Dopo aver spiegato le regole in auditorium i ragazzi si sono spostati in palestra dove parecchie scacchiere attendevano schierate che i loro pezzi venissero mossi dai nostri aspiranti giocatori perché, anche se non si sa giocare davvero bene, il gioco degli scacchi fa bene al cervello e non solo! Infatti esso sa mettere insieme tempo e pazienza, relazione, creatività, concentrazione, regola e disciplina, logica, matematica, strategia, memoria, previsione, esperienza, passione, scelte, divertimento e perfino il coding!!!
In questa società del "mordi e fuggi" sembra essere davvero anacronistico.
Quale migliore occasione per dimostrare che si può imparare e migliorare dai propri errori acquisendo fiducia nelle proprie capacità? Dove anche l'avversario impara dagli errori altrui ... dove alla fine entrambi si è complici e vincitori! Non per nulla il campione di scacchi Kasparov sostiene che questo sport non fa differenze di religione, razza, reddito, ceto sociale e, non di meno, è un gioco economico.
Da non trascurare l'aspetto scientifico ... Il cervello, infatti, come muscolo da allenare è un'immagine un po' abusata ma rende molto bene l'idea. In questo senso, gli scacchi sono un'ottima forma di allenamento per potenziare le abilità mentali migliorando le performance scolastiche. Il gioco degli scacchi diventa così non solo uno sport, bensì uno strumento pedagogico utile al miglioramento delle capacità di apprendimento degli alunni. L'obiettivo che si pone tale attività è quello di incrementare il piano didattico con un gioco educativo utile all'acquisizione dei "Campi di Esperienza" e dei "Traguardi" ed "Obiettivi" previsti dalle vigenti Indicazioni nazionali.
A tal fine, nel 2012 il Parlamento Europeo ha presentato un documento ufficiale dove ha invitato le scuole dell'Unione a insegnare a tutti gli studenti il gioco degli scacchi. In Spagna è già materia obbligatoria, in Romania facoltativa, in Italia ci si sta attrezzando.
Ben vengano dunque queste iniziative fortemente sostenute dalla dirigente prof.ssa Valeria Pappalardo, senza però trascurare un aspetto fondamentale: allenare la mente va bene, ma funziona soltanto se ci si diverte a farlo.
Mario Finocchiaro