Vinicio
Ongini è responsabile dell’Ufficio Integrazione alunni stranieri del
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’autore,
forte della sua esperienza di insegnante, esplora il variegato e
multiforme mondo della scuola moderna. Il suo libro appare come un
viaggio per le classi della scuola italiana, viaggio che parte dalla
scuola multiculturale. Dalle classi dell’estremo nord d’Italia fino a
sud, per far emergere una realtà la quale più che di integrazione,
termine più teorico che pratico, si presenta come interazione di un
progetto concreto, che ogni giorno arricchisce professori e studenti,
genitori e figli, italiani e cosiddetti stranieri. Ed è proprio la
ricchezza delle diversità uno dei temi portanti della sua ricerca.
Perché la diversità, dice Vinicio Ongini, arricchisce e unisce le
persone. Interessante appare la motivazione che spinge l’autore a
scrivere questo libro, motivazione dettata dalla sua esperienza
istituzionale e dal bisogno, non solo per sé ma soprattutto per gli
altri, di realizzare questo lavoro editoriale come risultato di una
descrizione non costruita sulle opinioni dei media, ma come risultato
dei suoi studi verso una scuola moderna, colorata e multietnica.
Scopriamo, durante la lettura del libro le tante Italie, come lui dice,
perché c’è l’Italia delle valli e quella delle provincie, quella
dell’Appennino desolato e popolato dalla migrazione degli ultimi anni e
quella dei tanti paesini del sud, quella dei centri urbani e dei
quartieri storici, quella delle borgate e delle periferie. Sono tutte
Italie, Italie vere, con le loro problematiche locali e le loro
esigenze territoriali, che si confrontano e risultano diverse tra loro
ma non per questo devono essere divise o per lo più classificate
secondo una logica di priorità ideologico-politica, ma semmai la
logica applicata deve essere puramente razionale, accantonando
sentimentalismi di parte di tipo logistico-regionale, ricordando il
valore portante di una coscienza unitaria. Ongini è stato tra i primi a
prefigurare lo scenario di una scuola multietnica, quando questo
termine appariva ancora ai più come un neologismo e l’autore lo
confessa “ho scoperto subito cose molto interessanti. La motivazione
degli studenti stranieri, ad esempio, superiore a quella di molti
coetanei italiani”. Da qui la constatazione che le classi italiane,
intese come fatto culturale, esprimono un certo carattere civico,
tipicamente, italiano e sicuramente non da intendere come modello
eccelso. Descrive la realtà di una scuola del sud, in particolare nella
città di Palermo, dove nel centro storico, vicino alla stazione, c’è
una scuola con circa cinquecento alunni di cittadinanza non
italiana. Avvicinandosi ad una insegnante e chiedendole come
andava il lavoro didattico nelle classi, risponde che il problema non
sono gli stranieri, sono gli “altri”, gli italiani. E così risalendo
verso nord esiste la realtà degli indiani sikh che hanno il culto
dell’essere bravi a scuola e di svolgere lavori che gli italiani non
vogliono più fare. E ancora la realtà delle scuole che si trovano nelle
montagne del cuneese fino ai quartieri periferici di Torino, Milano e
Roma. E, ancora, le iniziative egregie come nel caso dei due sindaci di
due piccoli comuni del nord, che sono riusciti a non far chiudere le
rispettive scuole per l’arrivo degli studenti indiani sikh giunti dalle
campagne lombarde. Ma la stessa cosa è accaduta in Calabria, con
l’arrivo di piccoli rifugiati dal Kurdistan e dall’Afghanistan. La
scuola italiana multiculturale è il miglior racconto intorno alla
scuola attuale in generale, dice l’autore. Risulta necessario
attenzionare una scuola che valorizzi azioni e progetti già virtuosi in
contrapposizione a tante definizioni e racconti spesso fuorvianti.
Il libro Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale di Vinicio
Ongini, presenta attraverso questo racconto-inchiesta la realtà della
scuola di oggi.
Il libro è edito dalla casa editrice
Laterza, pp. 170, 2011, euro 15.00, prefazione di Tullio De Mauro.
Rosita Ansaldi
rosita.ansaldi@tin.it