"BLACK HOLE UNIVERSE": Oltre 900 i progetti di ricerca con i quali doveva competere per rientrare tra quei 60 che la Commissione Europea avrebbe finanziato. Ma “Black Hole Universe”, progetto di una rete europea per la formazione di giovani ricercatori specializzati nello studio dei buchi neri,
ce l’ha fatta. Soprattutto ce l’ha fatta il nostro Paese, visto che si tratta dell’unico progetto presentato che coinvolge due volte l’Italia, attraverso l’INAF - Osservatorio Astronomico di Brera e l’Università di
Cagliari. (Per leggere o ascoltare una breve intervista a Tomaso Belloni dell'INAF: www.cieloblu.it, n.44 del 14 novembre 2008)
GOODBYE PHOENIX: Oltre al rigido inverno ci si mettono pure le tempeste di sabbia: così è stato necessario dire prematuramente addio a Phoenix, che stava studiando campioni di superficie. Dopo appena 5 mesi di missione, i
pannelli solari della piccola sonda non ce l’hanno fatta a fornire l’energia necessaria a mantenere attiva la strumentazione. La minore incidenza della radiazione solare e la sabbia che si è andata a depositare sulle superfici,
hanno decretato la fine delle operazioni scientifiche.
GOODBYE SPIRIT?: La situazione non è delle migliori nemmeno per Spirit che si trova su Marte da ben più tempo. In quasi 5 anni di permanenza, il rover con le ruote non aveva mai subito un calo di energia così critico. Anche in questo caso la colpa è delle condizioni meteorologiche che compromettono il lavoro dei pannelli solari. Le operazioni di Spirit sono state ridotte al minimo per risparmiare energia evitando che si attivi lo standby automatico.
Nel frattempo non resta che aspettare che la situazione si calmi.
QUALCOSA E' CAMBIATO: Eris è un pianeta nano individuato nel 2003, si trova al di là di Nettuno, è più grande di Plutone e gli astronomi erano convinti di avere le idee abbastanza chiare sulla composizione della sua superficie.
Soprattutto, non ci si aspettava di registrare cambiamenti sostanziali, specie nei periodi di massima distanza dal Sole, come quello attuale. Invece su Eris qualcosa è cambiato perché i dati sulla concentrazione di azoto raccolti nel 2005 sono in aperta contraddizione con quelli del 2007, analizzati di recente. Due anni soltanto per un cambiamento così notevole sono davvero pochi, se si considera che Eris ne impiega ben 560 per completare la sua orbita intorno al Sole. Forse la causa è dovuta a qualche processo interno, forse di tipo vulcanico, ma non sarà facile trovare una
spiegazione.
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