Conferire
un’anima all’agorà cittadina, con le giovani leve di un Liceo che mira
a
valorizzare il patrimonio culturale anche attraverso la fruizione di
una
tragedia greca, è stato l’obiettivo raggiunto anche grazie a questo
progetto.
È Aristotele stesso ad insegnarci che il pensiero è la più alta forma di attività: una passione che non è semplice emotività, semplice stato d’animo, ma soprattutto riflessione e consapevolezza, educa innanzitutto, sia che il teatro lo si pratichi, sia che si assista semplicemente alla rappresentazione.
Partendo da questo assunto, notiamo nella radice del termine Teatro, l’idea non solo di semplice rappresentazione drammaturgica, ma di “theorìa”, processione e celebrazione sacra di cui nessuno è semplice spettatore. Ed è qui a Siracusa che la condizione umana con la tragedia di Euripide, si è presentata nella sua forma essenziale ed anche tragica.
Medea ci ha dimostrato quanto terrificante sia la possibilità per l’uomo di essere artefice delle sue sventure nel momento in cui si fa accecare dalla “ybris”,ci ha indicato la perdita del senso del limite, la tracotanza, l’orgoglio privo di misura e freno. Eppure eravamo lì per tre giorni, stregati, ammaliati ed in religioso silenzio ad aspettare Medea.
Anche nel 2023,il dipartimento di lettere, ha lavorato duramente affichè il maggior numero degli studenti potesse fruire di questo prodigio.
Il nostro plauso va quindi al dirigente scolastico, prof.ssa Concetta Mosca, che ha contribuito alla realizzazione di questa straordinaria opportunità formativa per i discenti, allo staff della vicepresidenza, al Dsga dott. Valentino Grasso ,nonché al suoi collaboratori puntuali e disponibili nel risolvere tutte le difficoltà che si sono presentate per consentire la fruizione di numeri così importanti di studenti ad una rappresentazione classica.
Così, in un teatro stracolmo, l'applauso più deciso è andato a Laura Marinoni, una Medea “straordinaria, intensa, lucida, regale nel suo manto ricoperto di piume”. Ma anche ad un Coro solenne, presago del lutto ed accorato nella disperazione di chi strenuamente vorrebbe invocare la necessità di sfuggire all’amaro e nefando destino ed ultima ma non ultima, alla scelta, da parte del regista Federico Tiezzi, di una musica e danza performanti che hanno espresso alla perfezione l'angoscia per la perdita di ogni valore e di ogni bene.
Tutti, proprio tutti abbiamo sentito: l’abisso, la perdita della casa, della patria, degli affetti più cari ed il peso della solitudine.
La referente del progetto Professoressa Marcella Labruna
È Aristotele stesso ad insegnarci che il pensiero è la più alta forma di attività: una passione che non è semplice emotività, semplice stato d’animo, ma soprattutto riflessione e consapevolezza, educa innanzitutto, sia che il teatro lo si pratichi, sia che si assista semplicemente alla rappresentazione.
Partendo da questo assunto, notiamo nella radice del termine Teatro, l’idea non solo di semplice rappresentazione drammaturgica, ma di “theorìa”, processione e celebrazione sacra di cui nessuno è semplice spettatore. Ed è qui a Siracusa che la condizione umana con la tragedia di Euripide, si è presentata nella sua forma essenziale ed anche tragica.
Medea ci ha dimostrato quanto terrificante sia la possibilità per l’uomo di essere artefice delle sue sventure nel momento in cui si fa accecare dalla “ybris”,ci ha indicato la perdita del senso del limite, la tracotanza, l’orgoglio privo di misura e freno. Eppure eravamo lì per tre giorni, stregati, ammaliati ed in religioso silenzio ad aspettare Medea.
Anche nel 2023,il dipartimento di lettere, ha lavorato duramente affichè il maggior numero degli studenti potesse fruire di questo prodigio.
Il nostro plauso va quindi al dirigente scolastico, prof.ssa Concetta Mosca, che ha contribuito alla realizzazione di questa straordinaria opportunità formativa per i discenti, allo staff della vicepresidenza, al Dsga dott. Valentino Grasso ,nonché al suoi collaboratori puntuali e disponibili nel risolvere tutte le difficoltà che si sono presentate per consentire la fruizione di numeri così importanti di studenti ad una rappresentazione classica.
Così, in un teatro stracolmo, l'applauso più deciso è andato a Laura Marinoni, una Medea “straordinaria, intensa, lucida, regale nel suo manto ricoperto di piume”. Ma anche ad un Coro solenne, presago del lutto ed accorato nella disperazione di chi strenuamente vorrebbe invocare la necessità di sfuggire all’amaro e nefando destino ed ultima ma non ultima, alla scelta, da parte del regista Federico Tiezzi, di una musica e danza performanti che hanno espresso alla perfezione l'angoscia per la perdita di ogni valore e di ogni bene.
Tutti, proprio tutti abbiamo sentito: l’abisso, la perdita della casa, della patria, degli affetti più cari ed il peso della solitudine.
La referente del progetto Professoressa Marcella Labruna