22/12/2009 -
Usa, scoppia la Celentano-mania tutti pazzi per un brano del '72
Gli americani, meglio di Elvis, U2 e Dylan
ROMA
Un rap ante litteram per un mito senza tempo. “Prisencolinensinanciusol” spopola in Usa, a quasi 40 anni di distanza dalla sua uscita, con tutta la sua miscela esplosiva.
A far riesplodere il mito del brano più geniale di Adriano Celentano è il blog Boing Boing, frequentatissimo negli Usa: Cory Doctorow, scrittore e guru dei blogger statunitensi, parla della canzone uscita nel 1972 in toni entusiastici, la cita come esempio di quanti cantano l’inglese senza conoscerlo e come simbolo del fascino dello slang finto-anglofono. Tempo poche ore e il pezzo del blogger viene letto da migliaia di giovani americani che ascoltano il brano e lo commentano: incantevole, attuale, originale, geniale, sono gli aggettivi usati.
Scoppia la Celentano-mania, in Usa e a 40 anni di distanza dall’uscita del protorap. «Celentano è una leggenda», scrive un utente che si firma Gjashley mentre altri lo citano come esempio dell’evoluzione odierna del rock, altri paragonano Celentano a U2, Dylan, Elvis, Rem e Radiohead, altri dicono che si tratta di un brano che ha il «linguaggio internazionale del funk». Una mania che continua a crescere di ora in ora incoronando Celentano re d’America.
Un successo che dimostra la straordinaria vitalità di un artista che non conosce stagione e tempo. Celentano compose “Prisencolinensinanciusol” anticipando di almeno dieci anni le prime produzioni made in Usa ed è considerata a tutti gli effetti il primo rap della storia della musica. Con un testo nonsense, un solo accordo, il Mi bemolle, e i fiati che ripetevano insistentemente un martellante refrain di dieci note, il brano alla sua prima uscita nel dicembre 1972 suscitò grande scalpore, segnando una vera e propria rottura con la tradizione musicale italiana dell’epoca. “Ai ai smai senflecs/ eni go for doin peso ai/ in de col mein saivuan/ prisencolinensinainciusol ol rait/ lu nei si not sicodor/ ah es la bebi la dai big iour/ prisencolinensinainciùsol”, recita il testo di “Prisencolinensinainciusol”.
Sul significato del brano si susseguirono decine di interpretazioni, molte stravaganti: qualcuno arrivò ad avanzare l’ipotesi che si trattasse di un acronimo, una frase le cui iniziali componevano la parola fatidica. Altri facevano notare che su diverse edizioni del disco e sugli spartiti, questa era scritta con le prime 6 lettere in maiuscolo, lasciando il resto in minuscolo, e comunque sempre con parecchia attenzione agli accenti, e cercò quindi di scomporla, arrivando ad ipotizzare un mosaico di lingue europee. Alla fine ci pensò lo stesso Celentano a spiegare il senso di quel testo in inglese maccheronico utilizzato per lavorare sul brano prima di elaborare le liriche in italiano, come rivelarono alcuni suoi collaboratori. La spiegazione Celentano la fornì nel corso di una puntata della storica trasmissione Rai “Formula Due”, condotta da Alighiero Noschese e Loretta Goggi.
Celentano si presentò vestendo i panni di un insegnante (con occhiali, spolverino e camicia grigia), intento a impartire la sua lezione a una dozzina di allieve in minigonna sedute ai banchi (tra queste, Claudia Mori): «Ho capito che oggi nel mondo non ci capiamo più. - disse Celentano - È proprio difficile, non c’è dialogo ormai. È rimasto solo lo sguardo, un po’ afflitto. E quindi ho ritenuto opportuno fare una canzone sul tema, cioè sviluppando il tema dell’incomunicabilità».
In un’intervista più recente Celentano ha spiegato: «Preparai in sala d’incisione un “loop” che ripeteva sempre lo stesso passaggio musicale e ritmico e iniziai a cantarci sopra. Immaginando un gergo che per me rappresentasse la ribellione alle convenzioni. Anche musicali».
La canzone ebbe una storia discografica curiosa: uscita nel dicembre 1972 ed utilizzata come sigla del programma radiofonico Gran Varietà, fece il suo ingresso nella top ten italiana un anno e mezzo dopo, il 16 febbraio 1974, in seguito alla partecipazione a “Formula Due” e allo show con Mina e Raffaella Carrà “Milleluci”. La canzone rimase in classifica nelle prime dieci posizioni fino al 29 giugno. “Prisencol” conobbe un ottimo successo anche all’estero, conquistando la testa delle top ten di Francia, Belgio, Olanda, Germania, riuscendo persino ad entrare nella top 100 americana. Ora, quasi 40 anni dopo, la rete ha pensato a rilanciare quel mito.
