Nel comune
linguaggio dei catanesi l’anno solare ha centro la festa di Sant’Agata
per cui è comune l’espressione “Prima di Sant’Agata” e “Dopo
Sant’Agata”. Nell’incontro, che ha avuto luogo presso la Sala
Consiliare di Palazzo degli Elefanti sul tema “Dopo Sant’Agata: culto e
devozione”, è stato condiviso il concetto che per i catanesi Sant’Agata
non ha un tempo “prima e dopo”, ma è sempre viva e presente, perché
segno e vita della devozione e del culto di un popolo che nella giovane
Martire si ritrova e converge. Anche il poeta Micio Tempio, noto per il
suo linguaggio, parlava sempre con rispetto di Sant’Agata, ed ha usato
la metafora della “calamita”, perché S. Agata attira e unisce.
I lavori sono stati introdotti dal saluto del presidente del Consiglio,
Giuseppe Castiglione e dal presidente dell’ANCRI, associazione che
aggrega gli Insigniti dell’Ordine del Merito della Repubblica, Giuseppe
Adernò.
All’iniziativa ha collaborato “Informa Sicilia”, il primo giornale
siciliano on line, e sono intervenuti i giornalisti Salvo Fichera e
Luigi Provini, auspicando com’era in programma un incontro con la
delegazione del Governo maltese, che quest’anno non è stato possibile
realizzare.
Con particolari citazioni di date e di personaggi Mons. Gianni
Lanzafame, cultore delle feste agatine, autore del volume “Le
candelore, barocco in movimento”, ha riletto il percorso storico della
festa che dopo il 1960 ha subito un’inversione di rotta.
Le mutazioni storiche della festa e le innovazioni circa la scansione
dei tempi della festa sono state rivisitate alla luce degli eventi e
della crescente partecipazione di fedeli che sollecita di una capillare
e azione educativa.
In questo” cammino educativo del sacro”, ha detto Don Paolo
Buttiglieri, consulente ecclesiastico regionale dell’UCSI (Unione
cattolica stampa italiana), grande responsabilità è assegnata ai
giornalisti che comunicano cronache e messaggi e contribuiscono alla
costruzione di ponti e di relazioni nel settore del sacro che viene
trasmesso con professionalità e senso etico. La festa di quest’anno ha
raccolto un generale e diffuso positivo consenso per il sereno
svolgimento delle diverse fasi e grande merito è stato riconosciuto
alla diligente azione del Comitato della festa, guidato dal dott.
Riccardo Tomasello, che, impossibilitato ad intervenire, ha fatto
pervenire un messaggio tramite il Comm. Giuseppe Gennarino.
Anche le tematiche delle questioni ancora aperte circa l’uso dei ceroni
e degli ambulanti, come ha detto Rossella Jannello, vice presidente
regionale dell’UCSI, sono all’attenzione del Comitato e delle Forze
dell’Ordine.
Tre le proposte emerse dal dibattito anche con l’intervento del dott.
Giuseppe Carbonaro, presidente degli “Amici del Rosario”, Mons.
Lanzafame ha auspicato che come avveniva un tempo le 13 candelore
abbiano un “rettore spirituale” che insieme al responsabile, in vista
di un maggiore ordine, siano da guida ai bravi e forti portatori.
Ai Relatori e agli ospiti trai quali Alessandra Mirabella, in
rappresentanza del console onorario di Malta, avv. Chiara Calì, sono
state offerte anche le stampe dell’artistico ritratto di S. Agata,
opera del Cav. Giuseppe Frezza e del bozzetto su S. Agata con gli
stemmi di Catania e Malta, elaborato da Francesca Mazzotta per
l’annullo filatelico, predisposto per la festa di S Agata in agosto e
la seconda conferenza internazionale di studi agatini.
redazione@aetnanet.org