Elisa Barbaro, scrittrice siciliana esordiente, la sua passione per la narrativa emerge, quasi, per caso, quando partecipando ad un concorso di narrativa vince il primo premio. Dopo due anni ripartecipa al concorso donando il suo racconto ad una amica, perché teme che la giuria leggendo il suo nome non voglia far vincere due volte la stessa persona. Ma anche questa volta vince il premio. Il suo romanzo “Il suo nome era Aprile”, romanzo di formazione, nasce ascoltando i racconti di infanzia, poi i personaggi prendono vita propria e la storia si scrive da sé.
Una narrazione fresca e avvincente che ripercorre i mitici anni '70-'80 visti con gli occhi di un giovane della provincia messinese e vissuti con l'entusiasmo di una generazione che cambia velocemente. Pagine agili e ricche dei colori del luogo, spazi vibranti di vitalità, personaggi che, nella loro "normalità", comunicano sentimenti ed emozioni universali. La delicatezza dei sentimenti, la purezza della descrizione narrativa, il senso del rispetto verso gli altri e verso la propria famiglia, la passione per le scelte quotidiane, l’eleganza stilistica, sono tutti elementi presenti nel romanzo, che non possono non stupire e sorprendere il lettore.
La capacità di descrivere dal punto di vista femminile l’energia di un mondo, come è quello del popolo siciliano, che appassiona nelle vicissitudini quotidiane, coinvolge nella percezione e nella descrizione dei paesaggi, educa attraverso la forza degli ideali e dei sentimenti autentici da custodire, quasi, come una reliquia.
Scorrendo le pagine del libro si ha come la sensazione di rivivere la propria infanzia, gli affetti, i sogni, le ambizioni che si coniugano in quel connubio ed equilibrio di tradizione e innovazione.
Tenace e solare la trama dei protagonisti che, in qualsiasi parte del mondo si trovino, conservano ed esprimono quel temperamento tipico e immutabile che tanto ci ricorda la sicilianità così come è descritta nel celebre libro il Gattopardo quando si allude all’innovazione, al cambiamento, affinché nulla cambi e tutto si conservi in quell’immobilità quasi a voler raffigurare il senso dell’eterno.
E poi, la descrizione dei personaggi femminili, dotati di una forza divina, magica, materna, che si autodescrive attraverso le azioni, i comportamenti composti, ripetitivi, ma sempre nuovi e unici. E sullo sfondo, come un incanto, la “muntagna”, l’Etna, che si erge maestosa e bellissima, come un Olimpo imprevedibile, da togliere il fiato.
Il significato del titolo del romanzo? Esiste una simbologia recondita? E’ una metafora o una semplice scelta narrativa? Scoprirlo è onore e onere del lettore, una volta giunto al termine de “Il suo nome era Aprile”.
Elisa Barbaro prossimamente presenterà il suo libro presso l’Istituto d’Istruzione Superiore Verona Trento di Messina.
rosita.ansaldi@tin.it
Una narrazione fresca e avvincente che ripercorre i mitici anni '70-'80 visti con gli occhi di un giovane della provincia messinese e vissuti con l'entusiasmo di una generazione che cambia velocemente. Pagine agili e ricche dei colori del luogo, spazi vibranti di vitalità, personaggi che, nella loro "normalità", comunicano sentimenti ed emozioni universali. La delicatezza dei sentimenti, la purezza della descrizione narrativa, il senso del rispetto verso gli altri e verso la propria famiglia, la passione per le scelte quotidiane, l’eleganza stilistica, sono tutti elementi presenti nel romanzo, che non possono non stupire e sorprendere il lettore.
La capacità di descrivere dal punto di vista femminile l’energia di un mondo, come è quello del popolo siciliano, che appassiona nelle vicissitudini quotidiane, coinvolge nella percezione e nella descrizione dei paesaggi, educa attraverso la forza degli ideali e dei sentimenti autentici da custodire, quasi, come una reliquia.
Scorrendo le pagine del libro si ha come la sensazione di rivivere la propria infanzia, gli affetti, i sogni, le ambizioni che si coniugano in quel connubio ed equilibrio di tradizione e innovazione.
Tenace e solare la trama dei protagonisti che, in qualsiasi parte del mondo si trovino, conservano ed esprimono quel temperamento tipico e immutabile che tanto ci ricorda la sicilianità così come è descritta nel celebre libro il Gattopardo quando si allude all’innovazione, al cambiamento, affinché nulla cambi e tutto si conservi in quell’immobilità quasi a voler raffigurare il senso dell’eterno.
E poi, la descrizione dei personaggi femminili, dotati di una forza divina, magica, materna, che si autodescrive attraverso le azioni, i comportamenti composti, ripetitivi, ma sempre nuovi e unici. E sullo sfondo, come un incanto, la “muntagna”, l’Etna, che si erge maestosa e bellissima, come un Olimpo imprevedibile, da togliere il fiato.
Il significato del titolo del romanzo? Esiste una simbologia recondita? E’ una metafora o una semplice scelta narrativa? Scoprirlo è onore e onere del lettore, una volta giunto al termine de “Il suo nome era Aprile”.
Elisa Barbaro prossimamente presenterà il suo libro presso l’Istituto d’Istruzione Superiore Verona Trento di Messina.
rosita.ansaldi@tin.it