Soldi a ping pong, scacchi e sagra del porcino È il Natale delle Regioni
Un giorno o l' altro Babbo Natale dovrebbe arrabbiarsi: ogni volta, appena si addobba l' albero con le luci e le palline, c' è chi si fa i regali da solo. A prescindere dal fatto di esserseli o meno meritati. Come è accaduto, per fare due esempi, al consiglio regionale del Lazio e a quello del Veneto. Il primo di sinistra, il secondo di destra. Approfittando della distrazione degli elettori, troppo impegnati ad affollar botteghe per accorgersi della faccenda, l' assemblea laziale ha varato il 23 dicembre una finanziaria regionale per il 2007 che conteneva, nonostante gli appelli al risparmio in questi anni di vacche magre, la bellezza di 25 milioni di euro (350 mila medi a consigliere) per «iniziative sportive, culturali e sociali di carattere locale». Traduzione: regalini a pioggia ai collegi elettorali di questo o quel deputato regionale. La volontà della giunta di Piero Marrazzo, ha scritto Alessandro Fulloni sulla cronaca romana del Corriere cui va il merito di essersi accorta della faccenda, era di tagliare questa marea di contributi perché «incompatibili» con i sacrifici «ma i consiglieri sono insorti». Al che il governo regionale avrebbe abbozzato (con la sola opposizione dei comunisti italiani: «prassi clientelari») ottenendo solo un taglio, sia pure sostenuto, rispetto all' anno scorso. Tra i 712 finanziamenti (spesso micro: 5 mila euro) c' è di tutto: dai 150 mila euro all' associazione romana «Arte in soffitta» per un «villaggio artistico itinerante» ai 15 mila per «i pongisti del tennistavolo Arpino», dai 10 mila agli aspiranti Kasparov della «Lazio scacchi» perché diffondano la scacchiera «nel IV Municipio» agli altri 10 mila ai promotori del progetto «benefici e potenzialità del Tae kwon do». Per non dire dei soldi dati alle sagre del fungo porcino o agli amanti del camper di Guidonia che daranno vita alla «IV festa del plein air», al Football Club Borgo Carso o allo spettacolo di danza «Mai e poi mai». Doni fatti spesso soltanto perché destinati a tornare al donatore sotto forma di voto. Buon Natale, elettori! A Venezia invece, come ha scoperto Alessandro Zuin del Corriere del Veneto, i pacchi natalizi se li sono infiocchettati direttamente, a mezzanotte del 15 dicembre, quando già un bel pò di consiglieri se n' erano andati a nanna dopo una estenuante maratona sulle tasse regionali. Sono due. Il primo consiste nell' aumento della pensione ai deputati regionali che dalla prossima legislatura (con un ritocco del 2,5% ai contributi obbligatori attuali, anche se dicono che per una serie di meccanismi le cifre da versare saranno un po' più alte) saliranno al 35% dell' indennità per chi ha fatto una sola legislatura (prima era il 30%), al 60% per chi ne ha fatte due (prima era il 52%) e all' 80% per chi ne ha fatte tre (prima era il 70%). Il tutto pudicamente mascherato da un innalzamento formale dell' età in cui si potrà ricevere il vitalizio, che passerà da 60 a 65 anni (e ci mancherebbe altro!) ma potrà tornare a 60 con un «coefficiente di riduzione proporzionale». Non bastasse, con lo stesso provvedimento (contro il quale hanno votato solo in 4, di cui due leghisti) l' assemblea veneta ha deliberato d' abolire il tetto alla «liquidazione» elargita ai deputati regionali uscenti, liquidazione calcolata in una mensilità per ogni anno di legislatura. Prima chi veniva trombato o non veniva ricandidato poteva ricevere una buonuscita fino a 10 mensilità. D' ora in poi chi ha 4 legislature potrà avere venti mensilità. O più ancora. Relatore di maggioranza, la notte del blitz, era il forzista Carlo Alberto Tesserin. Indovinate quante legislature ha già fatto? Esatto: quattro. Pura coincidenza, si capisce: pura coincidenza.
