Tutti seduti, occhi chiusi, e vai con il «momento di quiete in classe»:bastano pochi minuti, due volte al giorno, per rendere più serene le giornate degli studenti (e dei loro insegnanti), favorire la tranquillità in aula e il dialogo in famiglia. Ne ha parlato lunedì 3 febbraio a Milano il regista David Lynch, che da anni attraverso la sua Fondazione promuove la meditazione trascendentale con l’obiettivo della «scuola senza stress». Siamo nella direzione della «slow school» che il maestro americano Tim Walker sta imparando a conoscere da quando si è trasferito in Finlandia: tempi rilassati, niente competizione tra alunni, clima collaborativo. Il contrario insomma di quel che succede nella maggior parte delle scuole, anche italiane, più simili a un «frullatore», dove l’ansia la fa da sovrana.
«Lynch fa meditazione da tanti anni, e la tecnica oggi è utilizzata in più di 500 scuole in tutto il mondo» dice Rossano Maset, psicoterapeuta e organizzatore dell’appuntamento. «Il momento di quiete funziona in ambienti diversi; nelle scuole blasonate dei centri storici come nelle periferie. Gli effetti: meno stress, meno depressione, violenza, bullismo. Miglioramento del ritmo sonno/veglia, clima più sereno in aula, apprendimento più agile».
Possibile che bastino pochi minuti per cambiamenti così significativi? Giovanna Finocchiaro è una professoressa dell’unico istituto italiano che abbia adottato il metodo, e cioè il comprensivo De Amicis di Tremestieri Etneo in provincia di Catania. «I ragazzi delle medie hanno un beneficio immediato», mi dice. «Sono più felici, si svegliano tranquilli al mattino e vanno a scuola senza tante storie. Durante la lezione sono attenti e partecipi. Molti genitori hanno anche loro imparato a meditare e sono entusiasti. Dopo la meditazione collettiva del mattino, se ne fa un’altra individuale al pomeriggio, a casa. Gli effetti restano tutta la giornata».
E i professori, che ne pensano? Pensano che l’esperienza, sicuramente, porterebbe giovamento anche a loro. Un po’ di meditazione aiuterebbe anche chi sta in cattedra a essere meno stressati.
redazione