione pacifica e laboriosa dei gangli e degli interstizi del consorzio umano e del "mondo offeso" per instaurarvi liberi esperimenti di autogestione, di cooperazione, di economia condivisa e non asservita al mercato, di pedagogia antiautoritaria, di sperimentazione creativa, di armoniosa convivenza.

Antonio Klidas Di Grado
Postato da Nuccio Palumbo Domenica, 17 marzo 2019 08:00:00 (30975 letture)

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Didattica: Viva la nostalgia
Redazione
Non è un caso se il romanzo, oggi, è diviso tra visioni distopiche (il futuro come inevitabile apocalisse, il trionfo della tecnologia come controllo tirannico e soppressione delle libertà, l'omologazione come trionfo della mediocrità acritica) e nostalgie regressive (ritorni alla terra, saghe familiari, arcadie contadine e utopie libertarie). Escludo, ovviamente, i romanzi intimisti, che non mi interessano, e l'inflazione di gialli da consumo. Nei romanzi di qualche interesse il presente è schiacciato tra quel futuro da temere e quel passato da rimpiangere: letteratura a favore della "decrescita"?

Antonio Di Grado
Postato da Michelangelo Nicotra Mercoledì, 13 marzo 2019 09:30:00 (37150 letture)

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Didattica: 90° anniversario dei Patti Lateranensi
Redazione
A novant’anni dalla firma, dei Patti Lateranensi,  (11 febbraio 1919), documento storico che definisce i confini di diritti e doveri tra lo Stato e la Chiesa nel territorio italiano, la parola “chiave” che resta sempre valida è la “fattiva collaborazione” che consente “sia alla Santa Sede, sia alla Chiesa italiana di intervenire sul piano economico, sociale, culturale e caritativo per far pronte a tutte quelle forme di povertà che purtroppo oggi ancora affliggono il mondo”, come la crisi dei migranti.  Come ha dichiarato Mons. Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche.  “Novant’anni dopo, la cooperazione fattiva tra la Santa Sede e lo Stato italiano ancora oggi, soprattutto in questi anni di precarietà economica e sociale e più recentemente di crisi umanitaria, dimostra la bontà dei Patti Lateranensi”.

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Sabato, 09 febbraio 2019 07:00:00 (2868 letture)

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Didattica: Noterella serale: del non ritorno dell’Ulisse dantesco
Redazione
“Considerate la vostra semenza:
fatti non foste  a viver come bruti,
ma per seguir vertute e canoscenza”.
(Inferno XXVI vv.118-120)
“Seguir vertute e canoscenza” significa seguire una conoscenza virtuosa, una conoscenza, sia pure eroica e coraggiosa, ma che si muova comunque dentro un orizzonte di eticità, dentro un limite, che vuol dire senso della misura, saggezza. Se così non fosse, se la conoscenza si risolvesse in pura e semplice “curiositas “, allora sì, che si correrebbe il rischio di fare “un folle volo”, un azzardo di volo, che non può non spegnersi nel gorgo mortale dell’insuccesso, del non ritorno.

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Domenica, 03 febbraio 2019 20:00:00 (2637 letture)

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Didattica: Una scommessa d’amore
Redazione
Il volume "Multipla a raddoppio crescente ", opera prima di Paola Corradino, studentessa del Liceoclassico "Spedalieri", già alunna dell'Istituto "Parini" di Catania, è stato presentato presso la Libreria Feltrinelli con la partecipazione di un numerosissimo e qualificato pubblico, il giorno dopo la Giornata mondiale dell'Educazione, celebrata per la prima volta dall'Unesco il 24 gennaio e ne costituisce un fiore e un simbolo. Nell'agile raccolta di pensieri, racconti, sogni e dialoghi, Paola Corradino presenta un anziano pescatore che sente piangere una bambina delusa dal mondo e attraverso tante storie raccontate dall'alba al tramonto, la bambina capirà che c'è un rimedio alla guerra, alla fame, alla violenza. Ed ecco che il volume che, pur nella semplicità e immediatezza di pensieri e frasi comuni, già note espressioni di libri e canzoni, conduce il lettore in un viaggio onirico, come il disegno della copertina di Chiara Mazzotta, sovrapposizione di più livelli digitali assemblati con tecniche di trasparenza e fusione. La barca, il mare, il vento, la luna piena accompagnano un viaggio fantastico nel mondo dell'educazione ai valori, di cui il libro si rende testimone.

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Domenica, 27 gennaio 2019 09:30:00 (2924 letture)

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Didattica: Lettera a Francesco Merlo
Rassegna stampa
Il Sud non è figlio di una storia minore” – Un Andrea Camilleri davvero in forma e senza peli sulla lingua in una fantastica lettera aperta al giornalista de “La Repubblica” Francesco Merlo, meridionale che però vede il sud solo attraverso i vecchi, logori luoghi comuni…! Una lettera aperta dello scrittore Andrea Camilleri replica al giornalista de “La Repubblica” Francesco Merlo, autore del video “Da Genova a Messina, le differenze di un’Italia flagellata“. Merlo è nato al Sud ma emigrato al Nord, e ora sostiene tra l’altro che “…È molto pericoloso aiutare il Sud….”. Francesco Merlo, così come altri editorialisti e ideologi de La Repubblica e del Corriere della Sera, stanno collaborando attivamente a quella che abbiamo definito la secessione reale del paese. E Andrea Camilleri non gliele manda a dire. “Ciccio, ti scrivo a nome di tanti siciliani e ti chiamo Ciccio perché anche tu sei siciliano essendo nato a Catania. Lo so che ti da fastidio, perché - avendo lavorato per 19 anni al Corriere della Sera e scrivendo da 10 anni per La Repubblica - probabilmente non ti piace essere chiamato “Ciccio”. Magari, dopo tanti anni al Corriere, parli pure milanese e Ciccio in milanese non suona bene. Ma io continuerò lo stesso a chiamarti Ciccio ok?
Postato da Nuccio Palumbo Lunedì, 14 gennaio 2019 10:00:00 (4128 letture)

