Prendendo le mosse dalla recente denuncia per evasione scolastica contro i 232 genitori di 136 alunni di Santa Maria di Licodia, nella relazione introduttiva Denaro si è soffermato sugli annosi problemi che attanagliano non solo i lavoratori ma soprattutto gli stessi studenti e le famiglie. «Ritorno al maestro unico nella scuola primaria, taglio al tempo prolungato alle medie e scomparsa di fatto delle ore laboratoriali nei tecnici e professionali – ha affermato Denaro – contribuiscono ad allontanare alunni e studenti dalla scuola. Fenomeni come il bullismo, la devianza minorile e l’allarmante dispersione scolastica si combattono con risorse economiche e umane e non con la scure dei tagli. Infine, il mancato rinnovo contrattuale e la prospettiva di un blocco fino al 2019 rendono ancora più poveri i già magri stipendi del personale». Denaro ha annunciato che, a livello locale «da subito si continuerà, con la confederazione, una forte azione per ampliare il tempo scuola, col tempo pieno e prolungato, e per rivisitare gli organici in modo da favorire tutte le scuole, specie dove sono carenti gli Ata e i collaboratori scolastici, e in particolare nelle aree a rischio del territorio catanese». Un’attività confermata da Rosaria Rotolo, che si è soffermata sull’importanza strategica che riveste oggi la scuola a livello nazionale, ma soprattutto locale. «Bisogna affrontare, una volta per tutte – ha aggiunto – il problema della sicurezza degli edifici scolastici. E non si può sottacere che una politica miope e autoreferenziale sta calpestando di fatto il diritto allo studio. La lotta alla disoccupazione è il problema più urgente che investe oggi il sindacato, congiuntamente alla difesa dei più deboli, dei precari, delle famiglie e degli anziani». Per Bonomo, «la proposta del Governo sulla Buona Scuola presenta numerosi e preoccupanti punti di criticità su cui è indispensabile intervenire con sostanziali modifiche del progetto. In particolare, lo svuotamento delle graduatorie a esaurimento non esaurisce la domanda di stabilizzazione del lavoro precario realmente in atto; non si fa cenno all’esigenza di stabilizzare il lavoro anche nell’area Ata; viene prospettata per il personale docente una modalità di progressione economica che, invadendo l’area della contrattazione, assume come unico fattore di avanzamento una vaga e malintesa meritocrazia; si affronta in termini approssimativi e superficiali il tema dei curricoli, subordinando il potenziamento delle aree disciplinari alla disponibilità di tipologie professionali attualmente rilevabile nelle Gae; il tutto senza alcun cenno alle ricadute in termini di ordinamento che le scelte sui curricoli necessariamente comportano». Il dibattito che ne è seguito ha toccato molti aspetti sia della vita lavorativa di ogni singola figura professionale della scuola che delle giuste richieste di alunni e famiglie. Le Rsu e i terminali associativi della Cisl Scuola catanese continueranno a farsi interpreti dei bisogni della scuola e di chi vi lavora con abnegazione.
"La Sicilia" del 29/10/2014