L’esperienza di integrazione del disabile coinvolge una pluralità di componenti sociali attente e sensibili con il comune obiettivo di lavorare intorno al possibile miglioramento della qualità esistenziale. In tale ottica il teatro si pone come sfondo integratore e collante delle diverse presenze in un progetto articolato e complesso condiviso, intorno al comune valore di appartenenza civile di qualunque persona, anche e soprattutto del disabile grave. Infatti il problema del disabile non è tanto quello di nuove proposte delle proprie abilità, quanto un problema di nuova cittadinanza che lo ricollochi nel tessuto sociale da cui è stato separato per anni. Il laboratorio condotto dalla Musicoterapeuta Marilena Lanzafame, è stato volto a creare una cultura basata sul valore dell’essere umano nella sua unicità attraverso i linguaggi del teatro e della musica, l'obiettivo il considerare ogni persona come poesia che si manifesta, con tutti i mezzi a se disponibili: corpo movimento, immobilità, incontro, solitudine,voce silenzio, forza. Il teatro così è diventato un luogo di scoperta, in cui è possibile realizzare l’artificio dell’essere delle cose del mondo, in cui è stato possibile creare e ricreare immagini partendo dalla propria natura, dalle forme della propria esistenza. NEVERLAND ? A giudicare dal risultato, l'isola esiste. Si è materializzata in queste settimane di lavoro tra prove, emozioni e tensioni e il 19 aprile, per i tanti spettatori che hanno affollato il Teatro comunale di Bronte. L’obiettivo del ''duro mestiere del teatro'' era quello di voler raggiungere e superare l’integrazione, per giungere ad un risultato più ambizioso di interazione tra persone che, partendo ognuna da condizioni psico-fisiche diverse, si incontrano nel Palcoscenico dove tutto è vero perchè assolutamente finto, facendo dei propri limiti, delle proprie abilità o disabilità, risorse da condividere.
Ripercorrendo i presupposti e i fondamenti essenziali dell’animazione teatrale, il lavoro ha valorizzato l’unicità e la particolarità della persona, favorendo la spontaneità e l’integrazione ed ha dato spazio alle potenzialità espressive, emotive e relazionali di ciascuno, nel rispetto delle caratteristiche del singolo. Un attento e profondo lavoro basato sulla gestualità spontanea dei protagonisti dell’esperienza, dove il corpo e il gesto sono espressioni di un’immediata cifra poetica in un lavoro comune e condiviso, perché il gruppo è il luogo vitale di relazioni, di collaborazione, di rispetto, di contatto fisico ed emotivo. Un’esperienza e un laboratorio che ha raggiunto un doppio risultato: gli ospiti disabili e gli educatori coinvolti, impegnati a spingersi per andare “oltre se stessi” per entrare in una relazione autentica con l’altro, il “diverso” da sé.
Bravi tutti gli attori: Giacomo Papotto,Giuseppina Proietto, Giuseppe Aleo, Stefania Capizzi, Gino Cala’, Tanino Pulvirenti, Vincenzo Longhitano, Francesco Priolo, Giuseppe Azzara, Maria Emanuele, Alfio Currenti, Sebastiano Arcodia, Giuseppe Aleo,Tonino Lenzo, Ausilia Gagliardo, Isabella Gatto, Daniela Gatto, Angela Montagno,Claudia Capizzi, Liliana Cartillone, Signorina Romano, Angela Muscarà, Marianna Calanni Pileri, Ausilia Faranda, Scolastica Greco, Graziella La Piana, Vincenzo Franco, Nunzio Pulvirenti, Mauro Cardile, Enrico Spadaro, Francesca Sanfilippo, Vincenzo Lembo, Francesca Sanfilippo, Alice Attinà, M. Elena, Piera Calanni, Luisa Calanni, Annamaria Currenti.
Giusi Rasà
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