Sono lunghi e interminabili i pomeriggi on-line per le
riunioni degli scrutini di fine quadrimestre nelle scuole primarie.
Le Linee guida per la valutazione senza voti, ma con giudizi, sono state lette, rilette, commentate e forse non da tutti ben comprese. La preposizione “senza” non va intesa in termine di privazione, bensì di formulazione alternativa, coerente ai principi della didattica per competenze che necessitano di essere descritte in maniera puntuale e coerente.
La cultura della valutazione scolastica ha subìto negli anni diverse modificazioni e adattamenti, apportando criteri innovativi nella ”Scheda di Valutazione” che un tempo si chiamava “Pagella”, temine ancora in uso nel linguaggio ordinario e sono stati modificati i livelli di valutazione che adesso sono formulati con le seguenti espressioni: “In via di acquisizione – livello base – livello intermedio – livello avanzato”.
Tale innovazione stenta a modificare il criterio radicato del voto e pertanto i livelli proposti in alcune scuole sono stati, erroneamente, assimilati ad una comparazione livello-voto come appare da questa tabella
Le Linee guida per la valutazione senza voti, ma con giudizi, sono state lette, rilette, commentate e forse non da tutti ben comprese. La preposizione “senza” non va intesa in termine di privazione, bensì di formulazione alternativa, coerente ai principi della didattica per competenze che necessitano di essere descritte in maniera puntuale e coerente.
La cultura della valutazione scolastica ha subìto negli anni diverse modificazioni e adattamenti, apportando criteri innovativi nella ”Scheda di Valutazione” che un tempo si chiamava “Pagella”, temine ancora in uso nel linguaggio ordinario e sono stati modificati i livelli di valutazione che adesso sono formulati con le seguenti espressioni: “In via di acquisizione – livello base – livello intermedio – livello avanzato”.
Tale innovazione stenta a modificare il criterio radicato del voto e pertanto i livelli proposti in alcune scuole sono stati, erroneamente, assimilati ad una comparazione livello-voto come appare da questa tabella
LIVELLO
1. IN VIA DI PRIMA ACQUISIZIONE (INSUFFICIENTE)
|
LIVELLO 2. LIVELLO BASE
6
|
LIVELLO 3. LIVELLO INTERMEDIO 7/8
|
LIVELLO 4. LIVELLO AVANZATO 9/10
|
Non è
così e non dovrebbe essere così e qui si innesta
il lungo e fatico lavoro di formazione e aggiornamento della didattica.
Seguendo il detto del Gattopardo “Cambiare tutto per non cambiare nulla”, si nota come nonostante le parole cambino, rimane sempre l’ombra segreta di riferimento che è il voto numerico.
“Così siamo stati abituati, - Questo è quello che ci chiedono i genitori” affermano alcuni docenti che stentano a dare validità al processo di modifica della valutazione, che dovrebbe descrivere il processo e non quantificare il prodotto.
La citazione letterale di Tomasi di Lampedusa, richiama l’espressione pronunciata da Tancredi nel Gattopardo: «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Ed ecco quel che avviene quando le proposte innovative vengono deliberate con ordinanze ministeriali cambiando criteri e formule, mentre chi dovrebbe metterle in pratica, si limita a cambiare soltanto la forma e non la sostanza.
All’insegna di questo cambiamento innovativo, che ripara gli errori del passato, Lucia Azzolina passerà alla storia come la Ministra che ha reintrodotto nella Scuola Primaria i giudizi descrittivi al posto dei voti e con un mandato di appena 13 mesi entrerà nell’empireo dei Ministri riformatori della scuola italiana.
“La formulazione della valutazione mediante i giudizi in sostituzione dei voti cambi effettivamente i criteri della valutazione?”
