Il Ministro
dell’Istruzione, Marco Bussetti incontrando i neodirigenti della CISL
ha dichiarato parlando della situazione del concorso a dirigenti
scolastici. “Rispettiamo qualsiasi
decisione che la Magistratura vorrà prendere in futuro, ma proveremo a
vincere anche nel merito”. Ed ha concluso . “Noi abbiamo agito seguendo quelle che
erano le procedure che ci consentivano di ricorrere e l’abbiamo fatto
al Consiglio di Stato”.
Sarà vero che il Ministero ha seguito le procedure corrette per
controbattere il ricorso ma credo debba ancor più ammettere i numerosi
errori commessi nel rinvio della prova preselettiva della Sardegna;
nell’accoglienza di alcuni privilegiati candidati che hanno riportato
nella prova preselettiva un punteggio inferiore a quello indicato nel
bando; nei criteri “indipendenti” delle singole sottocommissioni, ora
molto ristretti nelle ammissioni, ora con votazioni molto generose;
nell’aver telecomandato il lavoro delle commissioni circa il numero dei
candidati da ammettere alla prova orale ed anche in merito alla prova
orale si registrano numerose scorrettezze.
Di ciò il Ministro non si scusa e non ha neanche la coscienza e la
consapevolezza che i suoi “collaboratori” hanno agito male. Sarebbe un
segnale di giustizia e di onestà che coloro che hanno sbagliato e
commesso errori siano puniti e penalizzati, anche per rispetto di
quanti ricorrenti esclusi hanno eccellenti competenze di cui la scuola
oggi rimane priva.
Il concorso, lo dicono tutti, è stato gestito male e il Ministero ha il
dovere di dichiarare un solenne “mea culpa”, sanando le molteplici
falle e consentendo a quanti hanno ancora la voglia di scommettersi per
la dirigenza di frequentare il previsto corso-concorso e quindi operare
una selezione attenta e documentata, che va ben oltre le semplici
risposte ai quesiti.
Un docente ricorrente