Il futuro dei non abilitati
Sono un'insegnante di lingua spagnola, appartengo anche io alla lunga schiera dei precari e occupo il gradino più infimo di questa categoria: quella dei precari non ancora abilitati, ma aspiranti tali. Quale sarà il nostro destino: i due anni di Ssis tanto denigrati da chi li ha sperimentati, con il rischio che poi il sacrificio e l'impegno vengano vanificati da un decreto dell'ultimo minuto? Oppure il ritorno al mega concorso di una volta? O ancora la laurea abilitante con concorso finale prevista nel DM della riforma Moratti?
Da almeno un paio d'anni girano voci sullo smantellamento delle Ssis, poi punualmente ogni anno esce il bando per il ciclo successivo, gli esami di ammissione sfiorano il delirio (ne ho fatti un paio a centinaia di chilometri da casa), il numero di posti disponibili, almeno nella mia materia, sono esigui, le graduatorie ai fini dell'ammissione sono basate su criteri discutibili (ha più valore la media dei voti di esame che una borsa di studio di un anno nel paese di cui si insegna la lingua, l'esperienza di insegnamento documentata svolta in ambito privato non ha alcun valore, corsi di specializzazione svolti al di fuori del circuito universitario (ad es. presso l'Instituto Cervantes) non vengono valutati... Insomma, si parla tanto di sissini e precari storici, di graduatorie provvisorie e corsi abilitanti speciali, ma non si è ancora spesa una parola sulla formazione iniziale dei docenti e su una sua riforma.
Anonima
Sono un'insegnante di lingua spagnola, appartengo anche io alla lunga schiera dei precari e occupo il gradino più infimo di questa categoria: quella dei precari non ancora abilitati, ma aspiranti tali. Quale sarà il nostro destino: i due anni di Ssis tanto denigrati da chi li ha sperimentati, con il rischio che poi il sacrificio e l'impegno vengano vanificati da un decreto dell'ultimo minuto? Oppure il ritorno al mega concorso di una volta? O ancora la laurea abilitante con concorso finale prevista nel DM della riforma Moratti?
Da almeno un paio d'anni girano voci sullo smantellamento delle Ssis, poi punualmente ogni anno esce il bando per il ciclo successivo, gli esami di ammissione sfiorano il delirio (ne ho fatti un paio a centinaia di chilometri da casa), il numero di posti disponibili, almeno nella mia materia, sono esigui, le graduatorie ai fini dell'ammissione sono basate su criteri discutibili (ha più valore la media dei voti di esame che una borsa di studio di un anno nel paese di cui si insegna la lingua, l'esperienza di insegnamento documentata svolta in ambito privato non ha alcun valore, corsi di specializzazione svolti al di fuori del circuito universitario (ad es. presso l'Instituto Cervantes) non vengono valutati... Insomma, si parla tanto di sissini e precari storici, di graduatorie provvisorie e corsi abilitanti speciali, ma non si è ancora spesa una parola sulla formazione iniziale dei docenti e su una sua riforma.
Anonima