L’azione didattica è orientata a promuovere apprendimenti, capaci di generare una “modifica dei comportamenti degli studenti nel modo di pensare, di sentire e di agire”, al fine di tirar fuori da ogni bambino i propri talenti e facendone emergere le potenzialità e “la loro parte migliore”, dando così valore a ciò che effettivamente ciascuno ha appreso e sa fare
Nell’articolazione delle schede si nota come da una parte figurano le indicazioni che si riferiscono alle competenze generali, ai criteri e agli obiettivi di apprendimento che rispondono alla programmazione generale delle classi nella sequenza di graduale sviluppo e crescita secondo le tassonomie e dall’altra in molte scuole si registra il livello raggiunto nel quadrimestre.
Seguendo il detto del Gattopardo “Cambiare tutto per non cambiare nulla”, si nota come nonostante le parole cambino, rimane sempre l’ombra segreta di riferimento che è il voto numerico.
“Così siamo stati abituati, - Questo è quello che ci chiedono i genitori” affermano alcuni docenti che stentano a dare validità al processo di modifica della valutazione, che dovrebbe descrivere il processo e non quantificare il prodotto.
La citazione letterale di Tomasi di Lampedusa, richiama l’espressione pronunciata da Tancredi nel Gattopardo: «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Ed ecco quel che avviene quando le proposte innovative vengono deliberate con ordinanze ministeriali cambiando criteri e formule, mentre chi dovrebbe metterle in pratica, si limita a cambiare soltanto la forma e non la sostanza.
All’insegna di questo cambiamento innovativo, che ripara gli errori del passato, Lucia Azzolina passerà alla storia come la Ministra che ha reintrodotto nella Scuola Primaria i giudizi descrittivi al posto dei voti e con un mandato di appena 13 mesi entrerà nell’empireo dei Ministri riformatori della scuola italiana.
“La formulazione della valutazione mediante i giudizi in sostituzione dei voti cambi effettivamente i criteri della valutazione?”
L’azione didattica è orientata a promuovere apprendimenti, capaci di generare una “modifica dei comportamenti degli studenti nel modo di pensare, di sentire e di agire”, al fine di tirar fuori da ogni bambino i propri talenti e facendone emergere le potenzialità e “la loro parte migliore”, dando così valore a ciò che effettivamente ciascuno ha appreso e sa fare
Nell’articolazione delle schede si nota come da una parte figurano le indicazioni che si riferiscono alle competenze generali, ai criteri e agli obiettivi di apprendimento che rispondono alla programmazione generale delle classi nella sequenza di graduale sviluppo e crescita secondo le tassonomie e dall’altra in molte scuole si registra il livello raggiunto nel quadrimestre.
DIMENSIONE
DI COMPETENZA Cosa analizzo |
OBIETTIVI
DI APPRENDIMENTO |
LIVELLO
DI COMPETENZE PRIMO QUADRIMESTRE |
LIVELLO
DI COMPETENZE SECONDO QUADRIMESTRE |
ASCOLTO E PARLATO
|
Ascoltare
e comprendere informazioni negli scambi comunicativi e nei testi. |
INTERMEDIO
|
|
LETTURA E COMPRENSIONE |
Leggere
ad alta voce brevi testi e comprenderli. |
BASE
|
|
Scrivere
didascalie e semplici frasi. Utilizzare le principali convenzioni ortografiche. Riconoscere e denominare alcune parti del discorso. |
INTERMEDIO.
|
|
Accanto
all’elencazione delle competenze, obiettivi e
traguardi da conseguire si ritiene più utile, invece, che venga
indicato nelle
colonne del primo e del secondo quadrimestre ciò che i bambini hanno
effettivamente imparato, come hanno svolto le varie attività e quel che
riescono
a “saper fare”.
I quattro livelli indicati dal Ministero: “In via di acquisizione – livello base – livello intermedio – livello avanzato” siano considerati un criterio guida per i docenti da seguire per indicare la tipologia e la diversità dei ritmi di apprendimento di ciascuno, in riferimento ai punti di partenza, ma forse non è necessario proporre le suddette indicazioni nella scheda, che viene consegnata ai genitori, per evitare che si ritoni a “contare” quanti livelli “ avanzato” l’alunno ha conquistato o quanti livelli “intermedi” figurano nella scheda, come avveniva quando la valutazione era espressa con le formule: “Ottimo, Distinto, Buono, Sufficiente, Non sufficiente” e venivano calcolati dai ragazzi e dai genitori il numero degli “ottimi” o “distinti” e in seguito dei voti riportati nei diversi ambiti.
