Attenzione ragazzi!
D’estate le opportunità
di vivere il proprio tempo in modo significativo o in modo superficiale
sono
davvero tante. Qualcuno già si guarda indietro e dice: “Le vacanze sono
iniziate e io ancora non me ne sono accorto”; altri fanno il conto dei
mesi che
restano prima di ritornare al solito ritmo di studio o lavoro; c’è
anche chi fa
il conto alla rovescia verso il meritato riposo. In un blog troviamo
anche il
pensiero di una sedicenne che vorrebbe persino concludere le vacanze: Che cosa strana l’estate: abbastanza grande
da non accontentarti della vacanza in famiglia, ancora troppo giovane
per
intraprendere un viaggio senza i genitori. Anche se ti concedessero di
andare
in vacanza da solo, rimane il problema di trovare con chi andarci.
Forse molti
di voi si chiederanno che problema è, ma credetemi, per chi ha sedici
anni,
soprattutto per le ragazze, può essere un problema. Per chi in vacanza
cambia
meta ogni anno, si pone il problema di trovare amici in villeggiatura,
e così
in certi momenti, viene da pensare agli amici lasciati a casa, e a
desiderare
settembre per poterli rivedere. Oppure si vorrebbe tornare alla
quotidianità
per poter iniziare di nuovo quell’attività del tempo libero che tanto
amiamo. Che
strana quest’ultima frase, forse sono l’unica che potrebbe concepire un
simile
concetto, eppure è veramente ciò che penso. E forse coloro che non
rimpiangono
le vacanze sono più di quanti pensiamo.
Pensieri sparsi, pensieri nostalgici,
riflessioni di un’adolescente che aiutano a capire l’importanza di un
tempo
come questo da vivere in pienezza e con la coscienza di un periodo che
attraverso le persone, i luoghi, gli incontri, le parole di certo
segnerà il
ritorno alla cosiddetta routine come leggiamo in un altro blog: Ogni estate rimane marchiata a fuoco nella
nostra memoria come l’estate in cui vivemmo un’avventura ben specifica:
la casa
sull’albero dell’estate 2004, la prima fidanzatina del 2006, la prima
vacanza da
soli senza i genitori nel 2010. Sono cose che normalmente
succedono
d’estate. Si aspetta l’estate per uscire, scoprire, crescere. Poi a
settembre
si torna a scuola, un po’ più grandi.
Chi è in vacanza, chi si può riposare, chi
si gode le ferie riesce a farlo veramente senza rischiare dopo la
malinconia e
affrontando bene il momento? C’è chi ha scelto di dedicare una parte
del
proprio tempo al volontariato, organizzando tutto per dedicarsi agli
altri, e
in tal senso si va dal quartiere a rischio della propria città ai Paesi
in via
di sviluppo. Vale la pena sottolineare come non stiamo parlando di
“martiri” o
di “folli”, ma di giovani che vogliono “ricrearsi” attraverso queste
attività.
Sì, ricrearsi, perché il rischio di un certo modo di vivere la vacanza
è quello
di consumarsi ed arrivare a settembre e ad ottobre con il metabolismo
sballato,
le occhiaie, scottature varie e soprattutto un’incapacità di riprendere
i ritmi
quotidiani di studio o di lavoro.
È possibile che si ritorni all’ordinario
come se nella fosse accaduto? Una buona prospettiva potrebbe dunque
essere
quella di organizzare una vacanza che dosi bene tutte le esigenze della
persona, puntando sul riposo fisico, sulla gioia di stare con gli
amici, sul
godersi la natura, sullo scoprire luoghi mai visti, sulla cultura,
sulla
rigenerazione dello spirito, sulla gestione equilibrata del giorno e
della
notte.
Allargare i propri orizzonti vuol dire per
esempio abbronzarsi ma non affondare le proprie radici su una spiaggia
o un
solarium; divertirsi ma non “sballare”; gestire il tempo in modo
diverso ma non
cambiare tutte le notti con il giorno; viaggiare ma non solo per
chiudersi in
un villaggio turistico; fare nuove esperienze sì, ma anche tornare alle
proprie
origini e tradizioni magari nelle feste di paese e tra le sagre;
leggere, ma
possibilmente puntare su un buon romanzo piuttosto che sui giornali
scandalistici; conoscere tanta gente, ma anche creare relazioni
significative;
dedicarsi un po’ di tempo, ma prendersi cura pure degli altri.