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Didattica: Cittadini a scuola e cittadini nella società. La vita stentata dell’Educazione Civica
Redazione
Ogni comunità, piccola o grande che sia, consapevolmente e con diversi strumenti (premi, punizioni, consenso, coercizione, formalmente o informalmente) tende a educare le nuove generazioni per renderle disponibili ad accettare i principi e i valori che la regolano e a conoscerne la storia che l'ha costituita. La condivisione degli stessi valori e l'osservanza delle stesse regole sono per lo più ritenute necessarie per garantire una serena convivenza tra persone che si differenziano per interessi, stili di vita e opportunità. Per raggiungere questo obiettivo ci vuole una specifica attività formativa, che nelle attuali condizioni non puo' essere svolta se non dalla scuola. Nessuna comunità, oggi, accetta di assegnare alla scuola soltanto compiti di istruzione, di formazione intellettuale e professionale.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Giovedì, 10 gennaio 2019 19:00:00 (6728 letture)

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Didattica: 2019 Anno dell’educazione Civica
Redazione
Accogliendo l'invito del Comune di Firenze e dell'ANCI - Associazione dei Comuni d'Italia - sono state raccolte 55mila firme a sostegno della proposta di legge per introdurre l'Educazione alla Cittadinanza come materia autonoma nelle scuole di ogni ordine e grado. Anche il Comune di Catania ha contribuito a tale raccolta di firme. L'ha detto soddisfatto il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, annunciando che la proposta di legge dei sindaci ha compiuto il suo cammino e nei primi giorni del 2019 verrà depositata per essere discussa e approvata, speriamo, entro l'anno come ha dichiarato anche Il Vicepremier e Ministro dell'interno Matteo Salvini "Dall'anno prossimo ci saranno 33 ore di educazione civica che si inseriscono nella normale programmazione scolastica. Educazione civica è espressione un po' alla vecchia maniera, adesso è educazione all'ambiente, educazione allo sport, educazione alla conoscenza della Costituzione, dei trattati europei".

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Mercoledì, 02 gennaio 2019 08:00:00 (2863 letture)

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Didattica: Educare a scuola. La funzione educativa
Redazione
L'educazione dei giovani, oggi, è diventata un problema complesso e non facile da affrontare, perchè la responsabilità educativa è declinata in modo diverso da chi se ne dovrebbe fare carico e non sempre da costoro viene esercitata con la dovuta collaborazione. La responsabilità educativa nei confronti dei giovani ricade su chiunque per ruolo o per età con loro abbia o sia tenuto ad avere delle relazioni, anche se diverse per gradi di obbligatorietà . Nessuno, infatti, puo' essere responsabile nei confronti dei giovani come sono tenuti ad esserlo i genitori. La responsabilità educativa dei genitori costituisce "l'archetipo di ogni responsabilità"(H. Jonas) e si comprende come sia difficile rimediare ai danni procurati quando questa, come sempre più spesso accade, non viene esercitata, perchè ai giovani mancheranno la guida, il buon esempio, i consigli e la cura nello sviluppo delle proprie facoltà comportamentali, nella costruzione di capacità di relazione, nella formazione del carattere, nella sollecitazione a sapere e a capire. Verrebbe a mancare la preparazione alla vita in società.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Mercoledì, 19 dicembre 2018 07:00:00 (12270 letture)

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Didattica: Non voltare le spalle al sapere,ma ...
Redazione
- Pluralità dei saperi, pluralità dei linguaggi, pluralità delle intelligenze: complesso è il mondo in cui si collocano le scuole del terzo millennio. La scuola è costretta a rinnovarsi e a proporre un'idea di educazione che non può essere più ritagliata su un solo asse culturale, tantomeno sul primato logico-linguistico come è avvenuto fino a ieri o peggio ancora su una particolare figura di studente, estratta dall'ambito sociale che sul possesso di un codice linguistico ampio e ricco ha preteso di fondare e di legittimare le proprie posizioni sociali. - Prima di cominciare l'opera di ridefinizione dei compiti della scuola e della sua cultura bisogna chiedersi se l'istruzione, così come è ancora configurata, prepari gli studenti ad affrontare i problemi e le sfide della società contemporanea; se li prepari a capire le trasformazioni in atto e i riflessi che hanno sulla vita quotidiana;se gli fornisca strumenti per una vita soddisfacente;se riesca a infondere rispetto per le regole fondamentali della convivenza civile (N. Bottani).


Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Domenica, 09 dicembre 2018 08:30:00 (30133 letture)

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Didattica: Quando ero insegnante. Ricordi di scuola
Redazione
La poetica dell'umorismo di Pirandello aveva, quel giorno, fatto il suo effetto. Ne era sorta in classe una discussione vivace e accalorata tra i miei alunni. L'oggetto del "dibattimento" riguardava, ora, la messa a confronto di due forme di pessimismo: quello dell'agrigentino e quello del recanatese! Da che parte stare? Chi dei due nostri grandi poeti era il pessimista meno distruttivo e più "affidabile"? il pessimista "eticamente", e filosoficamente, più accettabile? Leopardi o Pirandello? La discussione, dopo una sudata ora abbondante, sembrava essersi arenata. Il nodo da sciogliere, del resto, non era facile; entrambi gli autori, cantori di una visione dolorosa della vita, avevano fatto breccia nel cuore e nella mente dei miei giovani alunni; e decidere a quale tristezza e male di vivere confidarsi, per non morire totalmente disperati, non era cosa da poco, per loro! Alla fine, comunque, venne il verdetto che trovò tutti d'accordo: ...

