Ecco la giornata tipica dell’insegnante di letteratura italiana, che inizia il suo lavoro al suono della campanella della prima ora, dopo aver registrato la lezione sul registro, adesso, elettronico. Inizia dopodiché la lezione del giorno, rivolgendo agli alunni della classe una domanda: “Sapete ragazzi dove ha origine il sonetto italiano?” Gli alunni guardano sorpresi l’insegnante, perché si aspettano che abbia programmato e preparato il giorno prima una lezione, che non sia puramente accademica come è nella naturale weltanschauung di ogni insegnante che vuole dare il meglio ai propri alunni, con quel “quid” magico che diventerà oggetto di riflessione. E allora la preparazione della lezione, il giorno prima, prevede oltre che nozioni e contenuti ben confezionati con tanto di cose meravigliose all’interno, che non sono altro che stimoli, idee e chiavi di interpretazione da comparare con ciò che per il postmoderno è inteso come anacronistico.
Così un insegnante dovrebbe essere agli occhi degli alunni: oltre che bello, interessante, intellettualmente vivace e dotato, soprattutto, di una ricchezza di valori, contenuti e se è possibile di esperienze umane, che ogni alunno attraverso le parole capta e rielabora in maniera personale.
Quindi, ritornando al sonetto italiano, si avverte grande stupore quando gli alunni scoprono che la nascita del sonetto italiano avviene nel Duecento proprio presso la corte di Federico II nella scuola poetica siciliana, in cui il lavoro poetico si presenta come un discorso di carattere intellettualistico dai toni più raziocinanti piuttosto che passionali, in cui si avverte l'ambizione di toccare quei luoghi, per fornire un paradigma del cantare con sentimento […] quasi a emblema di quell'orgogliosa autonomia a cui Federico II volle improntare la sua politica culturale (cfr. Treccani).
La lezione continua sottolineando che la poesia siciliana è strutturata sulla base della lirica provenzale, sia per la forma ricercata che per il contenuto, l’amor cortese, l’omaggio verso la propria donna, signora altera e piena di ogni valore. Ma, storicamente, con la dissoluzione della dinastia sveva, il centro letterario italiano passa in Toscana e il volgare di questa regione costituisce la nuova lingua nazionale, non senza però che la Scuola siciliana trasmettesse ai Toscani, insieme con schemi contenutistici, anche elementi fonetici e lessicali che si mantennero a lungo nella tradizione toscana e italiana. In sintesi, la Scuola poetica siciliana precede la Scuola poetica toscana e le tre corone fiorentine (Dante, Petrarca e Boccaccio) hanno ereditato la cultura della scuola poetica siciliana.
Gli alunni sono sorpresi, e così si dà seguito alla lezione con il laboratorio di letteratura italiana.
Per dare completezza all’argomento del giorno si passa alla lettura del sonetto di G. da Lentini “Amor è un desio che ven da core” e, quindi, allo studio del testo poetico indicando le rispettive coordinate storico-letterarie del periodo trattato e poi verifica e valutazione. Arriviamo puntuali al suono della campanella e l’insegnante ripone in borsa, velocemente, libri, penne, notebook e quant’altro, lasciando la classe per entrare nella classe accanto, dove un nutrito gruppo di studenti, prossimi agli esami di maturità aspetta con una serie di quesiti da chiarire circa la strutturazione del percorso interdisciplinare per gli esami di stato.
Gli alunni sono già al proprio posto pronti a partire con la lezione. Siamo in pieno terzo trimestre e, fortunatamente, al pensiero degli esami di maturità gli alunni sono quasi tutti sintonizzati sul lavoro della tesina, chiedono umilmente consiglio, facendo emergere perplessità e voglia di chiarire i propri dubbi.
L’insegnate li incoraggia: “Suvvia ragazzi, non basta la tesina dovete rivedere tutto il programma e comprendere che in fondo gli argomenti bisogna collegarli tra di loro secondo dei percorsi interdisciplinari”. “Che cosa?” Rispondono in coro. “Ma ci può spiegare come facciamo a collegare Il romanzo di D’Annunzio con l’elettronica e con la matematica?”
