Scroscianti
applausi, al debutto nella Sala Chaplin, per lo spettacolo di Nino
Romeo interpretato da Graziana Maniscalco e Nicola Costa, che replica
fino a domenica. Protagonista una coppia prigioniera volontaria di
casa, tv e web. L’applauso finale, la sera del debutto di Casa casa,
una prova d’amore, è stato liberatorio, lungo, scrosciante. Lo
spettacolo scritto e diretto da Nino Romeo, interpretato da Graziana
Maniscalco e Nicola Costa e prodotta da Cts e Gruppo Iarba – Gria
Teatro, è stato presentato ieri – dopo l’anteprima per la stampa di
mercoledì – nella Sala Chaplin di Catania, dove sarà replicato fino a
sabato ogni sera alle 21 e domenica alle 18.
In scena viene rappresentata la commedia disperata e tragica di una
coppia di coniugi pensionati. Due persone che, spinte dalla paura
instillata da una politica seminatrice d’odio, hanno scelto di fare
della casa la propria volontaria prigione, avendo televisione e web
come unici strumenti di relazione con l’esterno. Così, privi di
contatti umani, prendono a odiare tutti, persino i loro stessi figli,
sfuggiti al loro controllo e che non riescono più “a punire”.
Ogni spettatore, in un gioco di specchi sghembi e deformanti, potrà
riconoscere qualcuno – o riconoscersi – in frammenti dell’animo di
questa coppia.
Un lavoro, insomma, capace di far riflettere e che colpisce come un
pugno nello stomaco, in maniera definita da qualcuno provocatoria.
“Parecchie volte – ha detto al proposito Nino Romeo – sento dire, o
leggo, dei miei spettacoli che sono provocatorii. Ma, se lo sono, non
lo sono per una mia intenzione iniziale. Li definirei piuttosto
trasgressivi, nel senso che trasgrediscono le norme, anche di scrittura
e di messa in scena. E le reazioni del pubblico sono forti. In questo
Casa Casa c’è dell’imprevedibile, ma non è stato inserito con il fine
di suscitare emozioni. L’imprevedibile, piuttosto, discende, in questo
come in altri miei spettacoli, dalla stessa struttura, dalla trama del
racconto. E soprattutto scaturisce dalla mia maniera di condurre un
testo in fase di regia”.
“Quindi, sì – ha concluso Romeo – questi lavori teatrali sono anche
trasgressivi, anche se preferisco quando li definiscono originali.
Perché li sento miei”.
Trasgressione è, dunque, l’aver scelto di rappresentare sulla scena
odio e paura. E intensa e capace di tenere con il fiato sospeso il
pubblico per tutta la durata del lavoro (un’ora e venti), è la
recitazione dei due protagonisti, premiata dai lunghi applausi finali.
“È stata una bellissima serata – ha commentato Graziana Maniscalco –
con un pubblico caloroso e affettuoso. Abbiamo sentito risate fragorose
e abbiamo poi percepito un grandissimo silenzio nei momenti più
drammatici, come quello che io chiamo ‘il quadro dei figli’, con i
quali ci sono sempre dei rapporti complicati. Ci aspettiamo adesso, dal
riscontro delle prossime sere, altri segnali dagli spettatori, perché
ci restituiscano altri elementi da analizzare. Perché il lavoro del
teatro non finisce mai”.
“È sempre bello per un attore – ha aggiunto Nicola Costa – il riscontro
con il pubblico, l’intercettare quelle che sono le sensazioni, le
emozioni degli spettatori, quelle che noi cerchiamo di trasmettere e
che poi ci vengono restituite. Con questo Casa casa abbiamo ricevuto un
enorme carico emozionale. Questo è uno spettacolo ricco di spunti
drammaturgici ben sviluppati dal punto di vista registico ed è
importante quando in teatro si consuma questo scambio che va oltre la
quarta parete. Ecco, quando si compie questa specie di miracolo
artistico, il senso del Teatro in qualche modo si sta realizzando. E
questo è fondamentale che accada in un tempo di sbandamenti come quello
attuale”.
Consensi, alla chiusura del sipario, oltre che per il regista e per i
due protagonisti, anche per Giuseppe Romeo, che ha curato
l’elaborazione musicale anche delle canzoni di Jacques Brel.
Apprezzamenti anche per le luci, dello stesso Nino Romeo, la direzione
tecnica, di Giuseppe Ghisoli, e la realizzazione delle scene di
Karromatto.
qds.it