"La nostra logica a bolle immerge una nell’altra chimica e computazione, consentendo a un bit digitale di trasportare un contenuto chimico. Finora invece c’era una netta distinzione fra i materiali di una reazione e il meccanismo che li controlla”, ha detto Neil Gershenfeld, uno degli autori della ricerca.
Quella ai sistemi di controllo delle reazioni chimiche sarà verosimilmente la prima applicazione di questi chip, ma secondo i ricercatori sarà possibile creare sistemi a microfluidi su larga scala, utilizzabili come memorie chimiche, capaci di immagazzinare migliaia di reagenti su un solo chip (come una memoria di computer), utilizzando i suoi contatori per dispensarne quantità esatte e i circuiti logici per destinarli a specifici compiti. (gg)
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