Mi chiedo se, forse, in fondo la loro ingenua domanda non sia così infondata e la stessa domanda dovremmo rivolgerla a chi di dovere… Ma insomma è forse l’insegnante di lettere a trovare la chiave interpretativa sul come costruire un percorso interdisciplinare? Ritornando alla domanda dell’alunno sul come collegare argomentativamente il romanzo dannunziano con la matematica, mi pare che il linguaggio letterario non possa permettere alcun collegamento tematico con il linguaggio matematico.
Così continuano a insistere gli alunni, “ma prof. ma è possibile collegare Pascoli oltre che con il Decadentismo e con il Simbolismo francese con la Resistenza in elettronica e con le equazioni di secondo grado?”
A queste domande si può rispondere soffermandosi sul fatto che innanzitutto il percorso interdisciplinare deve essere un lavoro non di copia e incolla, e quindi di argomenti attaccati gli uni con gli altri senza una logica, ma la scelta di un argomento deve essere il risultato di uno studio, di una creazione che faccia emergere una buona conoscenza degli argomenti scelti, quindi creatività, spirito critico e una buona dose di conoscenza informatica, che serve per elaborare e presentare l’argomento in maniera multimediale in modo da suscitare interesse nella commissione.
E’ doveroso sottolineare che è necessario, inoltre, presentare un argomento originale, nel senso che non sia copiato da internet, semmai rielaborato in maniera personale. Quindi prima di scrivere la tesina è fondamentale studiare un progetto di tesina che parta proprio dall’idea che abbiano in mente, per poi collegare le varie discipline, trovando i nessi logici dell’argomento che sostengano in maniera pertinente e ben strutturata il ragionamento che vogliamo presentare.
Questo è l’obiettivo che si vuole raggiungere e quindi la lezione si svolge tra chiarimenti e indicazioni collettive e individuali sul come orientarsi in prossimità degli esami di stato. Prima che suoni la campanella è necessario consegnare i compiti corretti e valutati e rispondere alle incertezze che ancora qualche alunno presenta.
Suona la campanella e incrociando il collega di informatica ci ricordiamo che dobbiamo preparare le simulazioni per la terza prova strutturata da far svolgere prima del mese di maggio così come è stato programmato durante le riunioni di dipartimento. Subito dopo l’insegnante si dirige nell’altra ala della scuola per la lezione di storia … e lì ha inizio una nuova avventura.
La giornata scolastica si conclude fuggendo, subito, verso casa, perché lì ci aspettano gli altri compiti da svolgere!
rosita.ansaldi@tin.it
Così un insegnante dovrebbe essere agli occhi degli alunni: oltre che bello, interessante, intellettualmente vivace e dotato, soprattutto, di una ricchezza di valori, contenuti e se è possibile di esperienze umane, che ogni alunno attraverso le parole capta e rielabora in maniera personale.
Quindi, ritornando al sonetto italiano, si avverte grande stupore quando gli alunni scoprono che la nascita del sonetto italiano avviene nel Duecento proprio presso la corte di Federico II nella scuola poetica siciliana, in cui il lavoro poetico si presenta come un discorso di carattere intellettualistico dai toni più raziocinanti piuttosto che passionali, in cui si avverte l'ambizione di toccare quei luoghi, per fornire un paradigma del cantare con sentimento […] quasi a emblema di quell'orgogliosa autonomia a cui Federico II volle improntare la sua politica culturale (cfr. Treccani).
La lezione continua sottolineando che la poesia siciliana è strutturata sulla base della lirica provenzale, sia per la forma ricercata che per il contenuto, l’amor cortese, l’omaggio verso la propria donna, signora altera e piena di ogni valore. Ma, storicamente, con la dissoluzione della dinastia sveva, il centro letterario italiano passa in Toscana e il volgare di questa regione costituisce la nuova lingua nazionale, non senza però che la Scuola siciliana trasmettesse ai Toscani, insieme con schemi contenutistici, anche elementi fonetici e lessicali che si mantennero a lungo nella tradizione toscana e italiana. In sintesi, la Scuola poetica siciliana precede la Scuola poetica toscana e le tre corone fiorentine (Dante, Petrarca e Boccaccio) hanno ereditato la cultura della scuola poetica siciliana.