Ecco, quindi, una positiva proposta di formulazione di scheda da consegnare alla famiglia, dove si descrive il livello raggiunto riguardo all’obiettivo di apprendimento e nello specifico ambito. L’elenco prosegue con le altre competenze e ambiti disciplinari. Gli obiettivi descrivono, infatti, le competenze che il bambino acquisirà al termine del percorso; il livello di competenza nel quadrimestre, invece, registra ciò che il bambino ha effettivamente imparato e sa fare.
I quattro livelli indicati dal Ministero: “In via di acquisizione – livello base – livello intermedio – livello avanzato” siano considerati un criterio guida per i docenti da seguire per indicare la tipologia e la diversità dei ritmi di apprendimento di ciascuno, in riferimento ai punti di partenza, ma forse non è necessario proporre le suddette indicazioni nella scheda, che viene consegnata ai genitori, per evitare che si ritoni a “contare” quanti livelli “ avanzato” l’alunno ha conquistato o quanti livelli “intermedi” figurano nella scheda, come avveniva quando la valutazione era espressa con le formule: “Ottimo, Distinto, Buono, Sufficiente, Non sufficiente” e venivano calcolati dai ragazzi e dai genitori il numero degli “ottimi” o “distinti” e in seguito dei voti riportati nei diversi ambiti.
Ecco, quindi, una positiva proposta di formulazione di scheda da consegnare alla famiglia, dove si descrive il livello raggiunto riguardo all’obiettivo di apprendimento e nello specifico ambito. L’elenco prosegue con le altre competenze e ambiti disciplinari. Gli obiettivi descrivono, infatti, le competenze che il bambino acquisirà al termine del percorso; il livello di competenza nel quadrimestre, invece, registra ciò che il bambino ha effettivamente imparato e sa fare.
DIMENSIONE
DI COMPETENZA Cosa analizzo |
OBIETTIVI
DI APPRENDIMENTO |
LIVELLO
DI COMPETENZE PRIMO QUADRIMESTRE |
LIVELLO
DI COMPETENZE SECONDO QUADRIMESTRE |
Ascoltare
e comprendere informazioni negli scambi comunicativi e nei testi. |
Ascolta
e interagisce in modo corretto. |
|
|
LETTURA E COMPRENSIONE |
Leggere
ad alta voce brevi testi e comprenderli. |
Legge
in modo corretto e scorrevole, Comprende in modo funzionale. |
|
Scrivere
didascalie e semplici frasi. Utilizzare le principali convenzioni ortografiche. Riconoscere e denominare alcune parti del discorso. |
Scrive
sotto dettatura e autonomamente in modo corretto. |
|
Il
giudizio valutativo è finalizzato, infatti, a descrivere
il processo di apprendimento che viene mostrato indicando ciò
che il bambino effettivamente sa fare nello specifico
dell’ambito didattico: lettura, scrittura, storia, geografia,
matematica,
scienze, riguardo alle attività svolte in classe.
Tale registrazione sollecita ad inizio d'anno un'articolata progettazione ed una diligente programmazione delle unità didattiche e di apprendimento, orientate allo sviluppo delle competenze, che non si possono quantificare con un numero, ma si possono descrivere soltanto a parole. Ecco da dove nasce l’esigenza dei giudizi descrittivi in sostituzione del voto numerico.
Nella scuola Primaria, anche se si adopera il termine competenze, i risultati conseguiti dagli alunni potranno essere qualificati come “abilità” che solo in seguito, ben esercitate, saranno qualificabili come “competenze”. ”.
La gradualità di sviluppo del processo di apprendimento prevede, infatti, che, partendo dalle potenzialità di cui ciascun bambino è portatore, con la saggia guida dei docenti le potenzialità diventino capacità, e crescendo poi negli anni ed esercitandole attraverso lo studio, l’impegno e l’esercizio le capacità diventeranno prima abilità e poi competenze nella logica del Profilo Educativo Culturale e Professionale (PECUP) verso cui tendono l’intera azione didattica e l’impegno di una scuola che “forma uomini e cittadini”.