Nuccio Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Sabato, 01 dicembre 2018 20:00:00 (2742 letture)

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Didattica: Un omaggio a un grande poeta
Redazione
Nel '25, appena ventunenne, parlando di sé, Neruda scriveva: "La gioia di bastare a se stessi non la possono conoscere gli equilibrati imbecilli che costituiscono una parte della nostra vita letteraria. Come cittadino, sono un uomo tranquillo, nemico delle leggi, dei governi, e delle istituzioni vigenti. Provo repulsioni per ciò che è borghese, e mi piace la vita della gente inquieta e insoddisfatta, siano questi artisti o criminali". Una dichiarazione, questa, che vale non solo un ritratto dell'uomo e del poeta, ma, anche, di un'epoca; quella, per intenderci, che, nata sotto il segno della violenza futurista e degli "schiaffi" al gusto del pubblico borghese, vede proprio nel '24 la pubblicazione del primo Manifesto surrealista di Brèton, cioè la prima seria ed esplicita affermazione di un'arte nuova e rivoluzionaria. Come tutti i poeti " desesperadi", ma anche "impegnati", e ideologicamente "schierati", Pablo Neruda non è sfuggito al destino di una vita errabonda e perseguitata, al destino di poeta incompreso o mal compreso, o parzialmente compreso. Ma tant'è, nessuno può, io credo, pretendere a questo mondo di non avere nemici, tanto meno poi un poeta che, quando è vero, e grande poeta, è sempre un distruttore e un provocatore.

Antonino Palumbo
Postato da Nuccio Palumbo Mercoledì, 28 novembre 2018 19:00:00 (2383 letture)

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Didattica: Un dubbio iperbolico
Redazione
Giorno otto dicembre dell’anno scorso è stato pubblicato su Aetnanet un mio contributo dal titolo All’angolo! In quel lavoro evidenziavo le difficoltà e le incongruenze che sorgono con l’introduzione della nozione di angolo come“parte di piano”, argomentandole, a mio avviso, puntualmente. Tra esse alcune non marginali: - La somma di angoli ha senso solo per angoli “non troppo grandi”, quindi non si può parlare di multiplo di un angolo e, conseguentemente, di una sua misura. - Date due semirette qualunque di origine comune, la somma dei due angoli da esse individuate non ha senso perché essi non sono consecutivi avendo in comune due lati, e non uno solo. - L’angolo giro non dovrebbe esistere.
- La somma degli angoli interni di un poligono di n lati non può essere n-2 angoli piatti perché, pur ammettendo l’angolo giro e che questi sia tutto il piano, non può esistere un sottoinsieme del piano che contiene in senso stretto il piano stesso. - Non si può dimostrare che: in ogni quadrilatero convesso inscritto in una circonferenza gli angoli opposti sono supplementari.

Alfio Grasso
grassoalfino@yahoo.it
Postato da Michelangelo Nicotra Lunedì, 19 novembre 2018 18:00:00 (2497 letture)

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Didattica: Come comprendere la Prima Guerra Mondiale?
Redazione
Abbiamo celebrato in questi giorni, in tutte le piazze d'Italia, con la fanfara al seguito, o più semplicemente con gli stendardi comunali e i sindaci compiaciuti con la fascia tricolore, e con la festosa partecipazione dei ragazzi delle nostre scuole, il Centenario della fine della Prima Guerra Mondiale. Ed abbiamo assistito pure ai "sermoni" di autorità civili e militari che c'hanno ricordato la "stupidità e l'inutilità della guerra" (ma già nel 1914 papa Benedetto XV lo disse ai capi delle potenze belligeranti, allorché si apprestavano a mandare i loro eserciti al fronte). Veramente la Grande Guerra è stata un'immane e inutile tragedia con oltre 16 milioni di morti, tra militari e civili, senza contare oltre 20 milioni, tra feriti e mutilati; tra i più terribili conflitti della storia dell'umanità, peraltro senza aver risolto nulla (le guerra non risolvono mai nulla!), e avviando l'inizio del "suicidio" del continente europeo. Praticamente un carnaio, una vera macelleria umana!

Angelo Battiato
Postato da Angelo Battiato Domenica, 18 novembre 2018 10:00:00 (2347 letture)

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Didattica: Si fa presto a dire storia
Redazione
Purtroppo la storia non è una scienza esatta. Tanti si considerano storici e legittimati a scrivere libri di storia. Molti si ritengono competenti ad esprimere giudizi e ad interpretare eventi storici. Parecchi "testimoni oculari" di avvenimenti passati, dalla loro testimonianza, ne ricavano "libri di storia", che è come dire: uno spettatore d'una partita di calcio, sol perché guarda la partita, si considera un grande giocatore, o un ascoltatore d'un concerto si considera un grande musicista. Soprattutto, ahinoi, la storia la scrivono solo e sempre i vincitori! Si, si fa presto a dire storia! Per "fare storia" intanto bisogna conoscere in maniera approfondita fatti e avvenimenti, saperli collegare, dargli linearità, continuità, spessore; bisogna avere sensibilità, competenza, rigore, perizia, capacità intuitiva e senso della misura. Solo chi ha passione e vocazione riesce a "scendere in profondità" nei meandri della memoria e della coscienza dell'uomo. Si, dell'uomo! Bisogna cercare l'uomo, innanzitutto. Diceva Lucien Febvre, "la storia deve cogliere le persone. Chi si arroga il nome di storico, ma senza provare il bisogno di cercare, di trovare l'uomo là dove esso è (o dove talvolta si nasconde) - l'uomo vivente, l'uomo sensibile, l'uomo pieno di passioni e di ardore e di temperamento - non è che un erudito".

