Una "tassa" su cellulari e pc a tutela dei titolari di diritti di opere scaricate dagli utenti. L'ipotesi allo studio del ministero dei Beni culturali irrompe tra le polemiche nel corso della giornata organizzata dalla Fondazione Ugo Bordoni in occasione del centenario della consegna del premio Nobel a Guglielmo Marconi. Stefano Parisi, presidente di Asstel, l'associazione dei gestori telefonici, svela il progetto e preannuncia subito battaglia. «La "tassa" che grava attualmente sull'acquisto di apparati per la duplicazione di contenuti come masterizzatori e videoregistratori verrebbe estesa anche a supporti come pc e telefonini, fino a 2,5 euro per terminale. Una follia». La "tassa" sarebbe in realtà un compenso per la copia privata di un prodotto protetto concessa agli utenti. La Siae, a stretto giro, replica con una nota alle dichiarazioni di Parisi. «La copia privata è la possibilità che nella stragrande maggioranza dei paesi europei (in Gran Bretagna è vietata) viene data all'utente di effettuare una copia personale delle opere dell'ingegno fono e video. Una direttiva europea del 2001 – spiega la Siae – stabilisce che a fronte di questa possibilità offerta all'utente venga corrisposto un equo compenso ai titolari dei diritti delle opere riprodotte». «In tutti i paesi europei, anche sui nuovi prodotti (telefoni cellulari, hard disk, chiavette usb ecc.) - continua la Siae - c'è l'applicazione di questo compenso: solo in Italia, da più di sei anni, questi prodotti sfuggono alla giusta remunerazione dei titolari dei diritti».L'ultima parola spetterà al ministro Sandro Bondi che ha avviato un tavolo di consultazione con Siae e operatori.(da ilsole24ore.com)
Carmine Fotina