Con
questa
espressione Reginaldo Palermo firma un articolo su “La Tecnica della
scuola”
trasmettendo il senso di dolore per la perdita di un grande e vero “uomo
di scuola e servitore dello Stato
“.
Aveva appena compiuto 70 anni,
essendo nato il 19 aprile 1951 a Faenza ed è stato prima Maestro di
scuola
elementare, poi Direttore didattico e nel 1987 ispettore in Emilia
Romagna,
continuando il suo servizio alla scuola, anche dopo il pensionamento,
consapevole che “si va in pensione da un
ufficio e non da un amore”.
Si è occupato in particolare della scuola dell’infanzia ed è stato uno degli estensori dei Nuovi Orientamenti del 1991 ispiratori degli aspetti pedagogici che caratterizzano le Linee pedagogiche del sistema 0-6 anni.
Il ministro Patrizio Bianchi in un comunicato ufficiale ha sottolineato che “tutta la scuola italiana ha conosciuto la sua dedizione intelligente e instancabile all’educazione”.
“Il modo migliore per ricordarlo sarà continuare insieme il suo lavoro”.
L’ispettore Raffaele Josa, “padrino del POF”, lo ricorda con queste parole:
“Maestro innamorato della pedagogia, o meglio dei bambini con il grande senso civile di un lavoro nobile e arduo era totale”.
Il segretario della Cisl Scuola, Maddalena Gissi lo definisce “Una persona esemplare, che ha sempre unito alle doti d’intelligenza e competenza anche quelle di una grande affabilità. Brillante, puntuale, lungimirante.”
L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna commenta la morte di Cerini: "Persona illuminata e illuminante, dopo un periodo di lotta coraggiosa vissuta con dignità e forza, ha subito il sopravvento della malattia, lasciandoci esterrefatti e stupefatti per la mancanza, incolmabile dal punto di vista umano e professionale. Attivo da decenni sui temi della formazione, pensatore fine, saggista, scrittore, curatore di pubblicazioni che hanno accompagnato stagioni di riforme e d’innovazioni, ha saputo guidare le comunità professionali scolastiche con passione e dedizione instancabile.
Come ha scritto Luigi Rovelli su “Scuola Informa”, Cerini “amava dire che la riforma deve somigliare ad una ballata popolare”, nella quale tutti partecipano e sono coinvolti e non solo a parole.
La Redazione di AETNANET, si unisce al dolore della scuola per una tale perdita ed auspica che le intuizioni pedagogiche di Giancarlo Cerini costituiscano una preziosa guida al rinnovamento della scuola italiana dopo la pandemia. Abbiamo ancora tanto da imparare.
Giuseppe Adernò
Si è occupato in particolare della scuola dell’infanzia ed è stato uno degli estensori dei Nuovi Orientamenti del 1991 ispiratori degli aspetti pedagogici che caratterizzano le Linee pedagogiche del sistema 0-6 anni.
Il ministro Patrizio Bianchi in un comunicato ufficiale ha sottolineato che “tutta la scuola italiana ha conosciuto la sua dedizione intelligente e instancabile all’educazione”.
“Il modo migliore per ricordarlo sarà continuare insieme il suo lavoro”.
L’ispettore Raffaele Josa, “padrino del POF”, lo ricorda con queste parole:
“Maestro innamorato della pedagogia, o meglio dei bambini con il grande senso civile di un lavoro nobile e arduo era totale”.
Il segretario della Cisl Scuola, Maddalena Gissi lo definisce “Una persona esemplare, che ha sempre unito alle doti d’intelligenza e competenza anche quelle di una grande affabilità. Brillante, puntuale, lungimirante.”
L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna commenta la morte di Cerini: "Persona illuminata e illuminante, dopo un periodo di lotta coraggiosa vissuta con dignità e forza, ha subito il sopravvento della malattia, lasciandoci esterrefatti e stupefatti per la mancanza, incolmabile dal punto di vista umano e professionale. Attivo da decenni sui temi della formazione, pensatore fine, saggista, scrittore, curatore di pubblicazioni che hanno accompagnato stagioni di riforme e d’innovazioni, ha saputo guidare le comunità professionali scolastiche con passione e dedizione instancabile.
Come ha scritto Luigi Rovelli su “Scuola Informa”, Cerini “amava dire che la riforma deve somigliare ad una ballata popolare”, nella quale tutti partecipano e sono coinvolti e non solo a parole.
La Redazione di AETNANET, si unisce al dolore della scuola per una tale perdita ed auspica che le intuizioni pedagogiche di Giancarlo Cerini costituiscano una preziosa guida al rinnovamento della scuola italiana dopo la pandemia. Abbiamo ancora tanto da imparare.
Giuseppe Adernò