Angelo Battiato
Postato da Angelo Battiato Domenica, 04 novembre 2018 10:00:00 (2633 letture)

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Didattica: Alla ricerca dell’Educazione Civica. Attivo al Comune un servizio di raccolta firme
Redazione
Il quotidiano "La Sicilia" ha pubblicato nell'ultima di copertina di sabato 27 ottobre il manifesto promosso dall'ANCI per diffondere la notizia della raccolta firme perché la Camera dei Deputati approvi la proposta di legge popolare promossa dal Comune di Firenze e dall'ANCI per reintrodurre in tutte le scuole di ogni ordine e grado e come materia di studio autonoma e con voto l'Educazione Civica con il nome di "Educazione alla Cittadinanza". Tale proposta assume una rilevanza sociale di grande importanza per colmare un vuoto di conoscenze e di cultura che, purtroppo, in questi anni ha avuto il sopravvento. La scuola, che prepara i cittadini di domani, ha il dovere di impartire un insegnamento strutturato e organico dei valori della Costituzione, dell'organizzazione dello Stato per far acquisire a tutti gli studenti il senso civico del rispetto, e del vivere in società, esercitando diritti e doveri. In questi anni l'Educazione Civica, considerata come "cenerentola delle materie", ha indossato il vestito della "trasversalità" nel girotondo delle "educazioni" stradale, ambientale, alla salute, alle pari opportunità, al bullismo, alla legalità, al gender, ma si constata che gli esiti di apprendimento e la modifica dei comportamenti civici, non sono avvenuti, come dimostrano i frequenti atti di violenza, ...

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Domenica, 04 novembre 2018 07:00:00 (2626 letture)

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Didattica: Il senso della storia
Redazione
E adesso che l'hanno tolta pure come traccia per l'esame di maturità che senso ha studiare storia!? Adesso che neppure per i docenti di storia sarà una "priorità" completare il programma di quinto anno, "il più vicino a noi", chi studierà il Novecento!? Adesso che non sarà più nei pensieri, e negli incubi, della "notte prima degli esami", che fine faranno i manuali di storia!? Ma si, tanto a chi interessa ricordare il passato, e perché ricordare, poi!? A chi importa conoscere vicende, storie, lotte, speranze, sofferenze  di mille e mille uomini vissuti prima di noi!? Perché studiare la rivoluzione francese, la fine dell'Impero Romano d'Occidente e la guerra del Peloponneso!? Perché sapere della disfida di Barletta, della scoperta dell'America e della caduta del Terzo Reich!? Perché conoscere il codice di Hammurabi, il Codice di Napoleone e lo Statuto Albertino!? Insomma, perché conoscere la storia dell'uomo!?

Angelo Battiato
Postato da Angelo Battiato Domenica, 21 ottobre 2018 07:00:00 (2301 letture)

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Didattica: Ripensare il curricolo del liceo classico. Un ciclo di seminari per docenti e dirigenti
Ministero Istruzione e Università
Si apre domani, giovedì 4 ottobre, a Torino il primo dei sei seminari territoriali dedicati al rinnovamento del curricolo del liceo classico dal titolo Digital humanities e beni culturali, progettati dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione del MIUR in accordo di collaborazione con la Rete Nazionale dei Licei Classici. In continuità con le azioni intraprese negli anni passati e con il seminario nazionale La ragione tra natura, cultura, tecnologia, tenutosi a Roma nel maggio scorso, l’iniziativa intende valorizzare il ruolo della cultura umanistica nella sua accezione più ampia per la formazione dei giovani e dell’innovazione didattica e metodologica nell’apprendimento/insegnamento delle materie che compongono il curricolo del liceo classico. Gli incontri della durata di un giorno si svolgeranno nei mesi di ottobre e novembre nelle città di Venezia (15 ottobre), Cagliari (10 novembre), Portici (17 novembre), Firenze (24 novembre), Palermo (27 novembre) con il supporto degli Uffici Scolastici Regionali interessati e sono aperti alla partecipazione di tutti i docenti e dirigenti della secondaria di secondo grado come attività di formazione.

miur.gov.it
Postato da Michelangelo Nicotra Mercoledì, 03 ottobre 2018 15:00:00 (2467 letture)

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Didattica: Ritorni l’Educazione Civica e si studi la Costituzione
Redazione
Ritorna ancora impellente e attuale il monito di Aldo Moro pronunziato alla Camera l'11 dicembre del 1947, accompagnato da numerosi applausi di approvazione: "La Carta costituzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano" Queste parole motivano ancora di più l'impegno a dare concretezza e regolare ordinamento ad una disciplina scolastica che si dice "trasversale", ma che, in effetti, non viene insegnata in maniera sistematica e struttura con regolare valutazione e non solo mediante generici accertamenti di "competenze di cittadinanza" come avverrà nel corso dei prossimi esami di Stato a conclusione del ciclo scolastico.