Come ha affermato Franco Lorenzoni e come sostengono numerosi pedagogisti: “La reintroduzione del voto è stata una sciagura perché ha riportato in auge una pratica del tutto sbagliata e controproducente Quando si studia per il voto, la scuola non funziona, se si studia invece per il piacere e la curiosità di imparare si apprende molto di più”.
Tale registrazione sollecita ad inizio d'anno un'articolata progettazione ed una diligente programmazione delle unità didattiche e di apprendimento, orientate allo sviluppo delle competenze, che non si possono quantificare con un numero, ma si possono descrivere soltanto a parole. Ecco da dove nasce l’esigenza dei giudizi descrittivi in sostituzione del voto numerico.
Nella scuola Primaria, anche se si adopera il termine competenze, i risultati conseguiti dagli alunni potranno essere qualificati come “abilità” che solo in seguito, ben esercitate, saranno qualificabili come “competenze”. ”.
La gradualità di sviluppo del processo di apprendimento prevede, infatti, che, partendo dalle potenzialità di cui ciascun bambino è portatore, con la saggia guida dei docenti le potenzialità diventino capacità, e crescendo poi negli anni ed esercitandole attraverso lo studio, l’impegno e l’esercizio le capacità diventeranno prima abilità e poi competenze nella logica del Profilo Educativo Culturale e Professionale (PECUP) verso cui tendono l’intera azione didattica e l’impegno di una scuola che “forma uomini e cittadini”.
Come ha affermato Franco Lorenzoni e come sostengono numerosi pedagogisti: “La reintroduzione del voto è stata una sciagura perché ha riportato in auge una pratica del tutto sbagliata e controproducente Quando si studia per il voto, la scuola non funziona, se si studia invece per il piacere e la curiosità di imparare si apprende molto di più”.
VERSO LE COMPETENZE
Nella
scuola Primaria inizia il percorso di orientamento verso gli ambiti
disciplinari,
che nella scuola secondaria diventano “discipline” ed il cammino
formativo ai
avvia “attraverso l’acquisizione
sistematica e critica della cultura”, ma è proiettato a
“promuovere la formazione integrale della persona” che cresce
mettendo a frutto le personali potenzialità di ciascuno, acquisendo
capacità e
metodi per interiorizzare nuove conoscenze e imparare ad agire in
relazione a
quanto appreso, intrecciando così il sapere
al saper fare.
La gradualità della modifica dei comportamenti non può essere “misurata” e “quantificata” con un voto numerico, ma va descritta esplicitando il graduale sviluppo, di crescita e di maturazione.
La descrizione del grado o del livello di competenza va redatta mediante la formulazione di un giudizio che fotografa lo stato reale del processo di formazione dell’alunno e che, come un referto ecografico, segnala ed analizza i particolari aspetti di crescita e le eventuali direzioni d’intervento per un miglioramento efficace.
Com’è stato scritto: “Assegnare voti nella scuola Primaria significa voler misurare il cielo con il centimetro”.
Il voto, espressione della “misura” di quantità, di “accertamento di un prodotto”, è stato considerato “un imbarazzante neo” della scuola delle competenze che, invece, privilegia il “processo”, anziché il “prodotto”.
Nella prassi quotidiana la valutazione qualitativa e descrittiva spiega e valorizza l’evoluzione dell’apprendimento e l'impegno esercitato, tenendo conto dei differenti ritmi di crescita e dei diversi livelli di partenza.
La valutazione scolastica ha la caratteristica, l’attributo e la qualità di essere: “formativa”, indirizzata cioè non a “misurare“ ciò che il bambino sa, bensì a “descrivere” il processo che lo aiuta a “saper fare”, evidenziando anche eventuali difficoltà e ostacoli. Tutti questi elementi non possono essere contenuti nel voto numerico.
La valutazione formativa ha le caratteristiche di “orientamento, guida, accompagnamento”, diventa espressione del “prendersi cura “dell’alunno, del “saper rispondere ai bisogni di ciascuno”.
