ROMA – E’ partito il censimento degli italiani, costerà 590 milioni, e
fotograferà la situazione, demografica e sociale, della popolazione del
nostro paese, fornendo le prime risposte, i primi dati, la primavera
prossima. Bisognerà compilarlo entro il 20 novembre, anche se la data
ultima per farlo non è indicata in modo chiarissimo, ma che farlo, cioè
compilarlo, spedirlo o comunicarlo sia un obbligo di legge è scritto
chiaro e tondo. E’ il 15° censimento della popolazione curato
dall’Istat. Da ieri, 12 settembre, sono cominciati ad arrivare nelle
case degli italiani, per la prima volta via posta, gli incartamenti
contenenti i moduli e le istruzioni per compilarli. Ed è subito stato
“panico”.
Torme di anziani e non che si aggirano, buste alla mano, per i corridoi
e i cortili condominiali chiedendo agli inquilini più “smart” cosa si
debba fare con il pacco appena arrivato. L’Istat, a onor del vero,
prova a spiegarlo sia nella lettera allegata al questionario, sia nel
questionario stesso, sia attraverso un sito internet dedicato
(http://censimentopopolazione.istat.it/). E la prima certezza è che il
questionario non può essere ignorato come vengono ignorate le ricerche
di mercato che affliggono molti italiani, compilarlo è un obbligo di
legge, con relative sanzioni. Compilarlo poi deve essere cura di una
sorta di “capofamiglia”, colui al quale la busta dell’Istat è
indirizzata, e solo in sua assenza può essere compilato da altre
persone, parenti o affini. Già, perché il questionario non è personale,
cioè non tutti i cittadini riceveranno una busta a loro indirizzata, ma
è “casalingo”, nel senso che arriverà un modulo per ogni abitazione
italiana. Obbligatorio dunque, ma attenzione a non essere troppo
solerti, il censimento è datato 9 ottobre 2011, e non va quindi
compilato prima, o almeno con dati che saranno diversi da qui a un
mese, per questo non è prevista sanzione ma è caldamente consigliato.
Per tutti i dubbi sarà poi attivo, dal primo ottobre, un numero verde:
800069701, e saranno allestiti punti informativi in tutti i comuni.
Oltre ad essere il primo censimento che arriverà via posta, sinora
erano stati degli incaricati dell’Istat a consegnare le domande, altre
saranno le novità che accompagneranno questa 15° fotografia
dell’Italia. La prima, o almeno quella che più colpisce vista la nota
difficoltà della burocrazia in genere a misurarsi con i tempi, e che
non solo si potrà rispondere ai quesiti posti dall’Istat via internet,
ma che lo stesso istituto di statistica lo consiglia, invitando i più
anziani a farsi aiutare dai giovani. La rete come mezzo preferenziale
quindi, potrebbe non sembrare una grande novità ma è invece una piccola
rivoluzione. Basta appuntarsi il codice presente nella busta arrivata a
casa e si potrà fare tutto attraverso un sito dedicato. Sito che ad
oggi ricorda che mancano poco più di 3 settimane al via vero e proprio
del censimento perché, se le prime buste vengono recapitate in questi
giorni, le domande fanno riferimento alla situazione del 9 ottobre
prossimo. Multimediali e in anticipo. Chi non risponde via internet
dovrà portare il questionario compilato ad un ufficio postale o a
“sportelli” che i Comuni si sono impegnati ad aprire.
Quello del 2011 è il 15° censimento della popolazione, se ne fa uno
ogni 10 anni, il primo risale al 1861, anno dell’unificazione del Paese
nel Regno d’Italia, quando gli italiani erano 26 milioni e
trecentomila. Da allora sono state realizzate 14 rilevazioni, l’ultima
nel 2001, quando gli italiani erano quasi 60 milioni. In realtà
esistono però due versioni del censimento, una “normale” e una “light”,
una di 84 quesiti e una di soli 35. Come spiega l’apposito sito: “le
versioni del questionario sono due: nei Comuni di minori dimensioni
verrà distribuita la versione completa, composta da 84 quesiti; in
tutti gli altri Comuni, solo ad un campione selezionato di famiglie
verrà inviata la forma completa del questionario, mentre le altre
riceveranno la forma ridotta con 35 quesiti”. Per alcuni il compito
sarà meno arduo dunque. I quesiti toccano più o meno tutti i campi:
famiglia e alloggio, persone nell’alloggio, stato civile, dimora
precedente, istruzione, professione e sede di lavoro, ed già è nata
qualche polemica. «Non c’è alcuna valutazione delle scelte sessuali né
delle coppie omosessuali», precisa il presidente dell’Istat, Enrico
Giovannini, rispondendo ai mugugni sull’eventuale conta delle coppie
gay nate dalla presenza di una casella speciale dedicata ai conviventi
dello stesso sesso. Giovannini spiega che «nel precedente censimento
(quello del 2001) c’era stata confusione tra chi aveva dichiarato una
convivenza anagrafica e chi si era classificato in modo non chiaro. Ora
invece c’è una chiara indicazione su come compilare il questionario».
In effetti, nel questionario che viene spedito nelle case degli
italiani, al capitolo «Notizie anagrafiche», nella parte che riguarda
«Relazione di parentela o di convivenza con l’intestatario del Foglio
di famiglia» c’è una risposta che potrebbe permettere di «fotografare»
le convivenze tra persone dello stesso sesso. Si tratta di quella che
recita: «convivente in coppia con l’intestatario», da non confondersi
con altre situazioni di «coabitazione senza legami di coppia, parentela
o affinità» previste in un’altra risposta. E questo punto potrebbe
consentire di «contare» le coppie omosessuali.
I primi risultati provvisori per Provincia e Comune saranno diffusi
dall’Istat il 31 marzo 2012, mentre la popolazione legale sarà
disponibile entro il 31 dicembre 2012. E racconteranno non solo quanti
siamo, ma risponderanno anche a domande nuove che riguardano l’ambiente
(il tipo di combustibile o di energia usata per riscaldare l’abitazione
o l’eventuale presenza di impianti a energia rinnovabile); quanti
cellulari abbiamo in casa; quante abitazioni hanno le connessione a
Internet; gli handicap quotidiani che affrontiamo per lavorare a causa
di eventuali problemi di salute.
Alessandro Camilli
Blitz Quotidiano, 14 settembre 2011
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