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Mercoledì, 03 ottobre 2018 09:00:00 (2478 letture)

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Didattica: Una scuola speciale IN S(i)EME
Redazione
Progetto didattico sperimentale di "scuola naturale" secondo la metodologia Montessoriana e di Steineriana. Nel cuore di Catania, tra via Caronda e via Canfora, zona Monserrato, l'Istituto paritario "San Vincenzo", gestito da una cooperativa di docenti e genitori, ha adottato quest'anno una classe sperimentale con un progetto didattico innovativo. Ragazzini di diverse nazionalità: inglese, spagnola, cilena, russa, giapponese frequentano il modulo della classe eterogenea, prima e seconda di scuola primaria con bambini dai cinque ai sette anni, adottando un progetto didattico "speciale" IN S(i)EME. Già nella grafica del nome si sintetizza la linea pedagogica della cura del piccolo seme che cresce con riferimento ai valori dell'amicizia e della cooperazione attiva che rende il bambino protagonista, attento alle emozioni e all'operatività. La regola pedagogica: "imparare vedendo fare" e "Imparare facendo" viene applicata nel concreto della giornata scolastica, nella quale si alternano momenti di ascolto, ad azioni svolte anche fuori la classe nel giardino e a contatto la natura, favorendo in tal modo una crescita sana ed equilibrata.

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Mercoledì, 26 settembre 2018 18:00:00 (2554 letture)

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Didattica: Aldo Moro: il valore della scuola e della cultura in una società libera e democratica
Ministero Istruzione e Università
A quarant’anni dalla tragica scomparsa di Aldo Moro, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca intende ricordare la vicenda storica e umana di uno dei protagonisti della storia italiana contemporanea, per approfondire eventi fondamentali del nostro passato e per avvalorare tra le giovani generazioni il significato di una vita vissuta all’insegna del rispetto delle istituzioni repubblicane e della persona umana. La sua figura di uomo di Stato emerge già alla fine del la seconda guerra mondiale, quando nel 1946 Moro è eletto all’Assemblea Costituente come rappresentante della Democrazia Cristiana ed entra a far parte della Commissione dei Settantacinque che ha il compito di redigere il testo costituzionale. Da antifascista, democratico e cattolico il suo ruolo appare fondamentale nella definizione di quei principi che innervano la nostra carta costituzionale per costruire e ri-costruire sulla base dei valori di libertà, giustizia e solidarietà il tessuto morale e civile degli italiani, lacerato dalla dittatura fascista prima e dall’atroce conflitto mondiale poi. Negli anni successivi, ricopre alcuni fra gli incarichi governativi più importanti, compreso quello di Ministro della Pubblica Istruzione tra il maggio 1957 e il febbraio 1959, con il merito di introdurre l’educazione civica come materia di insegnamento nelle scuole medie, ritenuta indispensabile per formare fin dai banchi di scuola cittadini democratici e consapevoli, capaci di interpretare e realizzare una società aperta, plurale e democratica.

Il Direttore Generale
Maria Assunta Palermo
Postato da Michelangelo Nicotra Martedì, 08 maggio 2018 08:30:00 (3230 letture)

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Didattica: Matematica, realtà, società, cultura
Redazione
L'astrofisico Mario Livio racconta il seguente episodio. Durante una conferenza alla Cornell University, quando comparve sullo schermo la diapositiva con la scritta «Dio è un matematico?», uno degli studenti in prima fila si lasciò sfuggire: «Oh Dio, spero di no!». Questa "implorante" esclamazione esprime efficacemente lo sgomento che molti, giovani e meno giovani, provano nei confronti della matematica. Un significativo contributo per superare tale sconcerto può venire da una sana autocritica da parte di noi docenti, sul modo spesso "afflitivo" con cui presentiamo i vari argomenti, seguendo in maniera pedissequa gli aridi libri di testo. Sarebbe opportuno che ci facessimo guidare da due grandissimi della matematica e della fisica: Archimede ed Einstein. Il primo, in una lettera inviata a Eratostene, Direttore della Biblioteca di Alessandria, chiarisce che la matematica non è solo astrazione, è prima ancora e soprattutto: intuizione, ricerca di analogie, indagine mediante congetture plausibili, ottenute anche con esperimenti reali o concettuali: di questi ultimi fu l'ideatore che ebbe in Galilei un degno allievo. Il secondo, considerava la matematica un'espressione della creatività umana, come la musica, la poesia, l'arte visiva, seppure con le sue peculiarità.
In quest'incontro desidero: ...

Alfio Grasso
grassoalfino@yahoo.it
Postato da Michelangelo Nicotra Mercoledì, 11 aprile 2018 09:00:00 (2824 letture)

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Didattica: L'incontro e il caso. Romano Luperini al liceo Spedalieri di Catania
Istituzioni Scolastiche
L'incontro e il caso. Romano Luperini, all'auditorium "Salvatore Cuccia" del liceo classico Spedalieri di Catania, venerdì 23 Marzo 2018, ore 16,00 - 18,00. La lezione, che riprende il titolo del testo di Luperini da poco ripubblicato a dieci anni dalla prima uscita, sarà l'occasione per approfondire il tema dell'incontro contestualizzato nella letteratura europea, con riferimenti a Baudelaire, Stendhal, Musil e Joyce. Introduce A. Manganaro.

prof.ssa Carmen D’Antonio
Postato da Michelangelo Nicotra Mercoledì, 21 marzo 2018 08:00:00 (2323 letture)

