A sentire il Ministro dell' Economia Tremonti la crisi economica non è passata. Potrebbe arrivare, per le più svariate ragioni, qualche imprevisto a rovinare quello che di buono è stato fatto fin'ora.Il Ministro On. Giulio Tremonti paragona la crisi ad un videogame, dove compare un mostro contro il quale si deve combattere, e dopo averlo vinto , compare subito un altro mostro peggiore del precedente che ti vuole uccidere e ti impegna maggiormente rispetto a quello già sconfitto. Questa visione di una crisi subdola, pericolosa, pronta a colpirci in ogni momento con ripercussioni gravi, non può lasciarci indifferenti. Il mondo della scuola e della cultura in genere, ha subito tagli rigorosi e profondi, colpendo principalmente la categoria dei docenti e del personale Ata. Ricordo che la finanziaria 133/08 ha tagliato 8 miliardi di euro in tre anni, che oltre 60.000 precari in questi due anni non hanno riavuto incarichi e supplenze, che il rinnovo contrattuale è stato bloccato per un triennio e che si è tentato anche di bloccare gli scatti di anzianità dei docenti.La riforma delle scuole superiori ha ridotto i curricoli annui di tutti gli istituti tecnici e professionali ed ha messo fine alle sperimentazioni Brocca liceali. Inesorabilmente sta continuano il dimensionamento delle scuole, che sopprime l'autonomia delle scuole sotto i 500 iscritti, accorpandole ad altre scuole.
Nonostante tutto questo malessere, emerge da più parti l'esigenza di richiedere, in tutta urgenza, il concorso per reclutare nuovi Dirigenti Scolastici. Francamente sarebbe paradossale se Tremonti, dopo tutti i tagli fatti sul settore scuola, trovasse i soldi per far partire il tanto aspirato concorso per DS.
Comunque, a mio modo di vedere, la mancata promessa del Ministro On.Gelmini di bandire tale concorso entro l'anno 2010, è dovuto ad un rifiuto, di aprire i cordoni della “Borsa” ,di Giulio Tremonti. Come porre rimedio alla mancanza di circa 2800 Dirigenti Scolastici per l'anno 2011/2012 ? Intanto il piano di dimensionamento delle scuole riduce di circa 800 unità il fabbisogno di dirigenti scolastici, poi non sono ancora esaurite le graduatorie del vecchio concorso del 2004 e infine scatta l'operazione reggenze, che sono economicamente un buon viatico per l'inquilino di Via XX Settembre. I problemi cominceranno a sorgere per gli anni successivi e poiché non possiamo essere certi che saranno stati sconfitti tutti i mostri del videogame di Tremonti, serve un'idea che faccia bene alla scuola e non costi troppo per le modeste possibilità delle nostre finanze pubbliche.
Ad onor del vero, l'idea di abolire i concorsi per Dirigenti Scolastici e favorire una figura di Dirigente Scolastico a tempo determinato eletto dal collegio dei Docenti, oltre ad essere un notevole risparmio economico, potrebbe essere un modo di riavvicinare le varie componenti della scuola e ridare dignità ad un organo collegiale depresso e esautorato.
Il Dirigente Scolastico eletto dal Collegio dei Docenti dovrebbe essere individuato tra una rosa di nomi con delle caratteristiche tali da essere registrati in un albo provinciale o regionale.
Attraverso un bando di concorso a titoli e un test psico-attitudinale, gli USR o gli USP istituirebbero un albo in cui si potrebbero registrare docenti con esperienza di insegnamento( nelle scuole di riferimento) decennale o quinquennale, con titoli indispensabili come laurea quadriennale vecchio ordinamento o quinquennale specialistica, master di II livello in dirigenza scolastica, direzione o docenza di corsi di formazione e aggiornamento, organizzazione e cordinamento di corsi di formazione e aggiornamento, esperienze di dirigenza e/o vicariato, esperienze di responsabile di plesso, funzioni strumentali, ecc......).
Il Collegio dei docenti degli istituti, che non hanno copertura di Dirigente Scolastico dopo la mobilità, potrà votare il proprio Dirigente Scolastico e/o il vicario tra i docenti interni alla scuola ma presenti nell'albo provinciale per un triennio al massimo prorogabile, sempre attraverso rielezione, per un altro triennio. Le figure elette dovrebbero avere una riduzione oraria di 9 ore di insegnamento settimanale, in modo tale da non perdere il contatto con la didattica, come avviene in Germania.
Lucio Ficara
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