Spunta il buco agli esami di stato
15 marzo 2006 - Italia Oggi
Mancherebbero all'appello 50 milioni di euro per pagare i docenti impegnati nelle commissioni.
È la solita storia della coperta troppo corta. Le risorse sono poche e non arrivano neanche nei tempi dovuti. Fatto sta che le scuole questa volta sono rimaste a corto di soldi per pagare gli insegnanti che faranno i prossimi esami di maturità. Anzi, non hanno i soldi per pagare neanche chi li ha già fatti. Tanto che si sono costituiti comitati di docenti in credito che minacciano di astenersi dalla prossima tornata. Gli istituti scolastici intanto scrivono allarmate lettere alle direzioni scolastiche regionali. Le quali sollecitano il ministero dell'istruzione a riaprire i rubinetti.
Insomma, mentre i maturandi studiano (circa 430 mila, tra scuole statali e private), è maturato pure un inaspettato, e al momento ingestibile, salvo intervento legislativo, buco nei bilanci. Secondo informazioni ufficiose del ministero dell'istruzione, l'ammanco è arrivato alla cifra di 50 milioni di euro. Nel solo Piemonte ha sfiorato la cifra di 15 milioni: 10 mln per gli esami 2004 e 2005, altri 5 per la prossima.
Il problema, ricostruendo la complessa vicenda dei flussi finanziari, è a monte. La legge finanziaria 2004 ha fissato in 140 milioni di euro il tetto massimo di spesa per le indennità dei commissari degli esami di stato. Commissari che sono tutti interni all'istituto, salvo il presidente della commissione. Una misura, quella di eliminare i componenti esterni, strumentale a un contenimento dei costi. In base alle disponibilità e alla stima del numero di commissari necessari, il ministero dell'istruzione ha stabilito la tabella dei compensi con una nota interna del 21 giungo 2004. Nota che non è stata aggiornata e che prevede compensi a forfait: 1.231 euro per i presidenti, 393 euro per i componenti. A cui vanno poi aggiunte le indennità di trasferta, qualificate come rimborso spese. Lo stanziamento di 140 milioni è stato così ripartito sul territorio, regione per regione, in base alla consistenza dei maturandi.
Risorse assegnate alle direzioni scolastiche regionali a cui compete poi l'onere di trasferirle alle scuole. Tutto liscio, sulla carta. Ma nei fatti qualcosa poi si è inceppato. Le scuole, come vuole la prassi, hanno in alcuni casi anticipato il pagamento delle indennità ai docenti che ne hanno fatto richiesta. Salvo poi verificare che le somme attribuite alla cassa erano inferiori a quelle necessarie. Il debito è cresciuto negli anni e si è sommato alle riduzioni di bilancio inferte con il decreto legge tagliaspese. E così, alla vigilia dei nuovi esami di stato, gli istituti si ritrovano con alcuni docenti che non sono stati pagati, e che minacciano azioni giudiziarie, e con somme che sono state impegnate per gli anticipi, ma distogliendole da capitoli di spesa diversi. Ora in rosso.
È ancora una volta la regione Piemonte a ribadire le responsabilità in una lettera inviata al dicastero guidato da Letizia Moratti: ´Quest'ufficio non ha potuto erogare i finanziamenti a saldo del fabbisogno segnalato a motivo dell'insufficienza delle risorse finanziarie assegnate al relativo capitolo di bilancio per l'anno 2005. Detta circostanza, per l'altro già verificatasi nell'anno finanziario 2004, è stata portata a conoscenza della direzione generale per la politica finanziaria... Si segnala che le istituzioni scolastiche che hanno provveduto al pagamento mediante anticipazioni di cassa richiedono da tempo la copertura delle somme anticipate e saranno difficilmente in grado di effettuare ulteriori anticipazioni per gli esami di stato che si svolgeranno nel corrente anno'.
Una bella ipoteca, insomma, sulla prossima maturità. Ne chiederanno conto Cgil, Cisl e Uil scuola, dopodomani, in un vertice a viale Trastevere.