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Didattica: Lezione - seminario 'Allenando i ragazzi a strutturare un testo' - Il prof. L. Serianni al Liceo Galilei di Catania
Istituzioni Scolastiche
Giorno 19 gennaio 2018, dalle ore 11.15 alle ore 13, il Prof. Luca Serianni, Docente emerito di Storia della lingua italiana, linguista e filologo, incontrerà le classi Quinte del Liceo Statale "G. Galilei" di Catania in una lezione-seminario dal titolo "Allenando i ragazzi a strutturare un testo" sulle caratteristiche di un testo di taglio argomentativo, sul saggio breve e, in generale, sulla vigente Prima prova scritta degli Esami di Stato. Luca Serianni, tra i maggiori linguisti italiani, definito da molti "Mister italiano", ha da poco presentato la sfida nel suo nuovo incarico ministeriale come consulente per l'apprendimento della lingua italiana. Il Docente di Storia della lingua italiana a "La Sapienza" di Roma guiderà infatti una task force del Miur, composta anche da esperti Invalsi e insegnanti di liceo, per arginare le carenze linguistiche degli studenti delle scuole superiori di I e II grado, dopo l'allarme dei 600 intellettuali e docenti universitari lanciato lo scorso febbraio.

Mariangela Testa
Docente di Materie letterarie del Liceo "G. Galilei" di Catania
Postato da Michelangelo Nicotra Domenica, 14 gennaio 2018 08:00:00 (3657 letture)

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Didattica: La difficile scommessa dell’istruzione professionale / 7 - conclusioni
Redazione
Il modello formativo dichiarato per gli Istituti Professionali è il sistema duale, introdotto di fatto in Italia con la riforma del mercato del lavoro e con la cosiddetta Buona Scuola ;un modello formativo integrato tra scuola e lavoro , mutuato dalla Germania;un modello che propone la prevalenza delle esperienze lavorative sulle discipline scolastiche. Il sistema duale non vuole essere solo un intervento specifico di ordine metodologico , ma un approccio generale per una politica di transizione dall'istruzione al lavoro. Che ne faccia esperienza innanzi tutto l'Istruzione Professionale non deve sorprendere, perchè fin dagli inizi della sua storia ha fatto parte delle politiche sociali in termini di lotta alla disoccupazione, di promozione e di tutela delle condizioni individuali dei lavoratori.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Sabato, 16 dicembre 2017 07:30:00 (3362 letture)

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Didattica: All'angolo!
Redazione
Riassunto.
Scopo di questo piccolo lavoro è sottolineare le problematicità e le incongruenze legate al concetto di angolo. In particolare quelli dovuti all‟introduzione dell‟angolo come “parte di piano” o come intersezione o unione di semipiani chiusi, e nel prospettarne una possibile rimozione. Il concetto di angolo è senza dubbio quello che solleva le maggiori difficoltà nell‟insegnamento della geometria. Esse sono dovute, in parte a una terminologia imprecisa, in parte a un miscuglio confuso di varie nozioni matematiche, a esempio alla confusione tra angolo e sua misura, e anche all‟autentica difficoltà della questione. Vediamo di fare un po‟ di chiarezza, poiché sembra che anche noi insegnanti abbiamo le idee un...tantino confuse e i libri adottati presentano sugli angoli diverse contraddizioni. Per Euclide: «Angolo piano è l‟inclinazione reciproca di due linee rette sul piano, le quali s‟incontrino e non giacciano in linea retta». (Questa più che una definizione è un descrizione). Gli studiosi di Euclide sostengono che questa nozione di angolo è verosimilmente legata all‟apparente rotazione del Sole. Osservo che l‟angolo è pensato in sostanza come rotazione.
Alfio Grasso
Postato da Michelangelo Nicotra Venerdì, 08 dicembre 2017 08:00:00 (3190 letture)

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Didattica: La difficile scommessa dell’istruzione professionale / 6 - L’assetto didattico
Redazione
Metodologia
I testi normativi di riferimento, ( la Relazione di accompagnamento allo schema del Decreto Legislativo, il Decreto legislativo n. 61, il Pecup) sono disseminati di prescrizioni didattiche, a dir la verità tra di loro coerenti nel disegnare il nuovo volto dell'istruzione professionale e tutte in qualche modo correlate al modello dell'istruzione per adulti. Per mantenere fede alle intenzioni proclamate nelle disposizioni di legge gli istituti professionali sono autorizzati a disporre di un'ampia libertà nell'organizzazione dell'attività didattica. -Nel biennio, che normativamente è unico e non la somma di due diversi anni scolastici, si esprime innanzi tutto nella gestione dei tempi di lavoro delle attività didattiche. Non ci dovrebbero essere più trimestri o quadrimestri, ma periodi didattici determinati dalle dimensioni delle unità di apprendimento, che potrebbero oltrepassare un anno scolastico e agganciarsi a quello seguente, in funzione dei gruppi di livello venutisi a costituire dopo il bilancio delle competenze, sulla base del quale viene in seguito formulato il Progetto Formativo Individuale di ogni studente, che si iscrive al primo anno.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Venerdì, 08 dicembre 2017 07:30:00 (3146 letture)

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Didattica: La difficile scommessa dell’istruzione professionale / 5 - L’assetto didattico
Redazione
La personalizzazione
Nell'organizzazione didattica va cercata l'identità della nuova istruzione professionale più che nei curricoli dei suoi indirizzi. Il Decreto Legislativo n. 61 del 2017 ridisegna l'intero impianto dell'attività didattica, instaurando principi e regole che dovrebbero fare dei percorsi dell'Istruzione Professionale qualcosa di molto diverso da quello che sono i percorsi dell'Istruzione Tecnica, ma anche da quello che erano i propri percorsi tradizionali. La personalizzazione è uno dei tratti distintivi della rielaborazione dell'Istruzione Professionale. Se ne è sempre parlato, ma mai si era arrivati a definirla in termini organizzativi e in modalità procedurali. La personalizzazione deve animare il modello didattico(meglio forse pedagogico... ) e deve orientare lo studente nell'elaborazione del proprio progetto di vita e di lavoro. Affermazione risoluta, impegnativa, ma francamente eccedente le capacità della scuola e il suo diritto di orientare nel progetto di vita uno studente.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Giovedì, 07 dicembre 2017 07:00:00 (3184 letture)

