Ultime notizie dalle
scuole. 1) All'elementare Leopardi di Napoli,
mamma-tigre aggredisce a cazzotti la maestra che le aveva sgridato il
pargoletto: la maestra sviene ed è ricoverata in ospedale per trauma
cranico. L'assatanata mammina rivendica davanti al preside l'accaduto,
spalleggiata da altrettanto sciagurati parenti prontamente accorsi. 2)
Al liceo classico Carducci di Viareggio una insegnante mette un 4 ad
una studentessa, che chiama in soccorso un'altra mamma-tigre, che viene
fatta entrare a scuola e aggredisce la professoressa colpevole dello
"sgarro". Anche qui ricovero ospedaliero per la prof e grande
sconcerto di preside e colleghi/e. E' solo il bilancio dell'ultimo fine
settimana: ma l'elenco delle violenze fisiche di genitori (soprattutto)
e di studenti (molto meno) si sta facendo lungo e impressionante. Però,
ancor più diffuse einvasive, piuttosto che il cosiddetto "bullismo"
degli studenti (termine buono per tutti gli usi), sono "le aggressioni
verbali praticate dai genitori, che arrivano fino al mobbing e allo stalking nei confronti degli
insegnanti", con gruppi agguerriti che,
usando i social, esercitano
una pressione verbale e psicologica
ostile, intervenendo arbitrariamente nella didattica a favore dei
propri figli e pretendendone il massimo successo scolastico (del genere
"come ha osato mettere 4 a mio figlio? L'ho interrogato io e sapeva
tutto"!!)."Questa attività asfissiante sfocia spesso in diffamazione
pubblica, in vilipendio di docenti che, per inciso, sono anche
"pubblici ufficiali"".
Come si spiega questa ondata di violenza fisica e psichica che
attraversa tutti gli ordini di scuola e i territori geografici? Il
punto-chiave sta nell'"immiserimento materiale e culturale della scuola
e nella conseguente delegittimazione e annichilimento della funzione
docente "operati a partire dalla catastrofica filosofia - innescata da
Luigi Berlinguer, ministro della PI nel primo governo Prodi e sostenuta
poi da tutti i governi successivi - dell'""autonomia scolastica"" e
della ""scuola azienda"", al servizio di una "clientela" che impone i
suoi desiderata: una scuola
cialtrona, in cui i docenti devono
limitarsi a infarinare di generiche "competenze" studenti destinati per
la gran parte ad un precariato lavorativo cronico, e proprio per questo
rendendo non necessario avere una scuola seria, rigorosa, davvero
formativa, né arrecare "disturbo" più di tanto a famiglie e studenti.La
scuola come "progettificio" di cose inutili o dannose per la didattica,
per attirare una "clientela" sprovveduta; esami finali-barzelletta con
il 99% di promozioni alla maturità, esami di riparazione sostituiti con
la farsa dei cosiddetti "crediti e debiti", con gravi insufficienze
sanate d'incanto per non perdere la "clientela"; le valutazioni dei
docenti annullate dai grotteschi quiz Invalsi, divenuti la
modalità-chiave per valutare scuole, studenti e docenti; 400/200 ore
obbligatorie di ridicolo "apprendistato" gratuito (l'Alternanza
scuola-lavoro) che distruggono qualsiasi serio percorso didattico;
etichette di disabilità educativa e psichica (i sedicenti BES - Bisogni
Educativi Speciali) distribuite a pioggia con il consenso dei genitori,
contenti che la presunta "disabilità" serva ai pargoli per garantirsi
le promozioni; il "bonus" salariale dato ai più servizievoli nei
confronti dei presidi, ai quali è stato dato un potere "alla
Marchionne" per ingigantire le pressioni e i soprusi nei confronti dei
docenti e degli ATA; e infine salari miserabili (10 euro l'ora ad una
maestra con media anzianità). "Questo il massacrante percorso, oramai
più che ventennale, che ha distrutto e umiliato una professione nobile
e decisiva, riducendo i docenti a "servi della gleba" intellettuali", a
disposizione passiva di una scuola-miseria (in 30 anni i finanziamenti
si sono ridotti, sulla spesa statale complessiva, del 32%) impegnata a
far contenta (e coglionata, visto come escono dalla scuola gran parte
degli studenti) la "clientela". E' così sorprendente che quest'ultima
si faccia sempre più arrogante e aggressiva, pretendendo dalla
"servitù" scolastica un servizio ad
personam?
"Ma nel processo di eutanasia della propria professione, la maggioranza
dei docenti ha grandi responsabilità". Malgrado tutti gli strumenti
culturali e sindacali che, come COBAS, abbiamo messo a disposizione di
docenti ed ATA da 30 anni e le lotte incessanti da noi condotte contro
la catastrofica scuola-azienda, la maggioranza dei/delle docenti si è
subordinata passivamente, ha accettato o addirittura collaborato ai
passaggi distruttivi prima elencati, pensando "io speriamo che me la
cavo"; ha evitato il conflitto, si è piegata agli scrutini umilianti
con i voti "taroccati", ha supinamente subito la sostituzione dei
propri giudizi con i farseschi quiz Invalsi; ha sottoscritto la "fuga"
in massa dalla scuola degli studenti per centinaia di ore spese nelle
demenziali attività dell'Alternanza; si è piegata alle imposizioni più
becere e illegali di tanti presidi-padroni. Insomma, è entrata
progressivamente nel ruolo di "servitori/trici" tuttofare delle volontà
dei presidi (e dei loro "cerchi magici") e della sempre più invadente
"clientela". Questo processo distruttivo avrà bisogno di anni, forse di
decenni, per essere rovesciato, affinché la scuola torni alla sua
primaria attività formatrice ed educativa, recuperando finanziamenti e
qualità culturale e didattica. Ma, pur lavorando per questo, qui ed ora
è insopportabile che i docenti debbano subire la violenza fisica e
psicologica e il /mobbing/ di genitori arroganti e aggressivi, oltre
che di alcuni studenti che attuano quanto imparano in famiglia.
E dunque i COBAS daranno vita ad un "Pronto Soccorso contro le
aggressioni fisiche e il mobbing nei confronti degli insegnanti".
Oltre a Convegni CESP sul tema, garantiremo: a) "un intervento
sindacale e legale nelle scuole da cui ci arriveranno notizie di
aggressioni fisiche o di "mobbing" e diffamazione nei confronti di
docenti, mettendo a disposizione gli avvocati per le cause civili e
penali"; b)"la denuncia pubblica, presso le autorità competenti e
nei/mass media e social/, di qualsiasi omertà o minimizzazione da parte
delle direzioni scolastiche. "Per garantire l'incolumità fisica e
psichica degli/delle insegnanti"non servono leggi "speciali", e men che
meno la folle idea delle telecamere in classe che distruggerebbero
definitivamente il rapporto docenti-studenti. "Esistono già tutte le
norme, dentro e fuori la scuola, per operare al meglio. E' sufficiente
che tutti i protagonisti della scuola recuperino il senso della propria
professione e usino al meglio gli strumenti educativi - ma anche
sanzionatori laddove inevitabili - già a disposizione.
Piero Bernocchi portavoce nazionale
COBAS