Nicholas
Green dopo 25 anni
Martedi 1 ottobre nel ricordo del 25°anniversario al Policlinico di
Messina alle ore 10,00 sarà inaugurato e intitolato a Nicholas il nuovo
reparto di rianimazione e oltre la targa ricordo sarà esposto un
dipinto di Anna Bonomo (foto) che raffigura il piccolo americano sullo
sfondo del mare di Messina. Interverranno all’evento e parteciperanno
al convegno presso il Palacongressi del Policlinico di Messina insieme
ai Genitori Maggie e Reginald Green, l’assessore regionale alla sanità,
Ruggero Razza, il rettore dell’Università Salvatore Cuzzocrea, il
direttore generale del Policlinico “G. Martino” Giuseppe La Ganga
Senzio, e il direttore sanitario Antonino Levita. "Un popolo che perde
la memoria del passato non ha futuro”. Sono trascorsi 25 anni dal
tragico incidente che colpì Nicholas Green, il bimbo americano ucciso
mentre era in vacanza in Italia lungo l’autostrada Salerno Reggio
Calabria. L’auto sulla quale viaggiavano era diretta in Sicilia ed è
stata scambiata con quella di un porta valori e nel corso del tragitto
è stata bersaglio di sparatoria che ha costretto Mister Green a correre
verso l’ospedale di Messina, vedendo il suo piccolo colpito nel sonno.
La spontanea risposta degli affranti genitori ai medici dell’ospedale
di Messina che comunicavano la morte cerebrale del piccolo:
“trapiantate i suoi organi”, ha commosso l’Italia e ha determinato un
vero effetto Nicholas che ha segnato un forte sviluppo alla diffusione
della cultura della donazione degli organi.
I genitori del piccolo Nicholas hanno dato una lezione di civiltà
al mondo intero autorizzando l’espianto di ben sette organi che hanno
dato vita a sette giovani italiani di Messina, Siracusa, Bari, Roma, i
quali hanno beneficiato degli organi del piccolo Nicholas ed hanno così
continuato a svolgere una vita normale. I suoi organi sarebbero rimasti
inerti e inattivi e invece hanno continuato a vivere e durare nel
tempo. Il suo piccolo cuore di bambino buono e bello ha pulsato ancora
per altri 22 anni restituendo una vita normale ad Andrea Mongiardo è
morto a 37 anni, nel 2016.
Gli altri sei organi sono ancora oggi vivi nei trapiantati ed una di
queste, Maria Pia, è diventata mamma ed ha dato al figlio il nome di
Nicholas.
E’ doveroso ricordare il piccolo Nicholas a distanza di 25 anni da quel
tragico evento, lo ricordano i trapiantati che ancora portano e
mantengono vivi i suoi organi, la ricorda la Sicilia e l’Italia che
celebra il piccolo eroe, il quale desiderava conquistare il mondo
imitando le gesta degli imperatori romani e che ha ricevuto grandi
onori conquistati non con la forza delle armi, ma con la forza
dell’amore, che è molto più forte.
Nel corso di questi 25 anni a Nicholas sono state intitolate aule,
teatri, vie, scuole, fondazioni, sono stati banditi concorsi regionali
e provinciali per stimolare tra gli studenti l’attenzione alla cultura
del don, grazie alla cooperazione dei volontari dell’Aido.
Sulla collina di Bodega Bay piccolo centro della California, accanto
alla tomba di Nicholas, Bruce Hasson con le tante campane raccolte in
Italia, dono di amicizia e segno di perdono, ha realizzato la
“Children’s Bell Tower” e al vento dell’oceano suonano e vibrano al
vento le campane italiane nel nome e nel segno di tutti bambini del
mondo.
L’effetto Nicholas, così com’è stato salutato dai mass media, l’eco di
ammirazione e di plauso nei confronti dei coniugi Green, per il
generoso gesto di amore, ha determinato una rapida crescita delle
donazioni in Italia e la diffusione della cultura del trapianto di
organi, rinforzata dal trapianto degli organi della studentessa romana
Marta Russo, della giovane Annalisa di Napoli, di Alessandro Giani,
sindaco dei Ragazzi di Cassano Magnago, in provincia di Varese, e di
tanti altri meno noti generosi donatori di organi.
La cultura del dono e del trapianto degli organi, anche grazie alla
lodevole promozione dell’Aido, comincia a modificare comportamenti e
modi di pensare.
Donare un organo non è un togliere qualcosa a qualcuno, ma consentire a
persone ammalate di vivere meglio, utilizzando organi che rimarrebbero
inerti e improduttivi.
Il messaggio di Nicholas è stato sintetizzato in un’espressione
metaforicamente scritta sul suo diario: “ My life is a gift for
others”. La mia vita è un dono per gli altri”
La cultura del dono e del trapianto degli organi, anche grazie alla
lodevole promozione dell’Aido, comincia a diventare cultura e
modificare comportamenti e modi di pensare “Io dono, tu doni… essi
vivono”.
Giuseppe Adernò