Finora non ho
avuto il tempo a disposizione per riflettere sul caso di Tiziana, la
ragazza suicida per la vergogna. Ma non credete che si debba tentare un
approccio più serio, intelligente ed approfondito rispetto ai vari post
e ai commenti letti a riguardo? La tragica vicenda della donna che si è
tolta la vita, amareggiata e depressa da una sorta di "gogna virtuale"
a cui l'hanno quasi costretta in forza di alcuni filmati hard divenuti
virali e divulgati su Internet dai suoi aguzzini, è stata una notizia
agghiacciante ed inaudita, che ci ha angosciato in un modo atroce e
doloroso.
Non penso neanche che si possa demonizzare il Web nella misura in cui,
al pari di qualsiasi medium o strumento tecnologico, è anch'esso
neutrale in sé, per cui il suo valore (negativo o positivo) dipende
esclusivamente dall'utilizzo che se ne fa. Direi, piuttosto, che si
dovrebbero incoraggiare ed incentivare sapienti interventi formativi
rivolti all'educazione digitale dei nostri giovani nelle scuole.
Si sprecano tanti soldi per finanziare iniziative assolutamente
sterili, vuote e fumose, attività improduttive ed inconsistenti,
progetti fantasma e via discorrendo. Eppure, si dovrebbe istituire una
valida ed efficace opera in senso preventivo ed educativo dei
cosiddetti "nativi digitali", che abitui ad un uso più saggio e
razionale delle tecnologie informatiche e multimediali, in particolare
dei social-network.
Ritengo che sarebbe un'esperienza lodevole ed auspicale, da promuovere
e privilegiare in modo prioritario nelle scuole. Una seria
progettualità di educazione digitale, concepita non come un arido e
banale insegnamento di ordine tecnico, da "manualetto di istruzioni",
bensì in termini di formazione globale ed integrale della persona sul
terreno etico e civico, in stretta correlazione con le altre educazioni
che rientrino nella sfera più vasta dell'educazione all'affettività, ad
una socialità sana e corretta, alla cittadinanza attiva e cosciente, al
pieno rispetto del prossimo.
Non sarebbe affatto un'ipotesi da scongiurare, anzi.
Lucio Garofalo