Gli alunni sono sorpresi, e così si dà seguito alla lezione con il laboratorio di letteratura italiana.
Per dare completezza all’argomento del giorno si passa alla lettura del sonetto di G. da Lentini “Amor è un desio che ven da core” e, quindi, allo studio del testo poetico indicando le rispettive coordinate storico-letterarie del periodo trattato e poi verifica e valutazione. Arriviamo puntuali al suono della campanella e l’insegnante ripone in borsa, velocemente, libri, penne, notebook e quant’altro, lasciando la classe per entrare nella classe accanto, dove un nutrito gruppo di studenti, prossimi agli esami di maturità aspetta con una serie di quesiti da chiarire circa la strutturazione del percorso interdisciplinare per gli esami di stato.
Gli alunni sono già al proprio posto pronti a partire con la lezione. Siamo in pieno terzo trimestre e, fortunatamente, al pensiero degli esami di maturità gli alunni sono quasi tutti sintonizzati sul lavoro della tesina, chiedono umilmente consiglio, facendo emergere perplessità e voglia di chiarire i propri dubbi.
L’insegnate li incoraggia: “Suvvia ragazzi, non basta la tesina dovete rivedere tutto il programma e comprendere che in fondo gli argomenti bisogna collegarli tra di loro secondo dei percorsi interdisciplinari”. “Che cosa?” Rispondono in coro. “Ma ci può spiegare come facciamo a collegare Il romanzo di D’Annunzio con l’elettronica e con la matematica?”
Mi chiedo se, forse, in fondo la loro ingenua domanda non sia così infondata e la stessa domanda dovremmo rivolgerla a chi di dovere… Ma insomma è forse l’insegnante di lettere a trovare la chiave interpretativa sul come costruire un percorso interdisciplinare? Ritornando alla domanda dell’alunno sul come collegare argomentativamente il romanzo dannunziano con la matematica, mi pare che il linguaggio letterario non possa permettere alcun collegamento tematico con il linguaggio matematico.
Così continuano a insistere gli alunni, “ma prof. ma è possibile collegare Pascoli oltre che con il Decadentismo e con il Simbolismo francese con la Resistenza in elettronica e con le equazioni di secondo grado?”
A queste domande si può rispondere soffermandosi sul fatto che innanzitutto il percorso interdisciplinare deve essere un lavoro non di copia e incolla, e quindi di argomenti attaccati gli uni con gli altri senza una logica, ma la scelta di un argomento deve essere il risultato di uno studio, di una creazione che faccia emergere una buona conoscenza degli argomenti scelti, quindi creatività, spirito critico e una buona dose di conoscenza informatica, che serve per elaborare e presentare l’argomento in maniera multimediale in modo da suscitare interesse nella commissione.
E’ doveroso sottolineare che è necessario, inoltre, presentare un argomento originale, nel senso che non sia copiato da internet, semmai rielaborato in maniera personale. Quindi prima di scrivere la tesina è fondamentale studiare un progetto di tesina che parta proprio dall’idea che abbiano in mente, per poi collegare le varie discipline, trovando i nessi logici dell’argomento che sostengano in maniera pertinente e ben strutturata il ragionamento che vogliamo presentare.
Questo è l’obiettivo che si vuole raggiungere e quindi la lezione si svolge tra chiarimenti e indicazioni collettive e individuali sul come orientarsi in prossimità degli esami di stato. Prima che suoni la campanella è necessario consegnare i compiti corretti e valutati e rispondere alle incertezze che ancora qualche alunno presenta.
Suona la campanella e incrociando il collega di informatica ci ricordiamo che dobbiamo preparare le simulazioni per la terza prova strutturata da far svolgere prima del mese di maggio così come è stato programmato durante le riunioni di dipartimento. Subito dopo l’insegnante si dirige nell’altra ala della scuola per la lezione di storia … e lì ha inizio una nuova avventura.
La giornata scolastica si conclude fuggendo, subito, verso casa, perché lì ci aspettano gli altri compiti da svolgere!
rosita.ansaldi@tin.it