La tenerezza del Padre
Si è spento a Terrasini, all’età di 93 anni, monsignor Luigi Bommarito,
arcivescovo emerito di Catania. “Invecchio dolcemente” era
l’espressione che ha accompagnato questi ultimi anni, dopo una dinamica
e intensa vita pastorale e di guida e stimolo nella diocesi di
Agrigento per 12 anni e poi a guida dell’arcidiocesi di Catania per 14
anni del 1988 al 2002.
Tutti lo ricordiamo con devota simpatia per il suo affettuoso sorriso,
per la generosità del dono, per la cordialità dei gesti di accoglienza,
vero Padre e Pastore e Guida.
Nominato vescovo prima Ausiliario e poi Titolare ad Agrigento da Papa
Paolo VI nel 1976, è stato vicino a San Giovanni Paolo II ad Agrigento
nella solenne messa alla Valle dei Templi il 9 maggio 1993, passata
alla storia per il celebre anatema contro i mafiosi e poi durante la
visita apostolica a Catania sul tema “Alzati ti chiama” il 4 e 5
novembre 1994 in occasione della beatificazione di Madre Maddalena
Morano.
Papa Giovanni Paolo II avrebbe voluto andare anche sull’Etna, ma… “il
vostro energico arcivescovo non me lo consiglia” ha detto ai
giornalisti Papa Woytjla.
Il motto del suo stemma episcopale “Ecclesiam dilexi” ha caratterizzato
il suo ministero di amore e di servizio, dando incremento e vitalità
alla diocesi di Catania, alle opere di sistemazione del Seminario, del
Museo diocesano, del salone dei Vescovi; alla vitalità della
comunicazione e presenza nella stampa con il settimanale “Prospettive”;
all’impulso per l'istituzione e la realizzazione del Diaconato
Permanente e della scuola S.Euplio che formava i Diaconi e le loro
famiglie, “fiore all'occhiello della Chiesa Catanese”: allo slancio
dato al laicato attraverso la Consulta e le associazioni di
volontariato, i ”ministri straordinari” dell’Eucarestia ; alle
azioni di servizio tramite la Charitas; alla dimensione missionaria con
l’adozione della Chiesa di Migoli in Tanzania; agli eventi eccezionali
come quello dell’ultima miracolata di Lourdes, e delle apparizioni
della Madonna sulla roccia a Belpasso.
Il percorso della sua storia sacerdotale e ministeriale ha seguito la
scia luminosa della tenerezza.
La foto che accompagna quest’articolo, scattata in occasione di un
battesimo, nei primi mesi del suo ministero a Catania, rivela la grande
tenerezza del Padre che prende in braccio la Sua Chiesa, ancora bambina
e l’avvia per i sentieri della crescita e dello sviluppo.
Sono innumerevoli gli avvenimenti e le tappe significative
dell’episcopato che hanno segnato la storia religiosa e civile di
Catania e tra questi ricordiamo la processione penitenziale di S Agata
in occasione della guerra in Iraq.
Ha scritto pagine gloriose nella storia della diocesi di Catania e
tanti piccoli semi messi a dimora sono cresciuti, altri sono appassiti
e trasformati. La vita diocesana dinamica e intensa ha visto un fiorire
di vocazioni e, anche se qualche sacerdote ordinato da Mons. Bommarito
ha cambiato rotta l’azione missionaria della Chiesa è stata intensa e
proficua. Nella solenne celebrazione del suo 60° di sacerdozio da Padre
“tenero, comprensivo e saggio” ha pregato anche per il “figliol
prodigo” che perde la retta via ed ha ricordato la gioia della
consacrazione di Mons Pappalardo e l’ordinazione di oltre cento
sacerdoti, rivolgendo a tutti una parola “dolce”, una carezza, un
augurio a proseguire sempre con fiducia e speranza il sentiero del
“servizio gioioso” alla comunità nella quale si opera.
Educare i fedeli a coniugare fede e vita, a leggere la politica come,
“carisma di promozione di ogni uomo, di tutto l’uomo, di tutti gli
uomini” ben s’intreccia con quella saggia pedagogia che aiuta tutti a
capire che “solo facendo della propria vita un dono, ci si realizza
pienamente”.
Nel suo ultimo saluto alla diocesi ha ripetuto un’espressione
indimenticabile: “Si vince perdendo, si vive morendo, si regna
servendo, ci si arricchisce donando”, che non è solo un gioco
linguistico e oratorio, ma una vera scala di valori che attraverso la
sofferenza del quotidiano, la capacità del perdonare e l’intensità del
donare, quantifica e arricchisce la qualità del servizio.
Grazie Mons. Bommarito per questa saggia lezione di vita e di tenerezza.
Giuseppe Adernò