“LA GELMINI PROPONGA INVESTIMENTI NELLE SCUOLE DEL SUD”
E’ proprio vero. Non tutti i mali vengono per nuocere. Il recente scandalo sulle dichiarazioni della Gelmini riguardo alla presunta impreparazione degli insegnanti meridionali, al di là del maggiore o minore peso da attribuire loro, ha avuto un merito. Quello di porre sul tavolo e quindi di far balzare agli occhi dell’intera nazione un problema che forse mai era stato oggetto di seria e approfondita attenzione da parte della politica dell’Istruzione: l’oggettivo divario tra le più evolute regioni settentrionali e l’immane fatica con la quale i docenti operano nelle povere e depresse regioni meridionali. Di questa difficoltà al Nord pare non accorgersi nessuno, ma chi opera in certe realtà terribili, per non andare tanto lontano basti pensare a Librino o San Cristoforo a Catania, sa bene cosa significa un anno scolastico in tali contesti. Son cavoli e spesso gli insegnanti si ritrovano soli.
Ora, ministro Gelmini, visto che non vogliamo credere che la sua sarà una politica di tagli indiscriminati, volta solo ad accontentare il Ministero dell’economia, visto che lei la scuola italiana la vuole cambiare e ce l’ha tanto a cuore, faccia una bella cosa. Razionalizzi sì le spese per l’istruzione, tagliando nettamente i rami secchi. Elimini dalla scuola tutti i fannulloni che, qualche volta me lo sono sentito dire anche quasi con orgoglio, “mangiano i soldi allo stato” . Questo va bene. Gli sprechi ci sono e sono indiscutibili. Ma poi faccia un’altra bella cosa: attui una seria politica di investimenti nelle scuole del Sud. Queste sì che hanno tanto bisogno di aiuto, ma un aiuto serio, non solo sbandierato e mai realizzato. Per esempio elimini dalla scuola tutti quegli inutili progetti che sono stati un modo per favorire un lucroso giro di affari tra docenti, esperti esterni ed enti coinvolti e investa i soldi risparmiati nella creazione di infrastrutture per le zone più depresse del nostro meridione. Così, con una scuola a loro misura, anche i ragazzi più difficili potranno trovare la loro dimensione didattica, aliena dallo stare rinchiusi un un’aula a fare ciò che non desiderano.Spesso i docenti del sud si ritrovano in queste situazioni: con una scuola inadeguata alla loro utenza, alle prese con ragazzi difficili con i quali è difficili trattare.
Perché si argini la dispersione, però, ci vuole denaro, e tanto. Investito e ben speso. Non dilapidato, come tante volte è accaduto al sud. Ma questo è un altro discorso. Intanto che arrivino gli investimenti e l’attenzione per la scuola meridionale. Chissà forse da un banale frase, maldestramente pronunciata, nascerà un beneficio per i ragazzi più bisognosi.
Silvana La Porta
E’ proprio vero. Non tutti i mali vengono per nuocere. Il recente scandalo sulle dichiarazioni della Gelmini riguardo alla presunta impreparazione degli insegnanti meridionali, al di là del maggiore o minore peso da attribuire loro, ha avuto un merito. Quello di porre sul tavolo e quindi di far balzare agli occhi dell’intera nazione un problema che forse mai era stato oggetto di seria e approfondita attenzione da parte della politica dell’Istruzione: l’oggettivo divario tra le più evolute regioni settentrionali e l’immane fatica con la quale i docenti operano nelle povere e depresse regioni meridionali. Di questa difficoltà al Nord pare non accorgersi nessuno, ma chi opera in certe realtà terribili, per non andare tanto lontano basti pensare a Librino o San Cristoforo a Catania, sa bene cosa significa un anno scolastico in tali contesti. Son cavoli e spesso gli insegnanti si ritrovano soli.
Ora, ministro Gelmini, visto che non vogliamo credere che la sua sarà una politica di tagli indiscriminati, volta solo ad accontentare il Ministero dell’economia, visto che lei la scuola italiana la vuole cambiare e ce l’ha tanto a cuore, faccia una bella cosa. Razionalizzi sì le spese per l’istruzione, tagliando nettamente i rami secchi. Elimini dalla scuola tutti i fannulloni che, qualche volta me lo sono sentito dire anche quasi con orgoglio, “mangiano i soldi allo stato” . Questo va bene. Gli sprechi ci sono e sono indiscutibili. Ma poi faccia un’altra bella cosa: attui una seria politica di investimenti nelle scuole del Sud. Queste sì che hanno tanto bisogno di aiuto, ma un aiuto serio, non solo sbandierato e mai realizzato. Per esempio elimini dalla scuola tutti quegli inutili progetti che sono stati un modo per favorire un lucroso giro di affari tra docenti, esperti esterni ed enti coinvolti e investa i soldi risparmiati nella creazione di infrastrutture per le zone più depresse del nostro meridione. Così, con una scuola a loro misura, anche i ragazzi più difficili potranno trovare la loro dimensione didattica, aliena dallo stare rinchiusi un un’aula a fare ciò che non desiderano.Spesso i docenti del sud si ritrovano in queste situazioni: con una scuola inadeguata alla loro utenza, alle prese con ragazzi difficili con i quali è difficili trattare.
Perché si argini la dispersione, però, ci vuole denaro, e tanto. Investito e ben speso. Non dilapidato, come tante volte è accaduto al sud. Ma questo è un altro discorso. Intanto che arrivino gli investimenti e l’attenzione per la scuola meridionale. Chissà forse da un banale frase, maldestramente pronunciata, nascerà un beneficio per i ragazzi più bisognosi.
Silvana La Porta