Stella Gian Antonio
Un giorno o l' altro Babbo Natale dovrebbe arrabbiarsi: ogni volta, appena si addobba l' albero con le luci e le palline, c' è chi si fa i regali da solo. A prescindere dal fatto di esserseli o meno meritati. Come è accaduto, per fare due esempi, al consiglio regionale del Lazio e a quello del Veneto. Il primo di sinistra, il secondo di destra. Approfittando della distrazione degli elettori, troppo impegnati ad affollar botteghe per accorgersi della faccenda, l' assemblea laziale ha varato il 23 dicembre una finanziaria regionale per il 2007 che conteneva, nonostante gli appelli al risparmio in questi anni di vacche magre, la bellezza di 25 milioni di euro (350 mila medi a consigliere) per «iniziative sportive, culturali e sociali di carattere locale». Traduzione: regalini a pioggia ai collegi elettorali di questo o quel deputato regionale. La volontà della giunta di Piero Marrazzo, ha scritto Alessandro Fulloni sulla cronaca romana del Corriere cui va il merito di essersi accorta della faccenda, era di tagliare questa marea di contributi perché «incompatibili» con i sacrifici «ma i consiglieri sono insorti». Al che il governo regionale avrebbe abbozzato (con la sola opposizione dei comunisti italiani: «prassi clientelari») ottenendo solo un taglio, sia pure sostenuto, rispetto all' anno scorso. Tra i 712 finanziamenti (spesso micro: 5 mila euro) c' è di tutto: dai 150 mila euro all' associazione romana «Arte in soffitta» per un «villaggio artistico itinerante» ai 15 mila per «i pongisti del tennistavolo Arpino», dai 10 mila agli aspiranti Kasparov della «Lazio scacchi» perché diffondano la scacchiera «nel IV Municipio» agli altri 10 mila ai promotori del progetto «benefici e potenzialità del Tae kwon do». Per non dire dei soldi dati alle sagre del fungo porcino o agli amanti del camper di Guidonia che daranno vita alla «IV festa del plein air», al Football Club Borgo Carso o allo spettacolo di danza «Mai e poi mai». Doni fatti spesso soltanto perché destinati a tornare al donatore sotto forma di voto. Buon Natale, elettori! A Venezia invece, come ha scoperto Alessandro Zuin del Corriere del Veneto, i pacchi natalizi se li sono infiocchettati direttamente, a mezzanotte del 15 dicembre, quando già un bel pò di consiglieri se n' erano andati a nanna dopo una estenuante maratona sulle tasse regionali. Sono due. Il primo consiste nell' aumento della pensione ai deputati regionali che dalla prossima legislatura (con un ritocco del 2,5% ai contributi obbligatori attuali, anche se dicono che per una serie di meccanismi le cifre da versare saranno un po' più alte) saliranno al 35% dell' indennità per chi ha fatto una sola legislatura (prima era il 30%), al 60% per chi ne ha fatte due (prima era il 52%) e all' 80% per chi ne ha fatte tre (prima era il 70%). Il tutto pudicamente mascherato da un innalzamento formale dell' età in cui si potrà ricevere il vitalizio, che passerà da 60 a 65 anni (e ci mancherebbe altro!) ma potrà tornare a 60 con un «coefficiente di riduzione proporzionale». Non bastasse, con lo stesso provvedimento (contro il quale hanno votato solo in 4, di cui due leghisti) l' assemblea veneta ha deliberato d' abolire il tetto alla «liquidazione» elargita ai deputati regionali uscenti, liquidazione calcolata in una mensilità per ogni anno di legislatura. Prima chi veniva trombato o non veniva ricandidato poteva ricevere una buonuscita fino a 10 mensilità. D' ora in poi chi ha 4 legislature potrà avere venti mensilità. O più ancora. Relatore di maggioranza, la notte del blitz, era il forzista Carlo Alberto Tesserin. Indovinate quante legislature ha già fatto? Esatto: quattro. Pura coincidenza, si capisce: pura coincidenza.
Stella Gian Antonio