Di
seguito il testo integrale, adattato per la pubblicazione,
dell’intervento del nostro collaboratore, avvocato e sociologo,
Giuseppe Motta all’evento formativo per Avvocati, tenutosi il 13
ottobre 2017 presso il palazzo del Senato di Misterbianco, sul tema del
cyberbullismo.
La legge 29 maggio 2017, n. 71, recante “Disposizioni a tutela dei
minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del
cyberbullismo”, rappresenta il momento giuridico culminante di
un’evoluzione sociologica di alcuni comportamenti devianti
caratterizzati dall’elemento comune della connessione. La generazione
dei nativi digitali è infatti cresciuta in una società nella quale le
nuove tecnologie e i social network guidano la loro vita, il modus
vivendi di oggi è il “sempre connessi”; il reale si avvicina sempre più
al virtuale, fino a confondersi in esso, rendendone difficoltosa la
distinzione. Internet è diventata parte fondamentale della vita
quotidiana ed ha modificato in maniera piuttosto evidente gli
atteggiamenti e le modalità di socializzazione, con la conseguenza che
si sono evolute anche le forme di prevaricazione e di sopraffazione tra
giovani in un nuovo tipo di devianza giovanile, il cd. Cyberbullismo.
Nel romanzo “Il posto più pericoloso del mondo” di Lindsey Lee Johnson
– edito da Bompiani – l’autrice racconta la storia di alcuni
adolescenti in una scuola “bene” della California. La vicenda prende le
mosse da un atto di cyberbullismo tra compagni di classe in terza
media; un ragazzino – Tristan – invia una lettera d’amore ad una
compagna di classe, romantica e goffa come può essere la prima
dichiarazione di un adolescente. La destinataria – Cally – la passa ad
un ragazzo di cui è a sua volta innamorata, per mettersi in mostra. La
lettera finisce su Facebook ed in seguito a commenti di ogni tipo
Tristan decide di togliersi la vita. Dopo il triste evento e dopo
un’indagine all’interno della scuola il primo capitolo finisce con
questa riflessione: ....
Segue
Giuseppe Motta