Il Tar rivoluziona le graduatorie
La Moratti: «Sono regolari»
Roma. I docenti inclusi nelle graduatorie permanenti provinciali, per le supplenze e le immissioni in ruolo, se non raggiungono il massimo del punteggio di servizio, possono far valere anche più di 6 mesi di servizio per anno scolastico . Lo ha stabilito il Tar del Lazio (con la sentenza n. 7354) che ha annullato la normativa che prevedeva il divieto di far valere più di sei mesi di servizio per anno.
In sostanza, il servizio prestato in altra classe di concorso-ordine di scuola, se la sentenza fosse confermata anche in secondo grado, diventerebbe trasferibile per intero e quindi in caso di incarico annuale potrebbe garantire fino a 12 punti, contro i 6 previsti fino ad ora. «E' chiaro che, essendo le sentenze del Tar immediatamente esecutive, se non ci sarà l'appello al Consiglio di Stato da parte del ministero dell'Istruzione - osserva la Flc-Cgil - questa sentenza determinerà una vera rivoluzione nelle graduatorie (con rifacimento delle nomine) e un ulteriore contenzioso da parte di tutti coloro che, attenendosi alle disposizioni, avevano indicato solo 6 mesi di servizio non specifico».
I sindacati a questo proposito hanno sollecitato il ministero ad «assumere tempestivamente tutte le iniziative necessarie a garantire la piena legittimità delle graduatorie».
E il ministro Letizia Moratti si affretta a smentire una rivoluzione nelle graduatorie per effetto della sentenza del Tar. «La sentenza è «frutto di una non esatta valutazione di una situazione complessa - spiega la Moratti - Amministrazione, pertanto, sta proponendo appello al Consiglio di Stato. Il caso concreto dei ricorrenti, comunque - aggiunge - non incide sulle graduatorie che di conseguenza non sono soggette a revisione.
Non sono di questa idea i sindacati, secondo il quali, la sentenza del Tar laziale ha «stravolto ancora una volta» le graduatorie permanenti attraverso il riconoscimento per intero del servizio non specifico «getta nel caos il lavoratori e le lavoratrici precarie della scuola». Lo affermano i Cobas della scuola secondo i quali «la portata di questa sentenza non è facilmente quantificabile». «Di sicuro - aggiungono - le graduatorie saranno terremotate e rischiano di mettere in discussione sia le nomine appena fatte per gli incarichi annuali sia le recenti sospirate meritate immissioni in ruolo».
Secondo i Cobas il problema «ormai è politico cioè la ferrea volontà dell'amministrazione e del governo di perseguire a tutti i costi la politica della precarizzazione nella scuola pubblica».
«L'inefficienza del Ministero diretto dal ministro Moratti è tale che siamo, ormai, in cinque anni alla decima correzione delle graduatorie in seguito a sentenze di un tribunale amministrativo». Lo afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini.
«Il ministro Moratti, che anche recentemente ha garantito ai cittadini italiani il regolare avvio dell'anno scolastico - prosegue il sindacalista - dovrebbe chiedere loro scusa considerando che questa sentenza del Tar, che comporta il rifacimento di decine di diverse migliaia di posizioni in graduatoria, era nota da tempo».
Elisabetta Martorelli
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