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Didattica: La difficile scommessa dell’istruzione professionale / 4 - Il saper fare di qualità
Redazione
Le questioni irrisolte
L'Istruzione Professionale uscita dalla riforma del 2010 non è molto lontana da quella Tecnica (salvo per 3/4 ore di laboratorio), ragione per cui l'obiettivo di rafforzarne l'identità non è stato raggiunto . Come non bastasse con la struttura dei curricoli 2+2+1 dei suoi indirizzi, simili a quella dei Tecnici e dei Licei, l'Istruzione Professionale veniva a perdere l'uscita intermedia al terzo anno, suo tratto distintivo tradizionale anche dal punto di vista sociale e modo efficace per realizzare la sussidiarietà dell'Istruzione e Formazione Professionale Regionale per la concessione della qualifica di primo livello.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Mercoledì, 29 novembre 2017 07:30:00 (3627 letture)

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Didattica: La difficile scommessa dell’istruzione professionale / 3 - Un rientro complicato
Redazione
Un rientro complicato
Il rientro dell'Istruzione Professionale nelle competenze dello Stato , deciso con la legge n. 40 del 2007, è stata una soluzione pragmatica, ma in qualche modo violava il dettato costituzionale, che affida alle regioni l'intera filiera professionalizzante dell'istruzione. E' stata una scelta dettata dal buon senso e da un certo grado realismo ; lo si puo' dedurre dal fatto che, ritornate al governo, le forze che a suo tempo decisero la regionalizzazione dell'istruzione professionale e il suo accorpamento con l'istruzione tecnica non hanno riportato indietro le lancette dell'orologio, ma si sono adoperate per fare funzionare l'assetto che si era venuto a determinare con la legge n. 40 del 2007. In questo nuovo assetto l'Istruzione Professionale torna allo Stato, ma le Regioni gestiscono e possono sviluppare i percorsi triennali per la qualifica e quelli quadriennali per il diploma professionale. Un quadro d'insieme tutt'altro che semplice e semplificato.

Raimondo Giunta
Postato da Michelangelo Nicotra Giovedì, 23 novembre 2017 19:00:00 (2662 letture)

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Didattica: La difficile scommessa dell’istruzione professionale / 2 - Tra manutenzione e grandi progetti
Redazione
Il Cacciavite
Gli istituti professionali e gli istituti tecnici sono stati riportati sotto la direzione del Ministero della P. I e nell'ambito delle competenze dello Stato con una una legge di riconversione di un decreto recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo delle attività economiche e la nascita delle nuove imprese(legge n. 40 del 2007). Che ci stia a fare la scuola in cotanto spazio economico-aziendale non è dato da comprendere; importante è che ad ogni buon conto si sia cercato di trovare una soluzione ragionevole ai problemi della formazione e dell'istruzione professionale. Ragionevole, ma non semplice. Il ministro allora facente funzioni disse che si doveva lavorare col cacciavite per arrivare a qualche risultato accettabile. Era forse l'unico attrezzo disponibile in Viale Trastevere. Risparmio agli eventuali lettori la citazione integrale dell'articolo 13 della legge 40/2007 e dei suoi commi, anche se si tratta di un testo memorabile di burocratese parlamentare/governativo. Ne riporto le decisioni che riguardano l'argomento che si sta trattando:

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Giovedì, 16 novembre 2017 07:30:00 (3053 letture)

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Didattica: La difficile scommessa dell’istruzione profesionale / 1 - Alla ricerca della propria identità
Redazione
L'unico settore del sistema scolastico riconsiderato e riformulato nei suoi curricoli dai decreti delegati della Legge 107 è quello dell'Istruzione Professionale, peraltro ampiamente rimaneggiato con il Regolamento del 2010(DPR 87/2010). E questo è un elemento di riflessione che non bisogna trascurare. L'Istruzione Professionale in sè è un settore difficile da governare e costituisce una sfida continua per l'amministrazione del nostro sistema di istruzione e formazione, perchè è chiamato a dare risposte pertinenti e rapide alle innovazioni del mondo del lavoro e questo non è per nulla un compito facile e tantomeno, se assolto, valevole per molto tempo. Alla naturale e ricorrente difficoltà di essere vicina e attenta alle innovazioni del mondo del lavoro, si devono aggiungere quelle costituite dalla sua stratificazione territoriale, dalla molteplicità dei suoi indirizzi, ma anche dalla sua incerta identità in conflitto sia con l'Istruzione e Formazione Regionale, sia con l'Istruzione Tecnica.

Raimondo Giunta
Postato da Nuccio Palumbo Venerdì, 10 novembre 2017 07:00:00 (3149 letture)

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Didattica: Scuola, diploma in quattro anni: dal 20 ottobre al 13 novembre possibili le candidature da parte degli istituti per il Piano nazionale sperimentale
Ministero Istruzione e Università
Diploma in quattro anni, al via la presentazione delle candidature da parte delle scuole per la sperimentazione di percorsi di studio in quattro anni. È online da oggi il decreto che dà l’avvio al Piano nazionale di sperimentazione annunciato questa estate che coinvolgerà 100 classi di Licei e Istituti tecnici di tutta Italia. Da  venerdì 20 ottobre, e fino al 13 novembre prossimo, gli istituti potranno presentare le loro candidature...

