Qualche sigla sindacale concertativa o corporativa ha gridato
frettolosamente vittoria alla notizia del ripristino degli scatti
stipendiali,ventilata a più riprese fin dal mese di giugno dello scorso
anno ma si è trattato di una Vittoria di Pirro in quanto dopo la farsa
del Quirino e l’incontro con Tremonti della scorsa estate, solo
371.000.000 di quegli 8 miliardi tagliati alla scuola e dunque soldi
nostri sono stati restituiti, ma solo a chi maturava lo scatto nel
2010, come un obolo
La verità è che noi insegnanti restiamo definitivamente al palo. Ci
riducono lo stipendio, ci tagliano gli organici e ci promettono premi
“ad personam”,una specie la quattordicesima per pochi, attribuita per
decreto, come nella migliore tradizione antidemocratica, secondo
criteri discutibili , non condivisi e che pertanto, noi rispediamo al
mittente, in segno di protesta politica, come ai temoi del Concorsone.
E’ un momento gravissimo per gli insegnanti e per tutti i lavoratori
della scuola,alunni e genitori compresi, spesso ignari , questi ultimi,
della svendita in atto e del calo progressivo di qualità nella scuola
pubblica statale.
In questa delicata fase , ci sentiamo soli, ma questa volta non
rassegnati è solitudine non ci impedirà di batterci contro ogni
imposizione , che si tratti della valutazione, della somministrazione
delle prove Invalsi o del blocco del rinnovo delle graduatorie ad
esaurimento dei colleghi precari.
Ora basta! E’ giunto il momento di urlare ai sindacati della scuola di
smetterla di dedicarsi ad improbabili ricorsi, specchietto per le
allodole , che acceca i già bistrattati colleghi a tempo determinato
Basta con gli scioperi spezzatino ( flc cgil) o con le manifestazioni
on line di qualche sigletta corporativa .
Siamo stufi dei vuoti, altisonanti proclami dei cinque segretari
generali dei sindacati rappresentativi della scuola, seguiti dal nulla.
Pretendiamo che questi signori facciano finalmente qualcosa:che si
alzino dalle loro poltrone ed escano dal loro comodo immobilismo
promuovendo azioni decise ed eclatanti, come il boicottaggio delle
prove Invalsi , uno sciopero unitario e non più a ranghi sparsi.
Abbiamo bisogno di un segnale forte delle forze politiche per la messa
sotto accusa del ministro Gelmini.
Bisogna mettere fine a questa apatia generalizzata: occorre reagire al
blocco degli scatti con un serio ricorso, bisogna pretendere, per i
colleghi precari l’abbattimento degli steccati territoriali e
l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e su tutto il territorio
nazionale tramite l’istituzione della Graduatoria ad Esaurimento
nazionale e il varo di un piano programmatico di prepensionamento.
Non siamo più disposti a subire l’inerzia di chi non è più in grado di
rappresentare le istanze della nostra categoria e di difendere i
diritti di ben 800.000 lavoratori della scuola, mostrandosi incapace di
contrastare la dissennata politica scolastica del governo Berlusconi,
che attraverso i ministri Tremonti, Gelmini e Brunetta, ha voluto
trovare in noi insegnanti il capro espiatorio della crisi economica,
culturale e sociale che da tempo investe il nostro Paese.
Diciamo basta ai sindacati collusi con il governo, attenti solo ai
propri interessi di bottega, dediti alla corsa a sterili primati ,
all’ultimo vuoto proclama!
Facciano quello per cui sono stati a suo tempo istituiti: difendano i
diritti degli 800.000 lavoratori della scuola :ne ripaghino la fiducia
accordata, battendosi per la restituzione di quanto progressivamente ci
hanno tolto: dignità stipendiale e valorizzazione professionale.
In caso contrario, revochiamo in massa l’iscrizione: non ci serve un
sindacato attento agli imput dei partiti di riferimento ma una sponda
in grado di contrastare le nefandezze del governo ai nostri danni e di
difendere i nostri diritti.
Libero
Tassella libero.tassella@fastwebnet.it