È in corso a New
York, al Guggenheim Museum, la più completa mostra sul Futurismo mai
allestita negli Stati Uniti. Curata da Vivien Greene, curatrice delle
collezioni del XIX e XX secolo del museo, l’esposizione, intitolata
“Italian Futurism 1909-1944: Recontructing the Universe”, ha avuto una
lunga gestazione per la sua ampiezza e complessità: 300 le opere
esposte, molte viste di rado, 38 provenienti dal Museo d’Arte
Contemporanea di Trento e Rovereto (che contemporaneamente ha reso
possibile con i suoi prestiti “Universo Depero. Le opere del Mart al
Mar di Aosta”, aperta fino all’11 maggio).
Sono 79 gli autori presenti, compresi tutti i nomi più importanti del
movimento: Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Tullio Crali,
Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Gino Severini...
La rassegna newyorchese, inaugurata il 21 febbraio e visitabile fino al
1º settembre, si caratterizza per la multidisciplinarietà: dipinti,
sculture, progetti architettonici, oggetti di design, ceramiche,
creazioni di moda, film, fotografie, pubblicità, letteratura, musica,
teatro e performance.
Il percorso espositivo copre un periodo di 35 anni, a cominciare dalla
fase “eroica” precedente la Prima Guerra Mondiale, attraversando vari
temi: le parolibere, l’architettura, la ricostruzione futurista
dell’universo, l’arte meccanica, l’aeropittura e la fotografia. In
mostra, inoltre, i manifesti del movimento d’avanguardia, da quello
della fondazione a quelli della pittura, della letteratura, del cinema,
della danza.
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