Nel secondo quadrimestre
della
quarta dedico un modulo a vedere, con gli studenti, alcuni
"decaloghi" di piccole o grandi religioni mondiali. L'intenzione
dichiarata e reale sarebbe quella di mostrare come alcune regole morali
sono
trasversali a quasi tutte le religioni prese in esame e questo forse
vuol dire
che queste regole appartengono alla natura umana in quanto tale, prima
ancora
di qualsiasi traduzione religiosa-culturale possibile.
Ovviamente gli studenti
trovano modo di sorridere su alcune regole che a noi sembrano strane,
come il
divieto per i buddhisti di dormire su letti sontuosi e di bere sostanze
inebrianti ("non sanno cosa si perdono" - dice Elisa), o quello dei
testimoni di Geova di portare la barba, o ancora l'invito confuciano ad
amare
la propria scuola (non vi dico gli improperi!!). Ma in genere questo
permette
loro anche di "annusare" le differenze tra varie impostazioni etiche,
e per rovescio di poter valutare diversamente la propria cultura di
appartenenza.
Quest'anno ho fatto un
aggiunta. Me l'aveva suggerita un frate domenicano mio amico. Sono
andato su
internet e ho scovato un po' di materiale. Mi sono documentato ho messo
giù una
scheda e dopo tutto questo "ambaradan" sono andato in classe.
"Questa è una religione primitiva, ancora oggi sopravvissuta
nell'estremo
sud america". "Ma le pare prof. che si possa imparare qualcosa dai
primitivi?" L'ipertecnologico Andrea ovviamente non può ammettere che
dietro di lui esista una storia che può dirgli qualcosa. Ma io
silenziosamente
ho iniziato a leggere il testo delle regole della Religione Yàmana, che
vengono
ancora oggi consegnate agli e alle adolescenti, durante il rito di
passaggio
all'età adulta.
E più io leggevo e più il
silenzio aumentava. La prima regola che li ha colpiti è stata questa
"Quando ritorni da caccia dividi le prede con tutto il villaggio. La
tua
famiglia dovrà essere l'ultima a spartirsi le prede". "Beh non è
giusto, se io ho faticato a caccia, perché devo dividere quello che ho
preso
con chi non ha fatto niente stando a casa" (sempre Andrea!). "Però se
il giorno dopo tu non prendi nulla e vale la regola che si deve
dividere tu
mangi lo stesso anche senza aver cacciato - suggerisce Antonella - e
magari in
questo modo la volta dopo sei più contento anche tu di dare le tue cose
a chi
non ha cacciato niente".
E la seconda che li ha colpiti
suona così: "Non rubare. Rubare non ti causa vantaggio. Se hai bisogno
di
qualcosa chiedila e usala, poi restituiscila, ma non rubare. Se rubi
sarai
espulso dalla comunità". "Ma non è giusto, allora possedere delle cose
non serve a nulla, meglio non comprare nulla e usare quelle degli
altri!"
(Maddalena). "Si ma allora nessuno comprerebbe nulla e qualcuno che
vuole
vivere bene si darebbe una mossa e comprerebbe quello che gli serve,
usandolo
solo per sé. Così gli altri sarebbero costretti a fare altrettanto".
"Perfetto Cristina - le dico io -, ma non ti pare che stai descrivendo
la
situazione nostra dove la proprietà privata implica sempre anche l'uso
privato
dei beni? In questa religione invece la proprietà è privata ma l'uso è
condiviso".
Alla fine abbiamo cercato di
trovare un senso di fondo a queste regole e ci siamo accorti che in
questa
religione l'idea della sopravvivenza individuale è strettamente legata
a quella
degli altri, perché vivono in una condizione geografica difficile come
quella
della Terra del Fuoco. E allora mi è venuto in mente un gioco mentale:
"Ok, proviamo a pensare come sarebbe se queste regole fossero
"globalizzate". In fondo anche noi viviamo in un mondo che ha, forse
anche per colpa nostra, condizioni di sopravivenza umana sempre più
difficili.
Come sarebbe se queste regole fossero condivise da tutti?"
"Beh ad esempio mia madre
da quando c'è la crisi si è messa d'accordo con la sua amica vicina di
casa,
che lavora a 100 metri da dove lavora lei, e hanno deciso di usare solo
una
macchina a turno per andare a lavorare invece che due - continua
Gianluca -. Mi
sembra davvero stupido consumare benzina quando si può risparmiare e
magari
fare due chiacchiere con una amica che altrimenti vedresti meno".
"Prof. mio cugino che vive a Parigi - dice Antonella - ha ristrutturato
casa e insieme ad altri sei condomini ha deciso di comprare una
lavatrice
condominiale, risparmiando così un sacco di soldi e di energia".
E questi adolescenti sarebbero
quelli primitivi, senza cultura, apatici, sprecati. Se avessimo il
coraggio di
lasciargli lo spazio che si meritano...
di Gilberto Borghi
|VinoNuovo 14 febbraio 2011