In netta antitesi
rispetto agli input della seduzione propagandistica dominante,
l’agonizzante scuola pubblica italiana si rivela ancora una volta un
inatteso e sorprendente detonatore di stupore.
Ne è un segno evidentissimo l’abbraccio sentito e affettuoso del
pubblico dell’Auditorium grande del complesso fieristico Le Ciminiere
verso il glorioso liceo classico Spedalieri, in occasione del suo
centocinquantesimo compleanno.
Infatti, formalmente istituito con Decreto Prodittatoriale il 17
ottobre del 1860, il Liceo Ginnasio Nicola Spedalieri viene
ufficialmente inaugurato il 19 dicembre 1861. Così, il mese di dicembre
è stato riscaldato dal susseguirsi di vari eventi e manifestazioni,
come l’inaugurazione della mostra “I sensi e la memoria” (oggetti e
ricordi di un’esperienza scolastica), un convegno di studi (in
collaborazione con la Facoltà di Lettere dell’Università di Catania) e
il gran finale, ovvero la serata conclusiva “150 anni… e non li
dimostra!”.
Dopo un avventuroso posteggio acrobatico, onoriamo lo speciale annullo
filatelico, realizzato in collaborazione con Poste Italiane, e, guidati
da un solerte battaglione di hostess e steward marca Spedalieri,
giungiamo alla meta pieni di curiosità e nostalgia.
Nonostante una temperatura non eccessivamente catanese, la calca è
impressionante (sembra il 721 nell’ora di punta). Tutti incontrano
tutti, mollando e subendo baci, abbracci e battute letali. Non mancano
una sincera commozione, i testimoni del centesimo genetliaco dello
Spedalieri, ex studenti arrivati dagli estremi confini della terra, né,
tantomeno, opere di alta ingegneria tricologica e sobri abiti arancione
ANAS pastello.
Il decollo dello spettacolo è affidato alla sapiente lettura di un
brano tratto dal Giovannino di Ercole Patti. Uno spaccato di vita
scolastica autentica all’interno dello Spedalieri, liceo nel quale il
grande scrittore si diplomò con la strabiliante media del 6. Del resto,
le aule dell’istituto hanno ospitato insegnanti di straordinario
spessore culturale, morale, educativo, e studenti che hanno saputo
conquistarsi stima e apprezzamento unanimi in campo culturale,
professionale e umano. Ricordiamo Concetto Marchesi, grande latinista,
convinto antifascista, Deputato alla Costituente e al Parlamento, il
cardinale Salvatore Pappalardo, il presidente della Corte
costituzionale Antonio La Pergola, Vitaliano Brancati.
Sfilano, a questo punto, una molteplicità di parti creativi, tenuti
insieme dal dialogo fra l’abile presentatrice, Michela Giuffrida
(giornalista ed ex allieva), e lo sguardo luminosamente ironico e
profondo di Alfio Pennisi (alunno, docente e preside dello Spedalieri).
Si va dall’esibizione del coro “Freedom” a quella del laboratorio
teatrale dell’istituto, dal sound adrenalinico del gruppo rock
“Spedalieri dream team” ad una video-cartolina di Pippo Baudo, fino al
video affascinante e suggestivo di Lorenzo Mannino, che ripercorre le
tappe fondamentali della vita del liceo.
Lo Spedalieri è coetaneo dell’Italia unita e, in misura non del tutto
irrilevante, contribuisce a costruirne le fortune. Voluto dal governo
garibaldino al fine di sottrarre all’impronta ecclesiastica la
formazione della futura classe dirigente, prende il nome di Nicola
Spedalieri (1740-1795, sacerdote di Bronte e teologo di grande rilievo)
ed è guidato da un insigne studioso, monsignor Giuseppe Coco Zanghì; un
modo per mettere d’accordo i 2 contendenti, lo spirito laico e quello
religioso.
La prima sede del liceo è nei locali di piazza Duomo che avevano
ospitato il Seminario Vescovile, confiscati, come altri beni
ecclesiastici, agli antichi proprietari. Successivamente, nell’anno
scolastico 1871-72, si trasferisce nel monumentale convento dei
Benedettini e, nel 1969, nell’attuale sede di piazza Annibale Riccò.
Tuttavia, l’anima vera della serata è da ricercarsi nel minitalk show
che vede protagonisti alcuni ex allievi oggi divenuti dei fuoriclasse:
Luciano Modica, docente alla Normale di Pisa e presidente della
conferenza dei Rettori delle università italiane, Tuccio Musumeci
(<<tantu sceccu da essere ex allievo di tutte le scuole
d’Italia>>), i consiglieri del CSM Giovanna Di Rosa e Mariano
Sciacca, la prof.ssa La Pergola ( insegnante di storia dell’arte e
vicepreside, 35 anni allo Spedalieri).
In una scuola collocata in un quartiere dove lo Stato è ospite e gioca
in trasferta, viene sottolineato il ruolo strategico svolto dalla
cultura nel costruire una coscienza antimafia, per cui non si usano i
capitelli corinzi per fare il barbecue e si vota non chi vince ma chi
merita di vincere. Vengono evocate alcune colonne portanti
dell’istituto. Il preside di ferro, Salvatore Cuccia, in grado di
essere forte con i forti e piccolo con i piccoli. Antonio Pagano,
insegnante di latino madrelingua, capace di produrre esperienze che si
fanno messaggio. Don Francesco Ventorino, premio Nobel per la
storia e la filosofia, medaglia d’oro al valor pedagogico; quando
lui è in cattedra, non c’è nessun altro posto dove vorresti essere.
Soggiogati dalla magia dei ricordi, osserviamo questo pubblico
entusiasta ed eterogeneo; persone con mille accenti diversi, di tutti i
ceti sociali e di tutte le età.
I giovani accesi di una volta sono ormai ingrigiti. Sequestrati dal
tarlo del disincanto, spesso hanno annientato, nel vortice della
quotidianità, le loro speranze possibili e impossibili.
Agli occhi dei ragazzi, invece, il futuro appare sempre più una
minaccia e sempre meno una promessa di felicità. Assuefatti
all’apprendimento passivo davanti al video, si candidano ad essere la
generazione degli sprecati.
Non è necessario essere maghi della profondità per comprendere che
cerchiamo di scoprire, o di riscoprire, la nostra scuola come il luogo
dove i sogni imparano a camminare.
Grazie caro liceo Spedalieri, per la tua appassionata difesa della
funzione intellettuale in un mondo che non la sopporta più.
Guglielmo La
Cognata
gliegli@hotmail.it