La migliore valutazione, alla scuola primaria è, appunto, quella che “sostiene la crescita dei bambini, potenziandone i punti di forza e accogliendone i punti deboli, attraverso un percorso che consenta a ciascuno di progredire, indicando cosa fare meglio e non limitandosi ad evidenziare gli errori”.
La gradualità della modifica dei comportamenti non può essere “misurata” e “quantificata” con un voto numerico, ma va descritta esplicitando il graduale sviluppo, di crescita e di maturazione.
La descrizione del grado o del livello di competenza va redatta mediante la formulazione di un giudizio che fotografa lo stato reale del processo di formazione dell’alunno e che, come un referto ecografico, segnala ed analizza i particolari aspetti di crescita e le eventuali direzioni d’intervento per un miglioramento efficace.
Com’è stato scritto: “Assegnare voti nella scuola Primaria significa voler misurare il cielo con il centimetro”.
Il voto, espressione della “misura” di quantità, di “accertamento di un prodotto”, è stato considerato “un imbarazzante neo” della scuola delle competenze che, invece, privilegia il “processo”, anziché il “prodotto”.
Nella prassi quotidiana la valutazione qualitativa e descrittiva spiega e valorizza l’evoluzione dell’apprendimento e l'impegno esercitato, tenendo conto dei differenti ritmi di crescita e dei diversi livelli di partenza.
La valutazione scolastica ha la caratteristica, l’attributo e la qualità di essere: “formativa”, indirizzata cioè non a “misurare“ ciò che il bambino sa, bensì a “descrivere” il processo che lo aiuta a “saper fare”, evidenziando anche eventuali difficoltà e ostacoli. Tutti questi elementi non possono essere contenuti nel voto numerico.
La valutazione formativa ha le caratteristiche di “orientamento, guida, accompagnamento”, diventa espressione del “prendersi cura “dell’alunno, del “saper rispondere ai bisogni di ciascuno”.
La migliore valutazione, alla scuola primaria è, appunto, quella che “sostiene la crescita dei bambini, potenziandone i punti di forza e accogliendone i punti deboli, attraverso un percorso che consenta a ciascuno di progredire, indicando cosa fare meglio e non limitandosi ad evidenziare gli errori”.
FORMAZIONE E DIALOGO CON I GENITORI
Uno
degli esercizi essenziali per dare significato e valore alla Scheda di
valutazione “senza voti” oltre alla puntuale azione formativa del
Personale
docente è l’indispensabile “accompagnamento” nei confronti dei
genitori, che
favorisca un reale e costruttivo “dialogo
educativo” convergente nella ricerca del “miglior bene”
del bambino.
Nell’incontro “scuola famiglia”, dovrebbe poter scomparire la domanda dei genitori: “A quale voto corrisponde questo giudizio?” oppure “Cosa vuol dire livello intermedio?
La descrizione delle abilità esercitate nella direzione delle competenze dovrebbe apparire chiara e nitida dalle parole usate nella scheda per descrivere il graduale processo di crescita culturale, sociale, relazionale che insieme edificano il progetto di “uomo e cittadino” e che l’azione didattica sviluppa attraverso le attività d’insegnamento curriculare.
I docenti nel formulare il giudizio, usando parole semplici e chiare, in coerenza all’effettiva didattica svolta, analizzano e descrivono il percorso didattico realizzato nel quadrimestre, i contenuti appresi, le abilità esercitate, i traguardi raggiunti e il livello di competenza acquisito nei diversi ambiti disciplinari e che “fotografano” il singolo bambino, tracciando per ciascuno quasi un graduale “piano di miglioramento” dei punti deboli.
Prende così avvio il nuovo cammino di “pedagogia delle competenze” che insegna a formulare giudizi per i diversi ambiti disciplinari.