Miur
Postato da Antonia Vetro Sabato, 21 ottobre 2017 07:00:00 (3417 letture)

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Didattica: Scuola e insegnanti di Religione
Redazione
Nel mese di ottobre la scuola è stata oggetto di particolari attenzioni nel mondo della Chiesa. Il 5 ottobre, Giornata mondiale degli insegnati, in un tweet Papa Francesco ha affermato: “La missione della scuola e degli insegnanti è di sviluppare il senso del vero, del bene e del bello”, invitando i docenti a costruire una relazione educativa con ogni allievo. In vista della 48ma Settimana sociale dei cattolici italiani, che si svolgerà a Cagliari, dal  26 al 29 ottobre, l’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università  della CEI il 13 ottobre promuove a Roma un momento di riflessione e dialogo su scuola, formazione e lavoro  e a Palermo, Sabato 14 ottobre si svolgerà la X Giornata pedagogica della scuola cattolica sul tema “L’educazione secondo Francesco”, che verrà introdotta dal Segretario Generale della CEI Mons. Nunzio Galantino. Il 18 ottobre a Palermo avrà luogo un convegno regionale degli Insegnanti di Religione sul tema: “L’IRC, una risorsa educativa nella scuola di oggi”. Questi appuntamenti costituiscono le tappe di un cammino che registra il sommerso dell’ordinarietà della vita sociale e scolastica.

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Lunedì, 16 ottobre 2017 06:00:00 (3039 letture)

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Didattica: L'Educazione civica in Svizzera torna nella scuola ... e in Italia?
Redazione
Nel Canton Ticino, grazie a un referendum popolare promosso da un imprenditore italiano, si legge sul quotidiano Avvenire del 30 settembre, gli studenti delle medie e delle superiori dovranno studiare Educazione civica come materia separata da storia. Il lettore Antonio Bovenzi scrive al direttore di Avvenire: "Forse sarebbe il caso di reintrodurre tale materia anche nell'ordinamento scolastico italiano" ed il direttore Marco Tarquinio così risponde:
Da anni ormai, siamo tra quanti auspicano il ripristino, ma vero e finalmente convinto, dell'insegnamento dell'Educazione civica nella scuola italiana. Anch'io personalmente mi sono speso per questo, e sono grato al professor Luciano Corradini, illustre pedagogista e già presidente del Consiglio superiore della Pubblica istruzione, che più di tutti l'ha fatto e lo fa. Certo, ho pure piena consapevolezza dell'obiezione, a tutt'oggi vincente, di chi ritiene che l'Educazione civica debba essere usata come una sorta di "lievito" nell'impasto dei "pani" di altri fondamentali insegnamenti.

Giuseppe Adernò
Postato da Giuseppe Adernò Lunedì, 02 ottobre 2017 06:00:00 (2747 letture)

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Didattica: Osservazioni sui programmi ministeriali: Houston abbiamo un problema!
Redazione
Houston abbiamo un problema!
L'uomo, dai suoi primordi, ha dovuto affrontare e risolvere problemi per sopravvivere.
Platone, nel Teeteto, dà un saggio dell'arte maieutica di Socrate proponendo un dialogo in cui questi aiuta uno schiavo a trovare la soluzione di un problema. Cartesio, conscio delle difficoltà nella risoluzione dei problemi, ha scritto le Regulae ad directionem ingenii. "Gli insegnanti comincino con punti interrogativi (problemi) piuttosto che con regole fisse" (Dewey). «La convinzione di risolvere ogni problema matematico è un potente incentivo per chi lavora (...). Noi sentiamo dentro di noi l'eterna voce: c'è un problema. Cerca la sua soluzione» (Hilbert). Tutta la vita è risolvere problemi (Popper). Dunque, da Socrate a Dewey, a Hilbert, a Popper, e tutt'ora il problem solving è lo strumento metodologicamente più efficace per l'apprendimento. Appare allora poco comprensibile che le Indicazioni ministeriali «non dettano alcun modello didattico-pedagogico» in nome della libertà d'insegnamento. È come se, dopo la rivoluzione nello studio delle lingue del metodo strutturale di De Saussure (1906), si suggerisse: fate un po' come vi pare!

Alfio Grasso, docente in pensione
grassoalfino@yahoo.it
Postato da Michelangelo Nicotra Giovedì, 07 settembre 2017 07:00:00 (2995 letture)

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Didattica: 4 Settembre: è TEMPO di scuola al Majorana di Milazzo
Istituzioni Scolastiche
Il primo Istituto in Italia ad aprire i battenti sarà il Tecnico Tecnologico "E. Majorana" di Milazzo, Lunedì 4 Settembre. La campanella, che dà il via all'anno scolastico 2017/2018, suonerà alle ore 8,30 per le 13 classi prime dell'Istituto, che trascorreranno la loro giornata inaugurale al Majorana, sperimentando i percorsi di accoglienza predisposti per le 7 specializzazioni (chimica, meccatronica, informatica e telecomunicazioni, elettronica, elettrotecnica e trasporti e logistica). Per le restanti classi, le lezioni inizieranno Martedì 5. Ad accogliere le oltre 300 " matricole" saranno il D.S. Stello Vadalà ed il corpo docente che, nel dare il benvenuto ai nuovi studenti, si proporranno come saldi punti di riferimento in quello che, per i prossimi cinque anni, sarà il loro percorso di formazione umana e professionale.

itimajorana.gov.it
Postato da Michelangelo Nicotra Lunedì, 04 settembre 2017 07:00:00 (2855 letture)

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