Lettere in
redazione
Concorso DS. Che corruzione! Meglio ricorrere al sarcasmo.
Ho letto sul sito dell’Associazione Nazionale per Dirigenti Scolastici
(Dirpresidi) un articolo a firma della redazione datato
19/12/2011 dal titolo “Il concorso a preside a Caserta tra mazzette e
millantatore”, in cui si parla di un esposto da parte di un capo
d’Istituto contro il suo collega, B.S., della Direzione Didattica di
Carinaro, in provincia di Caserta, per avere quest’ultimo organizzato
un corso di preparazione per il concorso a dirigente scolastico, in via
di espletamento, e di avere promesso il superamento dello stesso
concorso dietro “mazzette” (1.000 euro sarebbero serviti per
l’iscrizione alla Dirpresidi + 4.000 euro per l’intervento di “un alto
dirigente del MIUR”+ 5.000 euro a concorso concluso).
La Dirpresidi riferisce che, letto l’esposto, ha denunciato il
mazzettaro millantatore dirigente scolastico B.S. e si è costituita
parte civile nel celebrando processo, aggiungendo che lo stesso
mazzettaro era stato già espulso l’anno scorso dalla Dirpresidi per
altri fatti.
In un paese corrotto come il nostro non ci si scandalizza più di tanto.
Ma questa vicenda presenta degli aspetti particolari.
Nell’articolo si legge che nel precedente concorso a dirigente
scolastico i corsisti guidati dallo stesso mazzettaro millantatore
avevano tutti superato il concorso. Oggi, quindi, essi sono tutti capi
d’istituto! Allora il mazzettaro non è un millantatore, ma fa sul
serio, è un uomo di parola: “tu mi dai i soldi, io ti assicuro che
sarai dirigente scolastico”.
Ed è anche molto severo e scrupoloso. Dice: “A me questa volta sono
spettati solo trenta posti per il corso di preparazione, mi dispiace
non ne accetto altri”. E’ irremovibile. E’, appunto, di parola.
Apriti cielo! L’articolo della Dirpresidi riporta il seguente passo
dell’esposto: “…è iniziata la corsa a chi faceva prima ad iscriversi al
corso e se non si era raccomandati non vi era alcuna speranza di
frequentare il corso di preparazione! Chi non ha fatto in tempo ha
reagito, ha parlato e così sono venuta a conoscenza – scrive la
denunciante – perfino delle condizioni per aspirare ad uno dei trenta
posti”.
Ora, avere la possibilità di frequentare il corso significa, stando a
quanto si denuncia in merito alla precedente esperienza concorsuale ed
alla serietà professionale del mazzettaro, ottenere la nomina a
dirigente scolastico. Diciamo la verità, con i tempi che corrono 10.000
euro per un posto di dirigente scolastico non sono poi tanti. Certo, ci
sono altri aspiranti che, appartenendo alla “casta”, ai raccomandati,
all’amante, all’amico e all’amico dell’amico, non pagano questa somma.
Ma è pur vero che ci sono anche coloro che, non appartenendo a queste
categorie, potrebbero essere sono costretti a sborsare anche 25.000,
30.000 euro per superare il concorso.
Ma nel caso del DS di Carinaro si impone un problema di giustizia
sociale.
Sì, perché non si può essere estromesso avendo la sola colpa di non
aver fatto in tempo a trovare la strada giusta per frequentare il corso
del mazzettaro e diventare capo d’Istituto. Gli sfortunati ritardatari,
che al prossimo anno scolastico vedranno i propri colleghi docenti
diventare dirigenti scolastici con qualche migliaia di euro, si
ammaleranno di orticaria. E questo non è giusto! Non è sopportabile!
Non è giusto e non è sopportabile nemmeno in un concorso, come quello
in via di espletamento, che è nato male ed è evoluto peggio.
Le “aperture” di un bando di concorso, chiaramente orientate a
possibili imbrogli; una procedura concorsuale priva di chiarezza e
trasparenza; fughe di notizie su cui indaga la polizia postale; quasi
mille quiz errati predisposti da persone incompetenti, che i dirigenti
apicali del MIUR decidono di eliminare dalle batterie dei test appena
sette giorni prima della prova preselettiva (quel MIUR che ha
esercitato con questa procedura concorsuale una violenza professionale
e morale, mai vista prima nel nostro paese, nei confronti degli
insegnanti); l’obbligo imposto ai candidati di correre a cercarsi i 100
quiz sorteggiati in un librone, con una procedura nata sicuramente da
una mente distorta e che avrebbe fatto impallidire anche il più ottuso
funzionario borbonico; moltissimi errori riscontrati persino nei 100
quiz sorteggiati; le ore di intervallo trascorse nelle varie scuole
sede d’esame tra la ricezione dei quiz sorteggiati e la loro
somministrazione ai candidati, con uso spregiudicato di cellulari,
computer e altri aggeggi simili. E’ questo il terreno fangoso e sporco
su cui nascono gli episodi di corruzione come quello di Carinaro.
In una vicenda in cui per oscuri motivi il MIUR si è ostinato a non
rinviare le prove preselettive per fare chiarezza su fatti
sconcertanti; in una vicenda in cui il MIUR non ha ritenuto di
attendere l’esito dell’udienza del Consiglio di Stato fissata per il
giorno 20 dicembre scorso, facendo svolgere le prove scritte il 14 e il
15 dicembre (appena 6 giorni prima), chiaramente inibendo il diritto di
difesa in appello, comprimendo i termini di svolgimento delle prove; in
una vicenda in cui il Consiglio di Stato non ha accolto i ricorsi dei
ricorrenti, sostenendo che secondo il bando di concorso non era
prevista la partecipazione alle prove scritte ai candidati che non
avevano superato la prova preselettiva (una motivazione che non è una
motivazione!); in una vicenda in cui lo stesso Consiglio di Stato ha
poi ammesso alle prove scritte alcuni candidati sul presupposto che tra
i 100 quiz sorteggiati vi potevano essere alcuni errati; in una vicenda
in cui alcuni TAR (per es. Lombardia e Campania) hanno accolto i
ricorsi dei ricorrenti ammettendoli alle prove scritte.
Diciamo la verità. In questa vicenda vogliamo condannare un dirigente
scolastico mazzettaro, peraltro uomo di parola, ancorché serio e
inflessibile? Vogliamo condannare un docente sfortunato che, con i
10.000 euro in mano, pronto a pagare il costo del posto di dirigente
scolastico, non ha potuto partecipare al corso di preparazione del
dirigente mazzettaro in quel di Carinaro?
Suvvia! Siamo in un paese in cui un’associazione di presidi, con buona
pace di chi ha superato la prova di preselezione con le proprie forze e
con sacrifici inimmaginabili, ritenendo che tutta questa vicenda
rientri nella normalità, si batte per contrastare ogni diritto dei
ricorrenti, invitando i docenti risultati idonei alla preselezione a
costituirsi ad opponendum in ogni grado di giudizio. A pagamento.
Naturalmente.
Lettera firmata
redazione@aetnanet.org