Nella scheda è previsto lo spazio riservato al “giudizio globale” per descrivere il comportamento, l’educazione, il rispetto per gli altri: compagni e adulti – e il rispetto per le cose, Poiché tale comportamento, segno dell’educazione impartita dalla famiglia, a volte non corrisponde adeguatamente al rendimento scolastico, nel giudizio globale, occorrerà evitare l’uso di formule generiche, o di espressioni standardizzate che non rispondono effettivamente ai “bisogni di ciascuno”.
L’anno scolastico segnato dalla pandemia e dalle difficoltà organizzative dell’avvio delle lezioni in presenza nella Scuola Primaria ha messo in ombra la questione della valutazione con i giudizi e nelle attività svolte in classe e nei compiti a casa si è continuato ad usare le espressioni: “Bene, Bravo, Bravissimo”, note di merito e d’incoraggiamento, oppure faccine, stelline, cuoricini o altri simboli.
In questa fase di fine quadrimestre specie gli insegnanti nuovi, i supplenti, gli “incaricati Covid” si trovano in difficoltà In questa fase di fine quadrimestre specie gli insegnanti nuovi, i supplenti, gli “incaricati Covid” si trovano in difficoltà nella formulazione dei “giudizi” perciò ci sembra utile riproporre il “metodo valutativo” adottato dal maestro Alberto Manzi sulle pagelle dei suoi non giovani allievi quando scriveva: “Fa quel che può, quel che non può non fa”, dimostrandosi un attento professionista dell’educazione, capace di “Saper guardare tutti ed osservare ciascuno”.
Nell’incontro “scuola famiglia”, dovrebbe poter scomparire la domanda dei genitori: “A quale voto corrisponde questo giudizio?” oppure “Cosa vuol dire livello intermedio?
La descrizione delle abilità esercitate nella direzione delle competenze dovrebbe apparire chiara e nitida dalle parole usate nella scheda per descrivere il graduale processo di crescita culturale, sociale, relazionale che insieme edificano il progetto di “uomo e cittadino” e che l’azione didattica sviluppa attraverso le attività d’insegnamento curriculare.
I docenti nel formulare il giudizio, usando parole semplici e chiare, in coerenza all’effettiva didattica svolta, analizzano e descrivono il percorso didattico realizzato nel quadrimestre, i contenuti appresi, le abilità esercitate, i traguardi raggiunti e il livello di competenza acquisito nei diversi ambiti disciplinari e che “fotografano” il singolo bambino, tracciando per ciascuno quasi un graduale “piano di miglioramento” dei punti deboli.
Prende così avvio il nuovo cammino di “pedagogia delle competenze” che insegna a formulare giudizi per i diversi ambiti disciplinari.
Nella scheda è previsto lo spazio riservato al “giudizio globale” per descrivere il comportamento, l’educazione, il rispetto per gli altri: compagni e adulti – e il rispetto per le cose, Poiché tale comportamento, segno dell’educazione impartita dalla famiglia, a volte non corrisponde adeguatamente al rendimento scolastico, nel giudizio globale, occorrerà evitare l’uso di formule generiche, o di espressioni standardizzate che non rispondono effettivamente ai “bisogni di ciascuno”.
L’anno scolastico segnato dalla pandemia e dalle difficoltà organizzative dell’avvio delle lezioni in presenza nella Scuola Primaria ha messo in ombra la questione della valutazione con i giudizi e nelle attività svolte in classe e nei compiti a casa si è continuato ad usare le espressioni: “Bene, Bravo, Bravissimo”, note di merito e d’incoraggiamento, oppure faccine, stelline, cuoricini o altri simboli.
In questa fase di fine quadrimestre specie gli insegnanti nuovi, i supplenti, gli “incaricati Covid” si trovano in difficoltà In questa fase di fine quadrimestre specie gli insegnanti nuovi, i supplenti, gli “incaricati Covid” si trovano in difficoltà nella formulazione dei “giudizi” perciò ci sembra utile riproporre il “metodo valutativo” adottato dal maestro Alberto Manzi sulle pagelle dei suoi non giovani allievi quando scriveva: “Fa quel che può, quel che non può non fa”, dimostrandosi un attento professionista dell’educazione, capace di “Saper guardare tutti ed osservare ciascuno”.
Giuseppe Adernò