Il ministro della Pubblica istruzione vuole chiedere un parere al Consiglio di Stato
Protesta l'opposizione: "Consulta ha già stabilito facoltatività"
Gelmini vuole voto di religione
Pd: garantire laicità dello Stato
ROMA - Il passaggio dai giudizi ai voti in tutte le materie deve valere anche per l'ora di religione. Come aveva già anticipato un mese fa Repubblica.it, è questa l'opinione del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che su questo argomento ha intenzione di chiedere un parere al Consiglio di Stato. Immediata la protesta dell'opposizione che rivendica la laicità della scuola pubblica italiana sancita dalla Costituzione. Inoltre, aggiunge il Pd, la Corte Costituzionale si è già espressa in merito stabilendo la facoltatività dell'ora di religione e quindi non può essere equiparata alle altre materie. Così come i docenti di religione non possono partecipare agli scrutini, come ha stabilito il Tar del Lazio l'estate scorsa.
Ai giornalisti che le chiedevano se il voto di religione debba far media con gli altri, il ministro Gelmini ha risposto: "Il voto in religione oggi non c'è. Ancora esiste un giudizio. Il nostro intendimento è quello di chiedere un parere al Consiglio di Stato per evitare contenziosi, ma la mia opinione è che essendo passati dai giudizi ai voti in tutte le materie questo debba valere anche per l'insegnamento della religione".
"Il ministro Gelmini non sa di cosa parla, oppure fa di nuovo e solo propaganda" sostengono Manuela Ghizzoni e Maria Coscia, deputate Democratiche della commissione Cultura di Montecitorio. "La Corte Costituzionale, infatti, ha già stabilito il principio di facoltatività dell'ora di religione, nel rispetto della laicità dello Stato, in base al quale è necessario garantire pari dignità ai ragazzi di ogni culto".
"Purtroppo - aggiungono - il nuovo sistema di valutazione che ha fatto venir meno il criterio di un giudizio globale sui rendimenti scolastici lascia spazio anche a questo tipo di 'pensate': siamo convinte - concludono - che il Consiglio di Stato rispedirà al mittente la proposta".
L'ora di religione "non può essere valutata come una normale materia curriculare" afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. "Il ministro Gelmini deve garantire la laicità della scuola pubblica italiana sancita dalla nostra Costituzione. Per questa ragione, nel pieno rispetto del Concordato, l'ora di religione - spiega Pantaleo - deve rimanere facoltativa. Non può determinare vantaggi di alcun genere, a cominciare dai crediti formativi, e quindi non può essere valutata come una normale materia curriculare". "Piuttosto il ministro dovrebbe preoccuparsi - osserva il sindacalista - del fatto che si nega, per effetto di pesantissimi tagli, il diritto ad avvalersi dell'insegnamento alternativo. Non permetteremo - ammonisce Pantaleo - di trasformare la scuola pubblica italiana, che dovrebbe essere laboratorio interculturale, in una istituzione confessionale e autoritaria".