15 marzo 2006 - Italia Oggi
Mancherebbero all'appello 50 milioni di euro per pagare i docenti impegnati nelle commissioni.
È la solita storia della coperta troppo corta. Le risorse sono poche e non arrivano neanche nei tempi dovuti. Fatto sta che le scuole questa volta sono rimaste a corto di soldi per pagare gli insegnanti che faranno i prossimi esami di maturità. Anzi, non hanno i soldi per pagare neanche chi li ha già fatti. Tanto che si sono costituiti comitati di docenti in credito che minacciano di astenersi dalla prossima tornata. Gli istituti scolastici intanto scrivono allarmate lettere alle direzioni scolastiche regionali. Le quali sollecitano il ministero dell'istruzione a riaprire i rubinetti.
Insomma, mentre i maturandi studiano (circa 430 mila, tra scuole statali e private), è maturato pure un inaspettato, e al momento ingestibile, salvo intervento legislativo, buco nei bilanci. Secondo informazioni ufficiose del ministero dell'istruzione, l'ammanco è arrivato alla cifra di 50 milioni di euro. Nel solo Piemonte ha sfiorato la cifra di 15 milioni: 10 mln per gli esami 2004 e 2005, altri 5 per la prossima.
Il problema, ricostruendo la complessa vicenda dei flussi finanziari, è a monte. La legge finanziaria 2004 ha fissato in 140 milioni di euro il tetto massimo di spesa per le indennità dei commissari degli esami di stato. Commissari che sono tutti interni all'istituto, salvo il presidente della commissione. Una misura, quella di eliminare i componenti esterni, strumentale a un contenimento dei costi. In base alle disponibilità e alla stima del numero di commissari necessari, il ministero dell'istruzione ha stabilito la tabella dei compensi con una nota interna del 21 giungo 2004. Nota che non è stata aggiornata e che prevede compensi a forfait: 1.231 euro per i presidenti, 393 euro per i componenti. A cui vanno poi aggiunte le indennità di trasferta, qualificate come rimborso spese. Lo stanziamento di 140 milioni è stato così ripartito sul territorio, regione per regione, in base alla consistenza dei maturandi.
Risorse assegnate alle direzioni scolastiche regionali a cui compete poi l'onere di trasferirle alle scuole. Tutto liscio, sulla carta. Ma nei fatti qualcosa poi si è inceppato. Le scuole, come vuole la prassi, hanno in alcuni casi anticipato il pagamento delle indennità ai docenti che ne hanno fatto richiesta. Salvo poi verificare che le somme attribuite alla cassa erano inferiori a quelle necessarie. Il debito è cresciuto negli anni e si è sommato alle riduzioni di bilancio inferte con il decreto legge tagliaspese. E così, alla vigilia dei nuovi esami di stato, gli istituti si ritrovano con alcuni docenti che non sono stati pagati, e che minacciano azioni giudiziarie, e con somme che sono state impegnate per gli anticipi, ma distogliendole da capitoli di spesa diversi. Ora in rosso.
È ancora una volta la regione Piemonte a ribadire le responsabilità in una lettera inviata al dicastero guidato da Letizia Moratti: ´Quest'ufficio non ha potuto erogare i finanziamenti a saldo del fabbisogno segnalato a motivo dell'insufficienza delle risorse finanziarie assegnate al relativo capitolo di bilancio per l'anno 2005. Detta circostanza, per l'altro già verificatasi nell'anno finanziario 2004, è stata portata a conoscenza della direzione generale per la politica finanziaria... Si segnala che le istituzioni scolastiche che hanno provveduto al pagamento mediante anticipazioni di cassa richiedono da tempo la copertura delle somme anticipate e saranno difficilmente in grado di effettuare ulteriori anticipazioni per gli esami di stato che si svolgeranno nel corrente anno'.
Una bella ipoteca, insomma, sulla prossima maturità. Ne chiederanno conto Cgil, Cisl e Uil scuola, dopodomani, in un vertice a viale Trastevere.