Ogni
moneta è formata da due facce che la compongono
senza mai potersi guardare. In ogni occasione, in ogni circostanza di
vita
esistono due volti, i cosiddetti “pro e contro”; anche la nostra
Costituzione
dedica un’intera parte fondamentale della sua struttura ai due risvolti
preaccennati. Dagli articoli n.13 al n. 54 infatti, l’attenzione dei
Costituenti
si è concentrata sui “Diritti e Doveri” dei cittadini, binomio
imprescindibile
per un quieto vivere. Non si può infatti godere di situazioni di
vantaggio
senza responsabilizzazione, non si può meritare tutela senza prima
dimostrare
rispetto. Ragionando così, attraverso la descrizione minuziosa del
modus
operandi e i rapporti civili,
etico-sociali, economici e politici, il vivere cittadino ha trovato
estrinsecazione e limite, libertà ma ordine.
Iniziando dall’analisi dei rapporti civili incontriamo uno
scompartimento
tripartito fra: libertà individuali, libertà collettive e una
particolare
attenzione conclusiva al versante penale. La libertà, in tutte le sue
forme è
un valore sacro e inviolabile (art. 13); il raggio d’azione entro il
quale
ciascuno ha il diritto di autodeterminarsi senza interferenza alcuna è
ampio
fino al limite oltrepassato il quale si invaderebbe lo stesso spazio
altrui. La
possibilità di formarsi convincimenti, ideali e pensieri non deve
essere
coartata da alcun tipo di ingerenza non voluta, per questo la sfera
privata di
ciascuno, attraverso l’inviolabilità del domicilio (art. 14), la
dichiarazione
di libertà e segretezza della corrispondenza (art. 15) e la possibilità
di
circolare e soggiornare senza restrizioni nel nostro paese (art. 16),
sono
costituzionalmente tutelate.
Gli artt. dal 17 al 21 tutelano invece le libertà collettive: il
gruppo, la
pluralità sono infatti strumento che, se correttamente usato,
permettono
all’uomo di raggiungere obiettivi e risultati che, come singolo,
stenterebbe ad
ottenere. I cittadini italiani sono infatti liberi di riunirsi in
luoghi
pubblici o privati per la finalità di perseguire scopi leciti e
ovviamente non
contrastanti con i dettami costituzionali. L’art. 21 è fondamentale in
quanto,
dichiarando la libertà di manifestazione di pensiero in ogni sua forma,
scritta
o orale, diretta o meno, abbatte qualunque tipo di connessione
meccanica
legata alla persona fisica e tangibile come unica destinataria delle
norme, e dona dignità e rilevanza al contenuto di tutte le menti,
al loro
funzionamento e a come valorizzano in maniera originale ogni uomo.
L’attenzione al versante penale è subito concentrata negli articoli dal
22 al
28, con principi e limiti all’uso legittimo della forza (art. 23), col
principio di difesa per cui è innegabile la possibilità di garantire a
ciascuno
il diritto di potersi difendere (dal lato sia attivo che passivo) in
giudizio
(art. 24), il principio di legalità della pena (art. 25), tale che
nessuno
possa essere punito per un fatto che non costituisca reato secondo la
legge
penale; inoltre i limiti all’estradizione dei cittadini (art. 26), il
principio
di personalità della responsabilità penale (art.27) per cui solo chi è
effettivamente colpevole deve essere punito e subire le conseguenze del
suo
errato agire; ancora la presunzione di non colpevolezza per cui,
solo in
presenza comprovata di fatti che dimostrino il legame tra persona e
reato
commesso, si possa erogare una pena, la quale infatti deve avere il
carattere
dell’umanità e lo scopo rieducativo, essendo bandite dal nostro
ordinamento sia
la tortura che la pena di morte. Passando adesso all’analisi dei
rapporti
etico-sociali, focalizziamo l’attenzione sulla famiglia, la salute,
l’arte e
cultura, la scuola; la famiglia è chiaramente la formazione sociale più
importante per la realizzazione di una persona, è tutelata attraverso
il
riconoscimento del matrimonio e l’imposizione ai genitori di tutela e
assistenza ai figli. La salute (art. 32), è altresì quel valore a
prescindere
dal quale la vita stessa viene preclusa, per questo attraverso la
proclamazione
del principio del consenso informato nessuno può essere sottoposto ad
alcun
trattamento medico-sanitario senza espressa autorizzazione. La scuola
infine
(art.34), come istituzione di formazione e crescita, deve essere
tutelata, come
veicolo di conoscenza e di maturazione, perché è anche il primo gradino
sociale
d’incontro col mondo esterno, per tal ragione deve essere aperta a
tutti.
Adesso è il momento dei Rapporti Economici: gli articoli dal 35 al 47
sono
dedicati all’organizzazione del lavoro che, come già dichiarato nel
primo degli
articoli costituzionali, è il fondamento della nostra Repubblica; in
questo
settore si guarda infatti alla legislazione sul giusto salario (art.
36, com.
1),alla durata massima della giornata lavorativa (art. 36, com. 2), al
diritto/dovere al riposo settimanale (art. 36, com. 3), al lavoro
femminile e
minorile (art. 37), ai lavoratori invalidi, malati, anziani o
disoccupati (art.
38), alla libertà di organizzazione sindacale (art. 39), al diritto di
sciopero
(art. 40), alla libertà di iniziativa economica (art. 41), alla
proprietà (art.
42), alla possibilità ed i limiti all'espropriazione (art 43), alla
proprietà
terriera (art. 44), alle cooperative e l'artigianato (art. 45), alla
collaborazione tra i lavoratori (art. 46) ed al risparmio (art. 47).
Questi
riferimenti sono imprescindibili,
occorre un approccio chiaro e definito perché l’uomo investe se
stesso,
il suo futuro, la sua dignità e il suo tempo nel lavoro.
Infine, negli articoli dal 48 al 54, sono descritti i Rapporti
Politici:
attraverso il richiamo alle elezioni, alle tasse e ai partiti si
esplicano quei
rapporti che legano i cittadini al potere dal loro stesso voto
legittimato,
alla necessità di contribuire a livello economico per l’organizzazione
degli uffici
e dei servizi nazionali, al riconoscimento dei loro ideali in una
cornice
compatta di gruppo in cui riscontrare una parità di scopo. Per le
elezioni: l'art. 48 afferma che sono elettori tutti i cittadini, uomini
e
donne, che hanno raggiunto la maggiore età; afferma anche che il voto è
personale ed eguale, libero e segreto, e che il suo esercizio è dovere
civico.
Per i partiti: l'art. 49 afferma il principio della libertà di
associarsi in
partiti e del pluripartitismo politico.
Per le tasse: l'art. 53 afferma il dovere di tutti i cittadini di
concorrere
alle spese pubbliche pagando le tasse (com. 1) ed il principio di
progressività
della tassazione (com. 2).
I doveri in ultima sintesi: l'art. 52 afferma il dovere di difendere la
patria
mentre l'art. 54 afferma il dovere di essere fedeli alla Repubblica,
alla
Costituzione ed alle leggi.
Si conclude così un percorso in cui “poter fare” e “dovere astenersi”
si
alternano come il giorno e la notte, creando insieme quella compostezza
completa di cui si necessità per vivere, come abbiamo già sottolineato,
in
maniera ordinata. Non resta che assimilare quanto stiamo apprendendo,
per far
sì che diventi un automatismo, che ci renda certi di avere in tasca la
risposta
giusta. Eleonora Savoca