Usa, scoppia la Celentano-mania tutti pazzi per un brano del '72
Gli americani, meglio di Elvis, U2 e Dylan
ROMA
Un rap ante litteram per un mito senza tempo. “Prisencolinensinanciusol” spopola in Usa, a quasi 40 anni di distanza dalla sua uscita, con tutta la sua miscela esplosiva.
A far riesplodere il mito del brano più geniale di Adriano Celentano è il blog Boing Boing, frequentatissimo negli Usa: Cory Doctorow, scrittore e guru dei blogger statunitensi, parla della canzone uscita nel 1972 in toni entusiastici, la cita come esempio di quanti cantano l’inglese senza conoscerlo e come simbolo del fascino dello slang finto-anglofono. Tempo poche ore e il pezzo del blogger viene letto da migliaia di giovani americani che ascoltano il brano e lo commentano: incantevole, attuale, originale, geniale, sono gli aggettivi usati.
Scoppia la Celentano-mania, in Usa e a 40 anni di distanza dall’uscita del protorap. «Celentano è una leggenda», scrive un utente che si firma Gjashley mentre altri lo citano come esempio dell’evoluzione odierna del rock, altri paragonano Celentano a U2, Dylan, Elvis, Rem e Radiohead, altri dicono che si tratta di un brano che ha il «linguaggio internazionale del funk». Una mania che continua a crescere di ora in ora incoronando Celentano re d’America.
Un successo che dimostra la straordinaria vitalità di un artista che non conosce stagione e tempo. Celentano compose “Prisencolinensinanciusol” anticipando di almeno dieci anni le prime produzioni made in Usa ed è considerata a tutti gli effetti il primo rap della storia della musica. Con un testo nonsense, un solo accordo, il Mi bemolle, e i fiati che ripetevano insistentemente un martellante refrain di dieci note, il brano alla sua prima uscita nel dicembre 1972 suscitò grande scalpore, segnando una vera e propria rottura con la tradizione musicale italiana dell’epoca. “Ai ai smai senflecs/ eni go for doin peso ai/ in de col mein saivuan/ prisencolinensinainciusol ol rait/ lu nei si not sicodor/ ah es la bebi la dai big iour/ prisencolinensinainciùsol”, recita il testo di “Prisencolinensinainciusol”.
Sul significato del brano si susseguirono decine di interpretazioni, molte stravaganti: qualcuno arrivò ad avanzare l’ipotesi che si trattasse di un acronimo, una frase le cui iniziali componevano la parola fatidica. Altri facevano notare che su diverse edizioni del disco e sugli spartiti, questa era scritta con le prime 6 lettere in maiuscolo, lasciando il resto in minuscolo, e comunque sempre con parecchia attenzione agli accenti, e cercò quindi di scomporla, arrivando ad ipotizzare un mosaico di lingue europee. Alla fine ci pensò lo stesso Celentano a spiegare il senso di quel testo in inglese maccheronico utilizzato per lavorare sul brano prima di elaborare le liriche in italiano, come rivelarono alcuni suoi collaboratori. La spiegazione Celentano la fornì nel corso di una puntata della storica trasmissione Rai “Formula Due”, condotta da Alighiero Noschese e Loretta Goggi.
Celentano si presentò vestendo i panni di un insegnante (con occhiali, spolverino e camicia grigia), intento a impartire la sua lezione a una dozzina di allieve in minigonna sedute ai banchi (tra queste, Claudia Mori): «Ho capito che oggi nel mondo non ci capiamo più. - disse Celentano - È proprio difficile, non c’è dialogo ormai. È rimasto solo lo sguardo, un po’ afflitto. E quindi ho ritenuto opportuno fare una canzone sul tema, cioè sviluppando il tema dell’incomunicabilità».
In un’intervista più recente Celentano ha spiegato: «Preparai in sala d’incisione un “loop” che ripeteva sempre lo stesso passaggio musicale e ritmico e iniziai a cantarci sopra. Immaginando un gergo che per me rappresentasse la ribellione alle convenzioni. Anche musicali».
La canzone ebbe una storia discografica curiosa: uscita nel dicembre 1972 ed utilizzata come sigla del programma radiofonico Gran Varietà, fece il suo ingresso nella top ten italiana un anno e mezzo dopo, il 16 febbraio 1974, in seguito alla partecipazione a “Formula Due” e allo show con Mina e Raffaella Carrà “Milleluci”. La canzone rimase in classifica nelle prime dieci posizioni fino al 29 giugno. “Prisencol” conobbe un ottimo successo anche all’estero, conquistando la testa delle top ten di Francia, Belgio, Olanda, Germania, riuscendo persino ad entrare nella top 100 americana. Ora, quasi 40 anni dopo, la rete ha pensato a rilanciare quel mito.