Tolentino. Arte contemporanea,
non ci resta che ridere
"Tra il sublime e l'idiota", è il titolo della mostra appena inaugurata
nelle Sale Napoleoniche di Palazzo Parisani Bezzi in occasione del 50°
anniversario della Biennale Internazionale dell’Umorismo di Tolentino
dal curatore Luca Beatrice. Aperta fino al 2 ottobre, dedica un'intera
sala ad Aldo Montino, un cult nell'ambito dell'arte 'ironica'
“Tra il sublime e l’idiota”.
E’ il titolo della mostra appena inaugurata nelle Sale Napoleoniche di
Palazzo Parisani Bezzi in occasione del 50° anniversario della Biennale
Internazionale dell’Umorismo di Tolentino dal curatore Luca Beatrice,
uno dei più acuti e visionari tra i critici attuali. Il tema espositivo
è “L’umorismo nell’arte contemporanea italiana”, e su questa traccia il
curatore ha scelto 29 artisti che nella loro carriera hanno saputo
usare il linguaggio dell’ironia per affrontare in chiave critica il
reale. Decisamente non convenzionale il percorso, che spazia da un
tragicomico megafono amaro di denuncia sociale a un dissacrante
assoluto, che davvero muove alla risata. Video, installazioni,
sculture, disegni e dipinti dialogano tra loro e con le sale
settecentesche che li ospitano tra affreschi, arazzi, quadri, mobili e
arredi d’epoca dando vita a un allestimento decisamente originale. “In
un momento storico nel quale spesso la realtà assume contorni
grotteschi – spiega Beatrice – non ci resta che ridere, e anche l’arte
contemporanea decide di non prendersi troppo sul serio e di divertire
divertendosi”.
Di sicuro la mostra, aperta fino al 2 ottobre, è una sorta di
sberleffo, quasi uno sbeffeggiare l’arte nella sua falsa funzione di
rappresentare le elite, ma anche una proposta per trasformare
l’immaginario, allargarlo con l’ironia, da sempre efficace strumento
conoscitivo, ora anche oggetto estetico. E pop: ibridazioni di
linguaggi e media, metafore, simboli, allegorie, icone caricate di un
particolare humour assumono atteggiamenti provocatori, talvolta ingenui
e naif, altre volte più critici, derisori, paradossali. Un esempio? La
scultura di Alex Pinna Fucked Bird propone un inaspettato finale per
l’infinita rincorsa tra Willy il Coyote e Beep Beep schiacciando
quest’ultimo sotto un’incudine. O Francesco de Molfetta, che fa
ingrassare il super eroe pipistrello trasformandolo in Fatman. Sandro
Chia invece rilegge la mitologia classica dipingendo un cigno spudorato
che importuna Leda (Leda and the Swan) mentre Lorenzo Scotto di Luzio
porta l’installazione nella quale un pollo viene massaggiato al ritmo
incalzante delle frasi che si sentono durante i vernissage: “Bella
mostra, complimenti, ecc…”.
E poi c’è Aldo Mondino, un cult nell’ambito dell’arte “ironica”, cui è
dedicata un’intera sala. I lavori appartenenti alla sua “fase ludica”
sono tutti presenti, e tra questi anche la scultura Mamma di Boccioni e
il lampadario Jugend Stilo. Buon divertimento insomma.
Eugenia Romanelli - La
Repubblica, 4 agosto 2011
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