La prima parte del progetto, seguita dalla prof.ssa di Storia e Filosofia Stefania Pisano, ha avuto l'obiettivo di approfondire le circostanze storiche che hanno portato alla redazione di tale Carta dei Diritti Umani e di sensibilizzare i ragazzi sull'attualità di tale Carta. Il prossimo anno, invece, ci si concentrerà sulle modalità in cui, nei diversi Paesi, operano organizzazioni internazionali e onlus locali.
Dopo aver ospitato i partner del progetto a Catania dal 2 al 9 marzo 2019, il secondo incontro si è svolto a Riga dal 12 al 19 maggio e ha visto la partecipazione di sette allieve di III e IV anno del Liceo Spedalieri: Federica Bellia, Giulia Carastro, Manuela Cristaldi, Carlotta Gargano, Francesca Greco, Elena Monea e Livia Pennisi.
La seconda fase del progetto, propria della tappa in Lettonia, è stata i diritti umani nell'arte. Nel corso della settimana sono state realizzate delle creazioni (disegni o manufatti la cui successiva presentazione è stata curata dagli studenti/autori stessi), ispirate a opere d'arte che richiamassero un articolo scelto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Oltre ai tre giorni di lavoro a scuola, la settimana ha previsto la partecipazione a lezioni, attività culturali e lunghe escursioni, che hanno permesso di godere le bellezze della città e dei suoi dintorni.
Tutti i partecipanti hanno risposto con entusiasmo alle attività del progetto. Tutti sono stati colpiti positivamente dalla profonda diversità della Lettonia rispetto alla Sicilia, non soltanto per lo stile dei monumenti e degli edifici ma anche per la natura che la caratterizza. Inoltre gli studenti hanno apprezzato la ricchezza dei musei e le mostre che custodiscono gelosamente le loro opere, ragione di orgoglio nazionale, e testimonianze della loro storia piuttosto travagliata, fatta di sconfitte ma anche di conquiste, visto che fino al 1991 la Lettonia faceva parte dell'URSS.
L'accoglienza in famiglia ha reso il soggiorno particolarmente intenso, in quanto, nel tempo libero, i partecipanti hanno potuto fare esperienza diretta delle abitudini, degli usi e della mentalità della nazione ospitante. L'esperienza è stata molto significativa anche per le docenti che hanno avuto modo non solo di confrontarsi con colleghi di altri paesi europei ma anche di vivere il loro sistema scolastico nella prassi quotidiana.
Un altro fra i tanti obiettivi che il progetto si pone è il potenziamento della lingua inglese, ormai principale mezzo di comunicazione in tutto il mondo, che ha permesso ai partecipanti di stringere nuove, inaspettate amicizie.
Come ha sottolineato Federica Bellia, "queste sono esperienze che mettono alla prova... A volte abbiamo dovuto confrontarci, trovare un punto d'incontro, prendere insieme delle decisioni... Siamo ritornate più cresciute, più responsabili, più consapevoli e sensibili nei confronti di tematiche delicate o situazioni che, inizialmente, ci apparivano fin troppo distanti dal nostro modo di pensare. Considerato tutto ciò, non posso non ringraziare la mia scuola per avermi concesso quest'opportunità, che mai dimenticherò e che spero, con tutto il cuore, di poter cogliere nuovamente in futuro".
prof.ssa Paola Smecca