L’unica cosa certa
in questo pasticcio all’italiana del concorso DS è quello di
poter considerare la batteria di test per la prova di preselezione un
monumento all’imperfezione docimologica. In questi giorni si stanno
fronteggiando con le armi della competenza normativa il MIUR,
capeggiato dal Ministro della Pubblica Istruzione e la Senatrice
Albertina Soliani, che attraverso un’interrogazione parlamentare chiede
circostanziate spiegazioni anche sulla qualità docimologica delle
domande presentate per il test. In mezzo a questo confronto-scontro
istituzionale ci sono oltre 42000 docenti, che indipendentemente dalla
loro volontà, sono sempre più sconcertati, demotivati, infiacchiti,
svigoriti, inerti e passivi.
Nel “Il giorno della civetta”, un romanzo di Leonardo
Sciascia, terminato nel 1960 e pubblicato per la prima volta nel
1961 dalla casa editrice Einaudi, don Mariano Arena dice testualmente
al capitano Bellodi “Io ho una certa pratica del mondo; e quella che
diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola
piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i
mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i
quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi
contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende
ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono
grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù:
i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i
quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere,
chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle
anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei
è un uomo…”. Anche i partecipanti a questo concorso possono essere
suddivisi in quattro “ categorie “: i
docenti, i preoccupati, gli struzzi e i raccomandati.
I primi, i docenti, per fortuna la stragrande maggioranza dei
candidati, sono quei professionisti della didattica, abituati al
confronto, alla riflessione, all’analisi dei contenuti e allo
studio per il miglioramento delle loro competenze. Molti di loro si
sono attivati nella ricerca degli errori e degli orrori docimologici
presentati, denunciando irregolarità formali e sostanziali.
I secondi, i preoccupati, sono quelli che ricevono per sbaglio e
anticipatamente mail con i test del concorso, questi appartengono alla
categoria di chi riceve, a sua insaputa, evidenti vantaggi
sociali.
I terzi, gli struzzi, sono quelli che pur di fare la prova concorsuale
minimizzano tutto, dagli errori alle fughe di notizie, gridando che
vogliono diventare presidi, imparando tutto a memoria, nel nome
dell’irregolarità.
Infine i raccomandati, maestri del compromesso, che giustificano
l’utilizzo di ogni strumento per il raggiungimento del loro fine,
sognando di diventare un domani “Homo
Tarantinus”, che attraverso l’uso di donnine più o meno
“sportive” aspira a concludere affari, ricatti e corruzioni.
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicoficara@alice.it