Prossimi alla
stagione referendaria sui temi sociali quali la scuola,
le politiche ambientali,
privatizzazione dell'acqua e servizi pubblici, molti docenti sono alle
prese con la salomonica
decisione di fare un concorso a cattedra che rappresenta a tutti gli
effetti l'ennesima truffa
e umiliazione verso migliaia di lavoratrici e lavoratori precari
storici e non. Un concorso che
costerà decine di migliaia di euro di soldi pubblici, un concorso che a
malapena coprirà i posti
lasciati vacanti dai colleghi in pensione. Un concorso che esclude i
docenti di terza fascia GI e
neolaureati e tantissimi altri aprendo così la strada a nuovi
contenziosi. Un concorso che ci
farà vincere un bel contratto triennale! che di fatto condanna
moltissimi di noi alla
disoccupazione e nella migliore delle ipotesi alla precarietà a vita,
dato che a decorrere da
settembre 2016 (comma 131 art.1 della legge 107/2015) i contratti di
lavoro a tempo
determinato stipulati presso le istituzioni scolastiche ed educative
statali, per la copertura di
posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva
di trentasei mesi, anche
non continuativi.
Con triste rammarico assistiamo da anni alla guerra tra poveri. I
governi succedutisi negli anni
hanno ben creato questa divisione e frammentazione tra noi docenti con
sistemi di formazione
e reclutamento assai diversi. Dividendoci hanno impedito un fronte
comune di lotta, eccezione
fatta contro la legge 107/2015 che ci ha visti protagonisti di una
battaglia purtroppo persa
perché imposta a colpi di fiducia dal governo Renzi.
Il duro colpo ad una mobilitazione straordinaria come da decenni son si
vedeva ha disilluso
molti e oggi ci troviamo in una situazione non certo confortante. Il
"Renzismo" trionfa nelle
scuole, la propaganda elettorale la si vede ovunque: tv,metro, autobus
ecc.
Il NO AL CONCORSO è più che sentito, sosteniamo con determinazione
l'assunzione per
scorrimento graduatorie e l'assunzione di chi ha superato i 36 mesi e
non il suo licenziamento! Noi non possiamo che auspicare una ripresa
della mobilitazione, il successo dei referendum
dipenderà anche da questo. Una mobilitazione capace di unire la società
civile sui temi sociali e
politici, capace di mettere in seria difficoltà un governo di
cialtroni, che nessuno ha votato e
che gioca sporco con le nostre vite! Uno sguardo oltr'alpe va alla
società francese che in questi giorni sta lottando contro il "jobs
act di Hollande". Il motto di "Chi tocca uno tocca tutti" è universale
e non può essere banalizzato... se solo tutti
i lavoratori ne avessero consapevolezza sarebbe il primo passo per
unire le forze e le lotte di
tutti e tutte.
Per Cub Scuola Roma e Lazio Valentina
Santocono
cubscuolaromalazio@gmail.com