Per te che vivi la
maturità
2011. Per Francesco e i suoi amici. La
“Matura” è
davanti a te. Manca poco al via: italiano, la seconda prova, la tanto
temuta
terza in sole tre ore e poi, più o meno vicini a seconda di come va il
sorteggio
della lettera, gli orali con la tesina! Quella su cui ti sei tanto
impegnato,
pensandola e preparandola con cura, quella che magari non è venuta
proprio come
avevi in testa tu o quella che forse pensavi di copiare, ma in cui alla
fine a
sorpresa è scappato lo stesso qualcosa di tuo. Mi
piacerebbe
che la parola d’ordine di questi giorni fosse: gustateli! Ma come?,
dirai. Io
invece non vedo l’ora che passi tutto, che finisca il prima possibile e
metta
così in archivio l’esperienza delle superiori, dei professori,
dell’esame!
Eppure, qualsiasi cosa farai dopo - sia che sceglierai di andare
all’università
sia che andrai a lavorare (e non credere che ciò significhi smettere di
studiare e imparare) - sarà qualcosa di profondamente diverso. Il
sapere
diventerà necessariamente più specialistico, forse più approfondito, ma
nello
stesso tempo più chiuso, un po’ ingabbiato nel suo orizzonte. Proprio
ciò che adesso ti spaventa di più in realtà è una grande risorsa, una
formidabile occasione: la varietà delle materie, i diversi argomenti da
ricordare, le associazioni e i tanti nessi da costruire costituiscono
un’esperienza unica da vivere in prima persona e da protagonista.
L’esame alle
porte rappresenta un eccezionale momento di sintesi, impegnativo certo,
ma a
suo modo entusiasmante. Non è il momento dell’angoscia, quanto quello
della
raccolta. Concediti la soddisfazione di accorgerti di quanto il tuo
pensiero
sia stato capace di solcare gli oceani della conoscenza, incagliandosi
talora
su uno scoglio a pelo d’acqua o insabbiandosi in qualche secca, ma
restando
sempre in grado di arricchirsi giorno dopo giorno, pagina dopo pagina.
Con
decisione addentrandosi nelle profondità dei mari o quasi
inconsapevolmente
lambendone solo le onde in superficie. Nei prossimi giorni non
devi
dimostrare niente a nessuno. Non ai genitori, né ai professori o agli
amici.
Devi solo raccogliere ciò che hai seminato, perché tanto o poco lo hai
comunque
fatto, altrimenti non saresti arrivato dove sei adesso. Il giardino che
hai
coltivato può essere così colmo e ricco di vegetazione da sembrare un
orto
botanico con specie provenienti da ogni terra o può possedere solo una
semplice
aiuola di fiori colorati, ordinata e curata. Ma resta
sempre
il tuo giardino, di cui devi prenderti il merito, assieme a chi ha
fornito il
nutrimento e l’acqua necessaria. Ho due auspici per te. Il primo è di
trovare
una commissione all’altezza del tuo desiderio, che lo sappia
riconoscere e
valorizzare, perfino sollecitarlo se si presenta timidamente e fatica a
sbucar
fuori dal groviglio delle incertezze e delle preoccupazioni. Speriamo
davvero
non ti capitino adulti cinici e arrabbiati, desiderosi di una rivincita
sadica
sul tuo sguardo curioso che attende ancora qualcosa di buono per sé. Il
secondo è che nel tempo a venire tu faccia comunque memoria di questo
momento e
di tutto il tuo percorso nelle superiori. Non sto parlando di emozioni
da
canzonette che diano un brivido commosso, e fuggente; intendo un atto
di
giudizio che ricorda e valuta. Resisti alla tentazione di abbassare
l’orizzonte, non chiudere la prospettiva anche se dovrai diventare un
superspecialista di qualcosa di infinitesimale. Tieni sempre alta la
testa,
certo non per una troppo orgogliosa fierezza o per una sprezzante
presunzione che non vede più gli altri, ma perché tu possa sempre avere
modo di
guardare il reale nella sua interezza, trovandone interessante ogni suo
aspetto. Luigi
Ballerini da www.ilsussidiario.net