Nelle ultime ore si assiste all'incessante diffusione di comunicati e di petizioni da parte dei Ds idonei "con riserva", i quali richiedono a gran voce la regionalizzazione della scelta della sede, allo scopo di non subire "l'angoscia" di allontanarsi dai propri luoghi di residenza anagrafica.
Per sfuggire alla sanzione del depennamento dalla tanto attesa (ma precaria) graduatoria di merito, che a giorni verrà pubblicata, ed in spregio al disposto del bando concorsuale, che prevede l'attribuzione di sedi a livello nazionale, è stata elaborata dagli aspiranti Ds una petizione diretta a concedere la possibilità, a ciascun candidato utilmente collocato nella graduatoria di merito, di indicare, ai fini della nomina, una o più regioni in ordine di preferenza; al termine di tali operazioni dovrebbero essere costituiti degli elenchi regionali degli aspiranti, ordinati in base al punteggio finale di merito conseguito da ciascun candidato, che abbia espresso una preferenza per tale Regione. Ciascun candidato posto negli elenchi regionali sarebbe chiamato per l'immissione nei ruoli della dirigenza compatibilmente con i posti disponibili in ciascuna regione.
In sostanza, gli aspiranti Ds pretenderebbero di congelare la propria posizione in graduatoria per un triennio, se la sede non dovesse risultare di immediato gradimento.
Tale proposito appare a dir poco incompatibile con l'attuale situazione delineata dalle decisioni emesse dai giudici amministrativi di primo e di secondo grado, che ancora una volta, sorprendentemente, vengono ignorate.
Due sentenza del Tar hanno annullato il concorso Ds 2017, due ordinanze del Cds hanno concesso la sospensiva dell'efficacia esecutiva delle sentenze suddette, al solo fine di tutelare il pubblico interesse connesso all'immissione in ruolo dei Ds con riserva, nell'esclusivo intento di risolvere le problematiche connesse all'avvio dell'anno scolastico2019/2020.
La proposta degli idonei riservisti chiaramente contrasta con le statuizioni dei provvedimenti giurisdizionali, ma, altresì, con la regolamentazione dettata dalla lex specialis del concorso, che ancora una volta si chiede venga assoggetta a revisione.
Ogni decisione, emendamento, risoluzione atti a sedare "l'amarezza" dei prossimi Ds incaricati con riserva, si porrebbe in contrapposizione netta con la certezza del diritto, sempre più vacillante, la quale verrebbe minata a fronte della sola necessità di arginare i possibili "stress psicologici" dei Ds aspiranti con riserva.
Eppure il bando è noto sin dal 2017; tutti i candidati erano consapevoli dei reali sacrifici connessi all'assegnazione di una sede su base nazionale. Ogni doglianza ad oggi, dunque, appare frutto di una egoistica istanza concessoria senza precedenti e fondamenti giuridici, inidonea ad assurgere ad un livello meritevole di tutela, ma che si tende, addirittura, ad elevare al di sopra dello stesso interesse pubblico sotteso alle esigenze cautelari ravvisate dal Cds!
La situazione è attualmente in divenire, ma innegabilmente protesa alla vittoria dei ricorrenti, che hanno ottenuto una sentenza di annullamento della procedura concorsuale, benché ampiamente criticata e censurata.
Un prossimo provvedimento che, per assurdo, dovesse risultare confermativo delle istanze avanzate con la loro petizione dagli aspiranti Ds riservisti, costituirebbe ulteriore fonte di destabilizzazione delle garanzie di equità e di certezza, che imporrebbero, invece, totale salvaguardia e protezione ad ogni livello: sociale, politico e giuridico.
Avv. Enza Pamela Nastasi